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sabato 24 dicembre 2011

Natale...quale?

Natale, quale?

Ogni vigilia di Natale, da un po' di anni a questa parte, mi fermo a pensare. Siamo tutti indaffarati ad acquistare gli ultimi regali, a preparare il cenone o il pranzo di Natale. Ci infuriamo perché non troviamo parcheggio, perché siamo in coda al supermercato...Capitava anche a me...fino al 19 ottobre 2005. Dal Natale successivo, fino a quello del 2009, ho passato cinque vigilie e cinque natali in una RSA, struttura protetta per i malati terminali. Ho visto guardare da letti asettici, attraverso una finestra appannata, o la plastica di una maschera per l'ossigeno, le luci distorte delle luminarie...ho sentito ascoltare  suoni deboli di carole natalizie...chi le ascoltava, chi vedeva le luci, sapeva, sentiva, che quella sarebbe stata l'ultima volta. Sapeva che là fuori c'era un mare di gente che, come una colonia di formiche, si dava un gran da fare per far sembrare il proprio natale simile a quello delle pubblicità dei panettoni...i miei occhi vedevano i loro, e quelli di mia madre, disinteressati e fuori dai giochi...allora, il 13 dicembre 2008, ho eseguito questo brano...Natale...quale? 





6 commenti:

  1. Un grido di disperazione per l'impotenza che si prova in quei momenti. Per fortuna ci sono persone come te che ci staccano dalle vetrine imbellettate per farci ricordare che esistono altri natali.
    Grazie Enrico.

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  2. Questa riflessione profonda e vissuta mi aiuta a capire che non siamo soli....noi che viviamo momenti simili.....momenti dello stesso colore grigiastro ......proprio perchè sappiamo che altri.....come te.....conoscono il vuoto di queste giornate apparentemente troppo piene.
    Grazie =)

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  3. Ciao Enrico,disperatamente belli i pensieri che hai scritto e che condivido. Nel 2006, in un'altra situazione,all'Ospedale Regina Margherita di Torino,nel reparto di oncologia pediatrica, ho conosciuto un'altro mondo e tanto dolore. Tanti occhi "sudati", nascosti dietro un sorriso, che nel silenzio e nel buio dalla notte diventavano singhiozzi un po' trattenuti e tutte le lacrime accumulate durante la giornata...Tanti, anzi troppi bambini e non solo, attaccati ad un'infinità di fili, sofferenti, senza capelli...... Li ho visti combattere come leoni,ma molti, troppi, sono volati via .... Quando il giovedì sera tornavo a casa,avevo nel cuore, non solo il mio dolore,ma anche il macigno del dolore delle persone con cui condividevo le mie giornate ....Da quel Natale 2006, non sono più la stessa ..... anch'io mi sono chiesta ..... Natale .... quale???!!! Ti abbraccio .... Pinuccia

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  4. L'importante....e consolante è sapere che combattiamo insieme...Un abbraccio!

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  5. lo spirito del Natale è sempre meno sentito....penso che, se non riusciamo a ritrovare il suo significato religioso, dobbiamo almeno cercare di dare spazio ai ricordi più belli delle persone che abbiamo amato e che,da quando ci hanno lasciato, stanno al nostro fianco indirizzandoci la strada, come segnali muti che noi osserviamo sempre... un abbraccio forte e buon Natale!

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