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venerdì 8 marzo 2013

08/03/2013 Venerdì mattino...PENSIERI SERI... Giallo come la mimosa...

Buon giorno...


Lo scatto qui sotto è sempre suo, di Steve McCurry... La mostra è sempre la solita, quella a lui dedicata a Genova, a Palazzo Ducale... Sarà aperta sino al 7 aprile...


Sto guidando...la mia auto va da sola...la strada la sa meglio di me... Eppure la sta facendo da soli tre anni... Quella è la sua età... Si vede che il sapere della strada si tramanda da automobile ad automobile... Dal 1995 percorro quel tratto di lingua asfaltata cinque volte alla settimana...dieci mesi all'anno... Sono dunque io che conosco quei settanta chilometri come le mie tasche! Conosco ogni fosso, ogni dosso... Ogni tanto quegli angoli di strada si colorano di atmosfere strane... Ciclicamente incontro il signore dei peluches...in estate ci trovo qualcuno che vende le pesche...o le angurie... E i crisantemi? Certo...verso la fine di ottobre compaiono sempre... Così come, in certi mesi dell'anno, incontro il camion con quegli orribili vasi di terracotta... E' da un po' invece che non trovo quei signori dell'Est europeo che mettono in mostra i loro strumenti di precisione... Binocoli, cannocchiali, macchine fotografiche... Ma funzioneranno davvero?
Questa mattina il colore degli angoli della strada statale è giallo... Giallo come la mimosa... 




No, non come...è proprio il giallo delle mimose... D'un tratto mi accorgo che è l'otto marzo... Sembra ieri che era Natale... Domani sarà già Pasqua... E' molto vicina quest'anno...in questi casi si dice che la "Pasqua è bassa"...
E mentre penso a queste cose torno con il pensiero all'otto marzo, Festa della donna... Una festa "commerciale" come la festa della mamma, del papà, San Valentino...ecc... Vedo alcune auto che si fermano al banchetto della mimosa... Sono tentato di farlo anche io... Quando mia mamma era viva mi fermavo sempre... Passavo quasi tutto il tragitto a pensare: "la prendo o non la prendo?" Se non l'avessi comperato avrei in qualche modo fatto un torto a mia madre... Se l'aspettava... Come facevo a dirle che quella era una manovra assolutamente commerciale per vendere centinaia di migliaia di mazzi di mimosa? Se l'avessi acquistato avrei provato un senso di fastidio... Sarei caduto nella rete di coloro che avevano organizzato la vendita in massa di mimose... Alla fine, passati una decina di "isole delle mimose", poco prima dell'arrivo a casa, mi fermavo e l'acquistavo...e mi presentavo dalla mia dolce mammina con quel mazzolino... 



E lei sorrideva e cercava il vaso migliore  dove riporlo... Una sorta di scrigno prezioso dove mettere quel dono scontato... Non aveva bisogno di prove mia madre... Io l'amavo tanto, incondizionatamente, e glielo facevo sentire se non tutti i giorni, molto spesso... Per quello non mi sentivo fuori posto l'otto marzo quando acquistavo il mazzolino... 
Ora che mia mamma non c'è più guardo quei banchetti per la strada con molta nostalgia... Ma questa non mi impedisce di pensare... Quanti uomini oggi acquisteranno quel mazzolino per la loro donna? E quanti il giorno dopo si ricorderanno che quella donna è la stessa del giorno prima? 



Siamo sommersi di notizie di donne maltrattate, soggiogate, violentate e uccise... Una ogni due giorni, in Italia, perde la vita... Quasi sempre gli atti infami contro le donne avvengono in famiglia... La casa, che dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, diventa la trappola mortale... E la vittima muore pietrificata con scolpita in faccia la domanda "perché?"... Come quando il terremoto ti prende nel sonno e tu sei uccisa dalla tua stessa casa... Non puoi darti pace...perché la casa è sacra!
Invece per le donne di tutto il mondo la casa diventa uno dei luoghi più pericolosi... Sono troppe le donne che la subiscono... Altro che mimosa! Ma come si fa? Ma com'è possibile?  E' una questione di cultura, anzi di mancanza di cultura? Di follia collettiva? Non voglio perdere tempo a cercare giustificazioni... Tanti si prodigano a parlarne... Non più di due settimane fa, su Rai tre, c'è stata una puntata bellissima e raccapricciante della trasmissione "Presa diretta"... Abbiamo visto come l'uomo, il fidanzato, il marito, il fratello, costringa la donna in un drammatico e disperato isolamento, una morte sociale anticamera della sua morte fisica... E tutto intorno il vuoto... Nessuno sembra interessarsi al tremendo delitto annunciato...
Ogni volta che vedo un banchetto di mimosa per la strada mi viene in mente prima mia madre e poi questi atti barbari dell'uomo nei confronti della donna che dovrebbe amare... E mi chiedo cosa possa fare per dare il mio contributo affinché questo non avvenga più! Posso parlare alle mie studentesse, quasi tutte donne... Lo faccio, ogni tanto... Posso intervenire ogniqualvolta venga a conoscenza di qualche atto grave commesso nei confronti delle donne... L'ho fatto, ogni tanto... Posso gridare l'urlo della donna con la mia Musica...lo faccio sempre... Lo farò anche questa sera al concerto di Palazzo Guasco, ad Alessandria...



In concerto eseguo sempre questa versione della "Canzone di Marinella" di Fabrizio de Andrè... 


Il cantautore genovese l'ha dedicata a un'anonima e giovanissima prostituta, uccisa a sedici anni... Il tentativo dell'autore è stato quello di riscrivere un finale più dignitoso a questa vita spezzata... Marinella, nella canzone di de Andrè, muore scivolando nel fiume a primavera proprio nel momento in cui ha conosciuto il vero amore...
Nella mia versione, invece, grido con dolore la disperazione di quella Marinella e di tutte le Marinelle del mondo... E quell'urlo lo rappresento prendendo selvaggiamente a schiaffi e pugni la tastiera del pianoforte... Ogni sera, in concerto, mi faccio molto male... Non importa... Quelle "botte" devono fare male anche a chi sente...devono sollevare le coscienze... Quelle botte DEVONO servire a impedire che vadano davvero a colpire le donne di tutto il mondo...

... Trovo un ultimo banchetto di mimose... Sono stato indeciso sino ad ora... Dopo non ce ne saranno più... Mi fermo...acquisto un mazzolino... Sento che mia mamma sta sorridendo... Non cerca più vasi, scrigni per il suo tesoro di un giorno... Là dov'è i fiori non appassiscono...
...Ora posso pensare al mio concerto...con il cuore più tranquillo...

Buona giornata...a tutte le donne...
                                                                    ...buna giornata...Mima...







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