Buon giorno...
Eccomi qui...di lunedì... Un inizio settimana non facile per il mondo che si trova a contare di nuovo migliaia di suoi figli uccisi dalla forza della natura...
Questa volta la disgrazia è toccata alle Filippine... Ormai lo sapete tutte/i... Haiyan, certamente uno dei tifoni più forti e violenti della storia, ha fatto manbassa di vite umane nelle isole di Leyte e Samar... Tacloban, il capoluogo della provincia di Leyte, ha il triste primato... Il maggior numero di vite perse e disperse è suo...
Ovvio, vien da pensare, dove c'è la maggior concentrazione umana, lì si creano più sciagure...
Non voglio fare il pessimista e il menagramo... Dico solo che quel numero, già esageratamente incedibile, potrebbe, e potrà, ancora aumentare... Basti solo pensare che l'altro ieri sera ho sentito fare previsioni alla televisione decisamente più ottimiste... Allora si parlava di 1.500 morti...
Badate che sarebbe già stato uno scempio... Poi, si sa, si raggiungono i centri più periferici, si contano i corpi rimasti ancora nascosti alla morte...si intuisce il numero di chi non risponde all'appello...e il numero si decuplica... E' veramente un dramma di proporzioni bibliche...
E ogni volta che accade in qualche angolo del mondo noi rimaniamo sgomenti... Anche perché, e l'ho scritto anche nel POST di due giorni fa quando parlavo del neo sindaco di New York, il mondo si è "accorciato"... Ora abbiamo amici di ogni continente...di ogni stato... E quando capita un dramma così grave in un posto lontano come le Filippine, noi lo vediamo riflesso in tutti quegli occhi di immigrati che popolano la nostra vita... Quanti di voi conoscono almeno un filippino? Ce ne sono tantissimi... Un esercito di badanti, governanti, suore, preti, e così via...
Nella mia città, per esempio, le suorine che accudiscono il vescovo e la cattedrale arrivano da laggiù...
Le ho viste ieri...nei pressi del duomo... Erano più piccole del solito...mascherate dal loro velo...ma si vedeva che la fede non bastava a tranquillizzare gli animi di quelle persone che hanno tutto il loro passato, il loro presente, e forse parte del loro futuro, in un paese che vedono azzerato dalla furia del vento che ha scompigliato i palazzi della loro capitale e ha annientato le case, più deboli, dei loro villaggi...
La fede può molto ma non tutto... Non siamo tutti degli "Abramo" che cerchiamo in Dio ogni tipo di risposta...disposti anche a sacrificare i nostro figli... A noi, uomini e donne del terzo millennio, è permesso essere "perfettibili", provare ansia e disperazione di fronte all'incertezza della sorte dei nostri affetti più cari...
E ancora una volta sono qui a scrivere e a visualizzare quell'immagine strana e tremenda al tempo stesso... Gli uomini sono come le formiche... L'ho già scritto più volte... Non siamo in grado di opporci alle forze della natura...subiamo lo stesso destino dei più piccoli insetti...
Alla natura non interessa se pensiamo, amiamo, creiamo...la natura non guarda in faccia a nessuno...soprattutto se è offesa ripetutamente dalle angherie dell'uomo... Ma la natura non pensa...la natura reagisce secondo natura...appunto... E se è spropositata la sua forza, spesso, è colpa dell'uomo che la deturpa e la rende "pericolosa"...
E...mentre a migliaia di chilometri c'è gente che giace ancora sotto le macerie di una vita crollata...altri, sereni e paciosi, se ne stanno in relax a contemplare la bellezza del mondo...
E' una ruota...che gira e ci fa girare...come le formiche...
Qualcuno si sta domandando come mai faccia sempre riferimento ai piccoli insetti...
Quando ero bambino vivevo spesso in campagna, a casa di mia nonna materna... Le formiche sanno essere molto fastidiose... Alcune decine di migliaia di loro avevano sempre il vizio di costruirsi il loro formicaio, la loro casa, vicino a quella di mia nonna... Non facevano poi tutti quei danni...tuttavia erano piuttosto "petulanti", soprattutto quando una colonia di alcune migliaia di loro si metteva in cammino, in fila indiana, verso la cucina, attratte dall'odore di cibo già fruito dai giganteschi esseri umani e pronto al loro uso in forma di briciole...
Mia nonna perdeva la pazienza... Era una lotta tra lei, una sorta di Gulliver al femminile, e loro, dei lillipuziani a più zampe...
Quasi sempre mia nonna passava alle soluzioni radicali... Bolliva un pentolone di acqua e rovesciava l'intero contenuto nell'ingresso del formicaio... "Devi metterla calda l'acqua, sennò, a quelle gli fai un baffo"...
Io non mi sono mai osato a dire a mia nonna che non ero interessato al "formichicidio"... Avevo meno di sei anni e nessuna voce in capitolo... Potevo solo osservare... Ma quell'immagine di quelle migliaia di formiche che galleggiavano rattrappite dal caldo dell'acqua, inermi e inerti, e se ne andavano in giro per l'aia inanimate, mi è rimasta impressa...
Ogni volta che sento notizie come quella tremenda delle Filippine io visualizzo proprio quelle formichine...e ancora oggi penso: "siamo proprio come loro"...
Che ci crediate o no non ho mai sterminato un formicaio...neppure ora che vivo in campagna...mi sembra il minimo...mi sembra, comunque, qualcosa...
Buona giornata...
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