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venerdì 20 aprile 2012

Mi volto...ancora sul mio volto...

Buon giorno...

Alessandro, il mio caro allievo, non sa cos'ha scatenato facendomi quel bellissimo ritratto sul banco, l'altro ieri. Per la cronaca, è rimasto intonso a far bella mostra di sé nell'aula di musica... Nessuna studentessa ha avuto la tentazione di infierire...
Ho pensato molto...a quel ritratto...a come gli altri ci vedono...
Ieri mattina, mentre andavo di fretta a fare gli auguri di compleanno a mio padre, ho incrociato una persona che conosco di vista. Non la vedevo da molto tempo...mi ha impressionato! Com'è invecchiata! L'aspetto era quello di un'anziana...un po' tremante, i capelli bianchi...e tutto il resto...Quando noi non vediamo da molto tempo una persona, o non siamo visti da molto tempo dagli altri, succede questo...
Vi sarà capitato mille volte...o no? Incontri qualcuno che ti dice: "Ciao....ma, sei ingrassato!", oppure "Ehi, ma cosa fai non mangi?"...E ancora..."sei sempre uguale, ma per te il tempo non passa mai?" E così dicendo, sottolinea quella che invece è una regola: il tempo passa inesorabile sopra tutti! E il nostro volto si trasforma...come una carta geografica! E le rughe, come cicatrici, segnalano ogni sofferenza, ogni angoscia...e, perché no, ogni momento felice (le rughe si segnano anche con il sorriso).
A volte chi incontriamo non ha il coraggio di dirci quanto siamo cambiati...in peggio. Noi, vedendoci allo specchio tutti i giorni, ci abituiamo alla nostra "decadenza"...al nostro sovrappeso....ma gli altri no...e noi, d'altronde, non riusciamo a nascondere l'imbarazzo di fronte a un conoscente che, sparito per molto tempo dal nostro orizzonte, si presenta a noi con i chili di troppo, gli anni vissuti male, o troppo bene...
L'uomo vive una parabola evolutiva ben definita...Fino a una certa età vuole diventare grande; alla domanda "quanti anni hai?" si aggiunge qualche anno, e gode quando i parenti, gli amici e i conoscenti, gli dicono "ma come sei cresciuto"..."stai diventando grande"..."ora sei proprio un ometto"...Poi, fatalmente, superata una certa età, non per tutti la stessa, incomincia a temere i commenti dei conoscenti assenti...o impertinenti...o irriverenti...che senza trattenere la lingua tra i denti, gli sparano sulla sua faccia "vissuta" la fatidica frase: "ma che cos'hai combinato? Sembri il nonno di te stesso".
E tu ci credi, perché, in fondo, tutti i giorni, davanti allo specchio, te lo dici da solo senza ascoltarti...e guardi la carta geografica della tua vita che ti mostrava ogni giorno un nuovo sentiero della tua esperienza...del tuo dolore...
Il tempo si abbatte su ognuno di noi...occorre arrendersi a lui e mostrare il grigio dei propri capelli...i solchi del proprio viso...il corpo in disarmo a coloro che vanno e vengono dalla nostra vita...che non si ferma...

P.S.

Il ritratto di Alessandro, e i miei relativi POST, hanno dato diversi risultati, tra cui questo altro ritratto, speditomi dalla mia ex allieva, e amica, Irene...ottima disegnatrice...dote che di lei ignoravo...


Se mi vede ancora così...o è miope...o c'è ancora speranza....

Ahimè, dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia.

Albert Camus, La caduta

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