Buon giorno...
Quando ieri pomeriggio ho intrapreso un breve viaggio in automobile per andare in un paese non così lontano da casa mia avevo in mente due pensieri... Il primo si riferiva alle fotografie pubblicate lo scorso anno nel BLOG, nello stesso giorno... Fotografie che ritraevano le piante da frutto piene di fiori... Le avevo scattate il giorno prima... Ecco...ieri, mentre guidavo e ascoltavo la radio, pensavo: "l'anno scorso la natura era molto più avanti...mi sorrideva di più... Oggi, invece, guarda un po' che tempo... Domani nevica pure!"
Il secondo pensiero si riferiva a quello che ascoltavo alla radio... Avevano eletto da poco la nuova presidente alla Camera, Laura Boldrini, la terza donna dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti... Ascoltavo il suo discorso...soprattutto mi convinceva il passaggio sulle donne e la violenza subita da molte di loro... Di lì a poco avrei appreso anche dell'elezione al foto finish di Pietro Grasso al Senato. Aveva vinto al ballottaggio contro il trito e ritrito Renato Schifani... Pensavo: "ecco domani faccio un bel POST su queste due nuove presidenze"...
Questi pensieri, e una Musica molto carina, mi hanno velocemente portato di fronte a una struttura protetta per malati non autosufficienti e per malati in lungodegenza post-ospedaliera... Lì c'era ricoverata una mia cara amica... Se state pensando male vi dico che la mia cara, carissima amica ha un'età importante... Ben più avanzata di quella che avrebbe oggi mia madre... La mia amica, persona intelligente, profonda, una musicista della vecchia scuola, non sta bene... Inutile dirvi che il suo aspetto malato, sofferente ha preso a calci il mio cuore...
Ma c'è qualcosa in più nel pomeriggio di ieri che mi ha abbattuto... C'erano tutti quegli "ospiti"... Il quelle strutture i "ricoverati" li chiamano "ospiti"... E tra quegli ospiti ci trovate di tutto...malati di Alzheimer, di demenza senile...che poi, più o meno sono la stessa cosa... Malati di Parkinson e di ogni altra patologia...o, come ho fatto dire a Ugo, il protagonista del mio spettacolo "Tersa età", solamente vecchi...
Per chi mi conosce questi discorsi non sono nuovi... Ieri mi sono trovato ancora una volta in un posto come quello dove per cinque anni ho vissuto con mia madre, malata terminale di Alzheimer... La cosa che mi ha sconvolto di più ieri pomeriggio è stata quella di trovare le stesse persone che incontravo nell'RSA dove era "ospitata" mia madre...
Come se qualcuno avesse preso un pullman e avesse caricato gli ospiti della mia città conducendoli in quell'altro posto... A dire la verità la struttura di ieri era molto più bella di quella che "custodiva" mia madre... Nuova, spaziosa, senza barriere architettoniche... Però quei volti, quei corpi...erano proprio gli stessi... Stessi odori, Stesso smarrimento... Ho imparato che la malattia, la sofferenza, il disorientamento mentale hanno una sola espressione...quella che ho ritrovato ieri...
E cosa potevo fare? Ero imbarazzato... Incontravo un visitatore ogni venti malati... E tutti quelli orfani di un sorriso mi guardavano...come per aspettare una parola, un gesto... Ma io non avevo una scorta di gesti e sorrisi sufficienti per tutta quella gente... Io dovevo andare a regalare pochi minuti di amore alla mia amica... E mi sono sentito in colpa, sì, inadeguato e in colpa... Avrei voluto stare lì e passare qualche minuto con ognuno di loro...
Ma come potevo? L'unica cosa che sono riuscito a fare è considerare quanto vi ho già scritto poche righe fa... Un anziano che soffre ha un solo volto, ovunque egli si trovi... Perché, forse i neonati sono davvero così diversi?
Il volto di un bimbo che nasce non è forse uguale in ogni parte del mondo?
E' un po' come quando uno dice che i cinesi hanno lo stesso volto... Sì, a noi occidentali i cinesi sembrano tutti uguali, anche i giapponesi, aggiungerei... Però ognuno di loro, ognuno di quel miliardo di esseri umani, ha una sua storia...di felicità di tristezza, di amore, di indifferenza... Così erano quei volti di ieri...uguali, sì a quelli della mia città...ma solo in superficie...solo nell'espressione contorta del dolore, della sofferenza, della consapevole inconsapevolezza... E ognuno di quei volti di ieri ha ricomposto un puzzle che in questi tre anni ho cercato di sciogliere e gettare via... Un puzzle che mi ricorda che la vita di un uomo corre, corre, corre e finisce, neanche tanto lentamente, in fondo al sacco della speranza...
Sono uscito da quel luogo... Ci tornerò quando farò rientro dal mio viaggio... Ci tornerò comunque anche senza andarci... E' inevitabile e non mi sottraggo alla mia responsabilità di ricordare...
Buona giornata...
Non posso non dirlo: che dolore!Ogni giorno, quando prendo per mano il mio bambino di 80 anni che non sa più chi sono, cosa faremo nè perchè, e poi mi arrabbio a volte ,maledizione, con l'altra bambina di 80 anni che vuole a tutti i costi uscire sotto il diluvio per andare a raccogliere le ciliegie che vede solo con i suoi occhi , provo un dolore infinito, un senso di perdita senza pari, una rabbia sconfinata, e ho voglia di prendere a calci il creatore, che davvero spero non esista, per averci condannato ad un'esistenza brevissima che si conclude con tanta sofferenza. Scusa Enrico, hai stimolato una parte rabbiosa di me.
RispondiEliminaIl mio cuore è devastato dalla sofferenza che vedo e che provo.
Marina