Buon giorno...
Ieri è stata la volta del POST di "Immaginando"... La foto su cui vi ho chiamato a fare delle considerazioni era questa...
Avete pensato? Cosa vi ha suggerito questo scatto?
MN, che tutti ormai conoscete come Mattia Niniano (non è più un segreto), da ottimo musicista qual è, ha scritto, nei COMMENTI, questa considerazione...
"Un do... Potrebbe essere "le cose che non dico", ma data la posizione (dovuta anche all'assenza di occhiali?) potrebbe essere "la canzone di Marinella...". Ma potrebbe essere qualunque cosa, non ha importanza... Sono momenti difficili da spiegare a parole non saprei descriverlo, lo lascio fare a te domani mattina..."
Mattia ha dimostrato due cose: di essere davvero un gran musicista, dotato di forte sensibilità....di aver assistito a molti dei miei concerti...
Lui ipotizza, dunque, l'esecuzione de "le cose che non dico", per intenderci, questo...
...però in questo brano, molto difficile e ritmicamente complicato, paradossalmente mantengo un'impostazione abbastanza corretta...
...Mattia offre l'alternativa, la canzone di Marinella...questa...
GIUSTO! Mattia sa, perché me lo ha visto suonare più volte, che questo brano lo eseguo senza occhiali... Il brano, come l'ho pensato io, ha uno sviluppo "violento"... Nella parte centrale, infatti, metto in scena l'omicidio di Marinella... La violenza e il successivo omicidio della ragazza... Come se non bastasse il bruto assassino prima ha abusato del suo corpo e poi glielo ha portato via per sempre... Io ho cercato di raccontarlo con la Musica e la gestualità...
L'episodio a cui mi riferisco è quello che nel video parte dal minuto 2:49.
Se avrete pazienza di guardare il video noterete che nel punto in questione io prendo letteralmente "a botte" lo strumento... Noterete, inoltre, che in quell'esecuzione ho gli occhiali... Il video si riferisce al concerto al Teatro Civico di Tortona del 19 marzo 2009... La fotografia, invece, riguarda il concerto del 5 febbraio 2010, al Teatro Civico di Caraglio (Cn)... Nel corso di quell'anno il brano ha assunto colori più drammatici... Gli occhiali non reggevano proprio più al mio divincolarmi sulla tastiera... Il sudore, inoltre, dava il colpo di grazia agli "optional" che mi permettono di vedere con più chiarezza le cose del mondo...
Non servono gli occhi per suonare...serve il cuore...il cuore e la testa... E qui arrivo al mio ragionamento...
Nella fotografia di ieri si evince chiaramente una vicinanza corporea allo strumento... Ho bisogno di abbracciare il pianoforte...lo devo toccare, e non nel senso semplicistico usato dagli spagnoli..."tocar"...ossia suonare... No...io lo devo toccare...devo avere un rapporto molto intimo con lo strumento...
Siamo sfortunati noi pianisti (come gli organisti e pochi altri)... Dobbiamo sempre tenere i concerti su uno strumento che non è il nostro... Solo il grande Arturo Benedetti Michelangeli aveva la possibilità di portarsi dietro uno dei suoi strumenti... Ma noi comuni mortali dobbiamo accontentarci... I violinisti, i chitarristi, i violoncellisti (insomma gran parte degli esecutori) vivono con il proprio strumento...suonano, viaggiano... Diventa il loro amico migliore...anzi...quasi la "fidanzata" ideale... Lo abbracciano...lo sfregano, lo accarezzano...sanno quali corde toccare per meglio farlo risuonare... Pensate agli strumentisti a fiato... Loro hanno davvero un rapporto intimo e sensualissimo con il loro strumento... Lo baciano, lo scaldano col fiato... Quasi fossero saldamente ancorati e fermi alla fase orale così ben descritta da Freud...
Noi pianisti, invece, dobbiamo sempre conoscere da zero il nostro nuovo patner... Non sappiamo se sarà uno strumento in ordine, nuovo, vecchio, decrepito... Dobbiamo passare del tempo con lui prima di conoscerlo almeno quanto basta per impadronirci di qualche suo segreto... "Rapporti occasionali" che si spendono in un paio d'ore di una sera... A volte si rimane soddisfatti...altre volte meno...
Io ho risolto parzialmente il problema... Quando suono nel raggio di cento chilometri, o poco più, chiedo sempre che venga noleggiato il pianoforte dai miei "fornitori" di fiducia... I loro pianoforti li conosco a memoria...
Ma, al di là di queste cose, peraltro importanti, voglio ancora dire che quando suono, indipendentemente dal patner, PARDON, dallo strumento che ho sotto le dita, io cerco sempre un contatto fisico... Mi abbasso molto su di lui...alla faccia delle scuole di impostazione ultraortodosse che vorrebbero sempre una schiena diritta come quelle delle indossatrici... Durante certe interpretazioni (Marinella è una di quelle) mi piace togliere gli occhiali, non vedere più nulla, distinguere appena i tasti bianchi da quelli neri... Se è vero che si suona con tutti i sensi, è vero che la vista non è quello più importante...
"Io non riesco a immaginare. Mi piacerebbe sapere cosa c'è nella testa dei musicisti"...
Così ha scritto ELENA nella bacheca della mia pagina ufficiale di Facebook...
La risposta che posso dare io è: c'è tanto...c'è tutto...c'è niente...
Perché in ogni azione c'è tanto di quello che abbiamo imparato in Conservatorio e (soprattutto) nel corso dell'attività musicale, c'è tutto il nostro impegno e tutta la nostra passione (e anche il nostro stress)...c'è niente perché quando suoni, soprattutto quando improvvisi, ti devi lasciare andare...devi dimenticare le regole, la didattica, la disciplina, la filologia e devi solo pensare di arrivare...arrivare al cuore della gente, bersaglio dei tuoi sacrifici...
Per questo vive un musicista...per sentire ben distinto tra le note, il caloroso commuoversi di chi è venuto a sentirlo...il divertito sorprendersi di chi, magari scettico, ha deciso di dedicargli un'ora e mezza del suo tempo...
Nella testa di un musicista, mentre suona, c'è tutta la vita che scorre...quella vissuta...ma c'è anche tutta la vita che deve ancora venire e che sta gettando un ponte sulle ali solide della Musica che mai cesserà di esistere...
Buona giornata...
Ecco, vedi? Parli meglio tu... :) mn
RispondiEliminaGrazie...
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