Buona giornata e buona domenica...
Sono appena tornato dal viaggio di cui vi ho parlato tutta la settimana... Non ne parlerò ancora... Il capitolo è chiuso... Il mio BLOG si è trasformato per qualche giorno in un diario di bordo nel quale molti genitori delle studentesse e degli studenti coinvolti nella gita hanno potuto vedere immagini dei luoghi visitati da noi...hanno potuto vedere i volti sorridenti dei loro figli... Ho messo volentieri a disposizione le mie pagine...un metodo moderno per tenere aggiornati tutti...
Ora voglio fare una considerazione finale... Non sulla gita appena conclusa..non sui ragazzi, bravi e puntuali... Sul viaggio in genere...su UN viaggio...quello che deve ancora venire...
Non so se vi ho già scritto (e credo di no) che sto preparando un nuovo progetto per ACROSS DUO dal titolo "Il viaggio"... Come per "La signora in viola", anche "il viaggio" è assimilabile alla "Musica a programma"... Si parte da un argomento (la donna, il viaggio) e, intorno, si costruisce un percorso musicale che lo racconti con note ed emozioni.
Il viaggio, quello musicale, descriverà due tipi di percorsi: quello geografico, legato a un certo numero di città del mondo, e quello esistenziale, un viaggio all'interno di noi...
Per la parte geografica sto usando brani di repertorio opportunamente riscritti...
Per quello esistenziale, invece, impiegherò temi originali...la mia Musica... Perché il viaggio dentro di noi richiede maggior introspezione e questa io la ottengo maggiormente con la mia Musica...
Oggi, al termine di un vero viaggio, sono così...come sempre, tra il contento e il malinconico...
Odio le cose che finiscono...come le feste, i week end, le esperienze durevoli nel tempo... Quante volte ve l'ho scritto? Non sopporto le cose che finiscono, forse (anzi sicuramente) perché non sopporto la fine della vita. E ogni esperienza più o meno lunga, quando finisce, me lo ricorda...
Un viaggio come quello appena concluso ha avuto un bel numero di inconvenienti...qualche arrabbiatura... Eppure ti manca appena concluso...ti manca il "rito" di salire e scendere dal pullman...di entrare nel nuovo hotel, di cenare insieme ad altre centocinquanta persone... Ti manca la libertà di essere lontano dalla routine... Ti mancano i posti nuovi che hai conosciuto... Quel viaggio appena terminato (e direi: finalmente) è un'altra parte della mia vita che se ne va... Non so se ne farò altri di questi viaggi d'istruzione... Di certo questo non tornerà... Non torneranno quei ragazzi, quei colleghi, quegli autisti... Il prossimo sarà meglio? Il prossimo ci sarà? Il prossimo, comunque, sarà un'altra cosa... Come nella vita!
E quando cerchi di ripetere un'esperienza di vita entusiasmante, immediatamente ti accorgi che non sei in grado di ripeterti... Il tempo non si ferma e non si imita... Il tempo non si rincorre né in avanti, né all'indietro... Il tempo è l'attimo che vivi in quel momento! E se tenti di fermarlo mentre lo vivi, questo ti sfugge ancora più velocemente...
Hanno inventato le fotografie, i video...ma nulla ti riporta indietro... Semmai quei sistemi sono un coltello piantato nella piega dei ricordi...
Prendi i tuoi scatti e i tuoi filmati, li fai vedere agli amici durante una cena che hai organizzato apposta...e questi, per correttezza, fanno finta di essere interessati... In realtà non possono appassionarsi...perché quei posti, quei sapori, quegli odori, quei colori non li hanno vissuti... E quei tuoi scatti diventano presto dei "dinosauri" della tua vita... Monumenti al tuo essere stato... Penso alle prime gite...alla voglia di portare gli studenti in giro fino a notte fonda... Ora mi vedo stanco e propenso alla rinuncia... Sono invecchiato o semplicemente diverso? O entrambe le cose?
... Ho fatto tante fotografie...le ho postate...per voi...per puro spirito di condivisione dell'esperienza con i ragazzi... Ora sono già archiviate nella memoria digitale dove saranno raggiunte da una polvere esistenziale che si chiama cambiamento...
Tutto cambia, tutto si trasforma...non sappiamo come...se in meglio o in peggio...sappiamo solo che tutto questo è inequivocabilmente...vita....
Buona giornata...
Bentornato Maestro!
RispondiEliminaPenso che fare lo stesso viaggio in età o momenti diversi della vita, dia emozioni diverse e presenti problematiche cambiate ogni volta.
Penso, inoltre, che ogni momento della nostra vita sia unico, bello o brutto sia.
Buona domenica...vado a votare...come per le elezioni
Coincidenze poco casuali
RispondiEliminadi
Massimo Gramellini
Tutto ciò che ci succede è sempre giusto e perfetto e fa parte di un disegno che non siamo in grado di comprendere. Quest’affermazione a qualcuno sembrerà consolatoria e a qualcun altro terribile. Eppure, dall’inizio dei giorni, chiunque si sia avventurato nei territori del proprio subconscio ha poi riferito lo stesso messaggio: che il bene e il male con cui etichettiamo gli eventi della vita sono giudizi umani non condivisi dall’universo, per il quale ogni persona è la nota di uno spartito gigantesco. Abbiamo la libertà di decidere quale nota essere, ma non di suonarla da soli. Siamo parte di un’orchestra.
Ogni tanto qualche scrittore riesce a tradurre in una trama semplice e diretta questi concetti che la mente razionale non può capire e quindi neanche accettare. Il giornalista sportivo americano Mitch Albom tocca corde così profonde da avere trasformato una storiella scritta male in un long seller mondiale. Nelle «Cinque Persone che incontri in cielo» immagina che al momento della morte lo spirito del defunto venga a contatto con cinque persone che hanno incrociato la sua vita, spesso senza che lui se ne rendesse neanche conto. La prima, per esempio, è un automobilista morto d’infarto per lo spavento, pochi minuti dopo avere scansato il protagonista del romanzo, all’epoca bambino, che aveva attraversato la strada senza guardare. Gli esseri umani sono legati da fili imperscrutabili e qualunque scelta da loro compiuta, o evitata, incide sull’esistenza di qualcun altro. Questo lo sappiamo tutti: ma i materialisti imputano la trama al caso e la chiamano coincidenza, fortuna o sfortuna. Gli spirituali evocano invece un piano: divino o universale, a seconda dei propri convincimenti interiori.
Come fa dire Martin Scorsese al suo piccolo orfano, Hugo Cabret: «Le macchine non hanno pezzi in più. Hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Così penso che, se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo. E anche tu!»
Anche a me piace credere che non siamo qui per caso. Accettarlo comporta una grande responsabilità, però ci regala la speranza di servire a qualcosa. Tutto sta a capire a che cosa. Ma è inutile sfinire il cervello in cerca di risposte che non ci potrà mai dare. Per questo genere di informazioni bisogna rivolgersi al cuore.
Le cinque persone che incontri in cielo
di Mitch Albom (1997)
da Marina
Riferito a quanto sopra..
RispondiEliminanel nostro viaggio personale tocchiamo così tante persone.. e spesso non lo sappiamo.Tu sei sensibile alle foglie , la tua malinconia si dipinge dei colori dell'autunno perchè avverti ogni movimento delle anime intorno a te. Ciò che ,mi sembra importante, e che a te riconduce , è che siamo tutti note di un'unica orchestra, della quale solo a tratti percepiamo la magnificenza...A tratti la percepisco persino io, la più materialista e negazionista delle persone che puoi incontrare...
Marina