Buon giorno...
Credete nei segni...nei piccoli messaggi che vi arrivano senza un perché...e forse sono casuali...o forse no?
Ogni tanto abbiamo bisogno di sentire che c'è qualcosa di "soprannaturale", di imponderabile che si avvicina a noi...
Basta poco...
Anche la più piccola cosa può rappresentare un segnale...
Vi racconto una storia...
Lo scorso autunno mi trovavo ad Alba... C'era un sacco di gente...
Era il 7 ottobre, periodo della fiera del tartufo... In mezzo a quella baraonda incontravo, ogni tanto, un venditore di palloncini...avete presente, no?
Erano utili quei signori perché, con i loro "baluardi" colorati, scandivano i metri di quella via principale invasa da gente di ogni età... I più piccoli erano proprio là, dai venditori di palloncini... Questa è una delle fotografie scattate quella domenica pomeriggio...
Il giorno seguente, il lunedì, ho scritto un POST intitolato "Dove vanno i palloncini"... Ero partito riportando le righe iniziali del piccolo racconto di Stefano Bollani, grandissimo pianista che ha scritto "La sindrome di Brontolo", 2008, Baldini Castoldi Dalai Editore S.p.A. Milano.
Le ripropongo...
"'Se vola via pure questo, siamo messi male, siamo', pensa Sbatocci, ma in silenzio.
Silenzio.
Bimbo afferra palloncino.
Mamma guarda seria.
Babbo sorride sornione, sogna un altrove con nome e cognome.
Bimbo felice cambia espressione, diventa più alto - o il suolo più basso... Sguardo repentino a Mamma, Babbo e Sbatocci... no, è proprio Bimbo che si innalza. S'invola per l'aere e si avvia verso l'assunzione in cielo così, indifferente... senza macchia, senza paura, senza gioia né dolore, finché morte non lo separi".
E poi proseguivo...
"Voi, almeno una volta, vi siete chiesti dove vanno a finire i palloncini quando volano via dalle mani dei loro piccoli padroni? E poi...è capitato a voi che state leggendo di subire quel "trauma" infantile della perdita del palloncino?
Sono lì...belli, coloratissimi, volteggianti nell'aria di una città piena di gente...e tu, piccolino, o piccolina, li guardi trasognato... Costano pochi euro...ai miei tempi poche lire...ma per te sono inarrivabili...perché non possiedi soldi tuoi... E poi...sono così alti..."
Forse vale la pena continuare a proporvi quel breve POST che proseguiva così...
"Se sei "coraggioso" puoi chiedere alla mamma, al papà, alla zia (dipende chi c'è) di comperartelo...altrimenti puoi solo sperare che uno di loro ti dica, con tono soave: "Enrico, bella stella, lo vuoi il palloncino?" Ecco...allora ti si apre il cuore... Devi solo scegliere il tuo preferito... Quale voglio? Quello "classico"?.... No...TROPPO classico... Quello con il cavallino? Ma forse è meglio quello con topolino...oppure il razzo?
Devo scegliere in fretta...perché mamma, papà, zia, o chi per loro, vogliono continuare a girare tra i banchi della grande fiera... Va bene...ho deciso... "Voglio il cavallino!" Sono fiero della mia decisione...appena in dubbio..."avrò fatto la scelta giusta?" Comunque, eccolo lì...il cavallino è mio... Il signore dei palloncini, lo "Sbatocci" della situazione, lo lega al mio piccolo polso..."
Reminiscenze di bambino... Ricordi che avevo, e che ho, vivi in me...
Proseguivo...
"Lo sento al sicuro, "ancorato" a me...e parto in mezzo alla folla...fiero..."
Poi, quel lunedì 8 ottobre, ho descritto il dramma...
"Eppure, senza quasi accorgermene, il palloncino si slega, si "libera" e scappa via... Quando lo capisci è troppo tardi... Prova a prenderlo anche la mamma, o il papà, o la zia...o chi per loro...nulla...il palloncino è andato... Lo vedi... La frustrazione è che lo vedi per tanto tempo...lo segui con gli occhi...sempre più piccolo... E la frustrazione è ancora più grande perché lo vedono anche gli altri...tanti altri bambini con il nasino all'insù...si divertono a vederlo volteggiare...lo indicano con il dito... Sembra quasi una mongolfiera...una mongolfiera che si è portato via tutti i miei sogni a breve scadenza... A quel palloncino ho legato le mie aspettative a breve termine...nulla di che...a vederla con gli occhi dell'adulto...ma per me bambino quel palloncino scappato via sa di tradimento...di attese deluse, di dramma vero...
E' sempre più piccolo...quasi dorato...illuminato dal Sole... Piango...non voglio farlo vedere... Però piango per il regalo durato troppo poco... E non mi distrae la domanda che ancora oggi mi faccio: "dove vanno a finire tutti quei palloncini che scappano?" "Esiste un posto, da qualche parte, dove arrivano e si fermano?" "Li trova qualcuno...a molti chilometri da dove sono scappati?" Non lo sapevo...non lo so e non lo saprò mai... Mi piace pensare che tutti quei palloncini finiscano comunque da qualche parte, scelgano di scappare per non fare la fine ingloriosa di essere trovati una mattina dal loro padroncino, o dalla loro padroncina, afflosciati a terra, privi di quella "vitalità" che avevano fatto innamorare i loro piccoli amici..."
Quindi mi immaginavo che i palloncini si comportassero come quegli animali che, quando sentono arrivare la loro ora, se possono, si nascondono per andarsene in silenzio..
E così chiudevo il mio POST...
"... Allora è meglio che scappino in tempo... per andare in un posto non così lontano, eppure irraggiungibile, che si chiama fantasia..."
Fin qui il racconto di quel giorno in cui tornai bambino per un pomeriggio...
Un po' di tempo dopo, nei giorni immediatamente precedenti il Natale, mi imbattei negli stessi palloncini...i venditori erano, ovviamente altri...la città era cambiata...era la mia... Ma quel cavallino, quel cavallino volante a metà tra un palloncino e un unicorno, c'era di nuovo...e mi indicava la strada dei miei ricordi... Peraltro quei cavallini eterei, ai miei tempi, non c'erano...
Non ho potuto non fotografarlo...
Sembrava mi seguisse...
Ora vi racconto l'epilogo...
Ieri mattina, svegliato di buon'ora, nonostante avessi fatto le ore piccolissime la notte, sono uscito in giardino per entrare subito in sintonia con la natura...come ogni giorno...
Ho respirato, mi sono guardato intorno... Nessun rumore, se non quelli della campagna, meravigliosi...
Una macchia di colore strana mi ha colpito...
Si vedeva appena...sembrava appesa al ciliegio selvatico...
Mi sono avvicinato...
Mi sono avvicinato ancora...
Beh...a questo punto potete immaginare... Era proprio lui...il cavallino!
Sono rimasto troppo stupito!
E anche un po' combattuto tra l'essere deluso e onorato...
Deluso perché, alla fine, ho dovuto ammettere a me stesso che i palloncini, quando scappano dalle mani del proprio padroncino, o della propria padroncina, volano per un po'...e poi muoiono dove capita...
Onorato perché, tra i tantissimi posti dove poteva cadere il cavallino, proprio il cavallino, ha scelto la mia casa...
Allora, ancora una volta, mi chiedo: tutto ciò avrà un significato oltre a quello casuale della legge dei grandi numeri?
Ho pensato a quanti chilometri avrà fatto quel simpatico e colorato oggetto del desiderio... Nella mia città non mi pare ci fossero eventi che richiamassero venditori di palloncini...e comunque quel cavallino blu ne ha fatta di strada, PARDON, di aria nel cielo per arrivare infine da me...
Poi ho pensato alla tristezza di quel bambino o quella bambina che l'ha perduto... Il filo appariva visibilmente strappato... Era stata certamente una fuga quella del piccolo animale azzurro...
Chissà che pianti...
L'ho tenuto...il cavallino... E' sgonfio...ma sempre molto bello... C'è sempre la speranza che qualcuno legga e sappia del "dramma" di un bimbo che sabato, o qualche giorno prima, ha dovuto fare i conti con l'elaborazione del lutto della perdita del proprio bene prezioso...
Lo terrò finché il legittimo proprietario non lo verrà a prendere... Tutto è possibile... I sogni volano come i palloncini...le speranze, fin che si è piccoli, anche...
Allora io, che non sono mai veramente cresciuto, ci credo...credo nel perché di ogni piccolo o grande segnale del caso...vero o presunto...e aspetto...aspetto che arrivi il bimbo che ha perso il palloncino...
...Magari mi accorgerò che quel bimbo, in realtà, sono io...
Buongiorno, Maestro. Il racconto è bellissimo e tenero. Rimanga bambino, nel cuore. E' una ricchezza che non tt possono avere. Leggendo le sue righe mi è venuto in mente il Ponte dell'Arcobaleno che attraversano tt i mici quando ci lasciano e se ne vanno via...come i palloncini, lasciandoci tristi. Tks Maestro, trascorra una bella giornata. (oggi, seguo il consiglio della mia cara amica Giovanna, che mi ha dato l'opportunita di conoscere il suo blog e metto il mio nome) Silviaenrica
RispondiEliminaBuon giorno Silviaenrica... Grazie per le sue parole...anche per quelle passate... Un buon incentivo per continuare...per ritrovarla...
EliminaBuona giornata...
Prof, i tuoi racconti mi allargano sempre il cuore! Certo che i segnali dell' Universo esistono, e quando si inizia a crederci a poco a poco se ne percepiscono anche i significati. Soprattutto con una grande sensibilità come la tua. Magari quel palloncino voleva confermarti e ricordarti che sei sempre un po' un bambino, ha deciso che quel giorno ti meritavi questa gioia! :) grazie per i tuoi fantastici post. <3 Bea :)
RispondiEliminaCiao cara Bea...sono contento di trovarti un po' qua...un po la'...comunque trovarti... Un abbraccio...
EliminaCaro Enrico come vedi siamo sempre in molti a seguirti e sai perchè?
RispondiEliminaperchè riesci a farci pensare, divertire e guardare un po' dentro di noi. Siamo veramente stufi dei media che ci bombardano di brutte notizie e ci propinano quello che più "va di moda" in quel momento. Tu, attraverso questo blog, ci ridarai, e anche tu ti metti in gioco, la libertà di pensare senza condizionamenti, come in questo post, grazie a quale siamo tornati indietro negli anni.
Ho letto un commento che ti hanno fatto su FB che dice, in modo ironico, di non far più piangere la gente, ma il pianto non è debolezza...è essere profondi!
Buona giornata!
quello che hai scritto è poesia,speranza,musica.
RispondiEliminaGrazie per aver reso la mia giornata migliore