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lunedì 3 marzo 2014

03/03/2014 Lunedì mattino... PENSIERI SERI... Dialogo nel buio

Buon giorno...


Ieri vi ho fatto immaginare con una fotografia scura e sfuocata...imbruttita dalla sua debolezza... 
Povera di pixel, non è certo un'immagine accattivante...eppure ha quel non so che... Soprattutto perché quell'atrio buio, quell'anticamera opaca, da giovedì scorso, mi ricorda un'esperienza intensa che ho vissuto proprio pochissimi giorni fa...


Pioveva lo scorso giovedì a Genova...eppure la visita di un giorno degli studenti della mia scuola  al capoluogo ligure e alle sue iniziative culturali andava fatta... Avevamo già rimandato un mese prima a causa della neve...
Nel viaggio era prevista la visita alla mostra dedicata a Edvard Munch, grandissimo pittore norvegese, e l'esperienza del "Dialogo nel buio"... 
Era da tanto tempo che volevo vivere questa esperienza... Sapevo dove si poteva compiere un  viaggio nel mondo dei non vedenti... A Milano, presso l'istituto dei ciechi, è allestito un percorso permanente... Lo scorso 4 dicembre ho tenuto un concerto proprio nella bellissima sala "Barozzi" dell'istituto dei Ciechi... In quell'occasione ho visto il luogo dove si poteva vivere l'esperienza... Mi sono informato e mi sono ripromesso di portarci qualche classe nel futuro più prossimo possibile...
Invece ecco la sorpresa... A Genova, il Chiossone, l'istituto che si occupa di Ciechi e ipovedenti, ha organizzato lo stesso percorso multisensoriale in assenza di luce su una chiatta al porto antico, proprio di fronte al Galata Museo del Mare...


Così...eccomi lì...sulla chiatta, pronto a vivere un'esperienza che suggerisco caldamente...
A gruppi di sei/sette persone ci siamo calati nel piano inferiore di quell'enorme barcone... In definitiva siamo finiti sotto al livello del mare... Ci attendeva una piccola stanza in penombra...non si vedeva nulla... Eravamo abituati alla luce del giorno, pur piovoso... Lì ci attendeva Bledar, un addetto del Chiossone... Un ragazzo ipovedente...una di quelle persone che col buio fanno i conti tutti i giorni... La sua voce è diventata la nostra guida... Ci ha rassicurati e ci ha fatti entrare nel vero buio... Altro che quello della stanzetta! Sapete cosa significa il buio fitto fitto, impenetrabile? Ecco, io e sei alunne ci siamo trovati in quel tipo di oscurità che toglie il fiato... Per quanto sia buio di notte, nelle nostre giornate di normodotati, non è mai un buio totale... Ci sono le luci della città...e, se vivete in campagna, potete sempre contare su qualche piccolo lumino...un led della radiosveglia o della televisione... Anche quando è buio pesto non è mai buio totale... Quel giorno, invece, nella pancia del barcone, io e le mie allieve abbiamo conosciuto le tenebre più sconcertanti...


La prima sensazione che ti capita di provare è la mancanza del respiro... Fai veramente fatica a far lavorare i polmoni perché ti assale una certa ansia... La guida ti parla calma e pacata ma tu, da subito, devi far fronte alle tue risorse...aguzzare l'udito, l'orientamento spaziale... 
Aggiungiamo che io mi sentivo molto solo... Le sei ragazze gridavano, erano spaventate...ma erano insieme, si davano la mano, si facevano coraggio a vicenda... Io avevo anche quello svantaggio... Ero solo...non potevo contare su di loro... Non potevo instaurare con loro un contatto fisico... E' stato inevitabile il contatto tra noi...ma occasionale... Io, ovviamente, non potevo tenermi per mano con loro... Mi sono sentito stupido... Avevo persino paura di fare brutta figura...di rimanere indietro rispetto a loro, di perdermi in quei meandri scurissimi...


Bledar era bravissimo, era presente ovunque... Andava in fondo alla fila per recuperare quelli che indugiavano, tornava in testa per spiegare le prossime azioni... Il disagio, soprattutto mio, è stato forte... Avevo paura di sentirmi un peso per gli altri... Questo non è avvenuto... Nel giro di qualche minuto abbiamo incominciato a muoverci con un po' più di disinvoltura... Alla fine del percorso siamo riusciti anche a consumare al bar... Ci ha serviti Bledar, velocissimo e funzionale... Ha dato a ognuno di noi quello che abbiamo richiesto e ci ha rilasciato lo scontrino... Noi, nel nostro piccolo, abbiamo riconosciuto i soldi al tatto e abbiamo pagato...
Alla fine ci siamo trovati di nuovo in quella stanza del pre-buio... Questa volta ci sembrava piuttosto luminosa... Abituati a un buio impenetrabile quella semioscurità, che ci aveva impressionati all'inizio del viaggio, ci sembrava molto meno ostile... Abbiamo quindi intravisto Bledar... Siamo rimasti ancora qualche minuto con lui... I  nostri occhi dovevano abituarsi di nuovo gradualmente alla luce... Al termine di questa breve rieducazione noi siamo usciti, Bledar è tornato nel buio...a ricevere altre persone che si sarebbero prestate per un'oretta al "gioco" della cecità...


Abbiamo imparato tante cose quel giorno... 
La cosa che mi ha colpito di più? Un pensiero che ho fatto: cosa  avrà pensato Bledar di fronte alle urla quasi divertite di ragazze che, trovandosi all'improvviso cieche, hanno dovuto "lottare" per sopravvivere per finta alle difficoltà della vita al buio? 


Finito il percorso le ragazze ed io siamo tornati alla luce, certamente più consapevoli dei problemi dei non vedenti... E Bledar, e gli altri come lui, cosa proveranno quando accompagneranno i loro occasionali compagni di viaggio fuori dal loro buio perenne? Bledar sarà abituato a quell'abbandono da parte di tanti giovani come lui che si calano per poco tempo nei suoi panni? Sarà triste ogni volta che quelle voci giovani e spensierate gridano, al termine del percorso, "ecco la luce"?
Non so dare una risposta e non ho avuto il coraggio di fare queste domande all'interessato... Quello che che ho capito è che tutti noi dobbiamo fare qualcosa affinché si conosca meglio l'iniziativa di Genova e Milano...affinché il numero maggiore possibile di persone provi e comprenda le esigenze di chi non vede... Lo dobbiamo a loro...e credo anche a noi...

Buona giornata...

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