Buon giorno...e buon Natale...
Può essere un giorno ideale quello di oggi, Natale, per tornare a narrare con fiumi di parole...anzi direi...con un mare di frasi e di luoghi di certo non troppo comuni, che rendono immuni da un certo torpore che assale per ore nel giorno in cui i pranzi diventano vere odissee, tra pini e orchidee?
Lo so che voi, molto basiti, chiedete stupiti: "ma cosa sta ora dicendo sto pazzo che, molto paonazzo, ci sta rovinando sul collo parole che sanno di pollo...o forse davvero un senso non hanno...e, come un malanno, ci cascano addosso come un corpo morente senz'osso?"
Nessuno si ponga domande contorte...non parlo di vita ma tratto la morte di un tizio dal nome sbagliato nel giorno più santo del nostro creato... Pasquale il suo nome...letale la fine di cui dirò come... Ma, non preoccupatevi troppo...non siamo davanti a un intoppo... Si tratta, e ditelo forte...di una, tra tante, delle mie storie storte...
Il Natale letale...
Oggi è Natale... Uno dei gironi, pochi, in cui non vengono i sensi di colpa se non si fa niente... Si può oziare...sì...questo lo si può fare... Al limite sorge un sensibile senso di polpa... A causa del troppo mangiare... Tutti seduti per ore al tavolo...e via...dal prosciutto al panettone...via a mangiare piatti di portata dalla portata esagerata...
E GNAM... GNAM...le mascelle si agitano...si divincolano...tra denti suadenti...tra monili pendenti che diventano intingoli nei brodini oleosi che rimpinzano anche solo facendo un aerosol con le narici...pur piene di varici... D'altra parte, lo dicevano anche gli antichi... Meglio aerosol che aeromal accompagnati...
Lasciamo perdere questo prodromo di prologo procrastinato fin troppo e veniamo al sodo...come disse il signor Pasquale quando tentò di toccare il fondoschiena della moglie Natalina... Rimase assolutamente basito quando non trovò nulla di sodo...anzi...al signor Pasquale pareva proprio che gli ormeggi, o perlomeno gli ormoni, avessero ceduto in quella zona del corpo di sua moglie che lui stentava a riconoscere...
Tanto rimase basito che il signor Pasquale decise di passare il Natale lontano da casa. "Questa festa non si addice al mio nome... Vado altrove"... La moglie, per nulla preoccupata, si limitò a rispondere: "e dove si trova questo altrove?"
Quel vado altrove sapeva molto di "scendo a comperare le sigarette"... Tuttavia la signora Natalina non diede peso alle parole del marito... Troppo gelosa dei suoi chilogrammi per dare peso ad altri...marito compreso...
Così avvenne che Pasquale, proprio la vigilia di Natale, salutò tutti e si diresse nell'Africa più nera... Capì di esserci arrivato quando, una volta sceso dall'aereo, non vide più nulla...
"Mamma mia, quest'Africa è proprio nera!"... Il signor Pasquale non si accorse che era arrivato a destinazione di notte... A causa del fuso era fuso... Gli ci volle qualche ora prima di riprendersi...giusto il tempo di mettere in carica la videocamera e puntarsela addosso...
Una volta ripresosi a sufficienza decise di avviarsi alla ricerca della vera Africa, quella che solo i libri di avventura sono ancora in grado di raccontare...
Una guida tentò di avvisarlo: "Sdia addendo, buana, oldre guel sendiero lei finisce nel regno dei gannibali più feroci...non gi vada..."
La guida non parlava proprio come un libro stampato...per forza...non era mica una guida Michelin! E poi cosa vorrà dire "sdia addendo"... Si chiedeva insistentemente il signor Pasquale... La matematica non era mai stata il suo forte...degli addendi non aveva mai capito nulla...
Si informò meglio... Prese atto che da quelle parti esisteva un popolo di cannibali piuttosto feroce quando vorace...si esprimevano solo con l'alfabeto mors...e facevano piuttosto male... Si chiamavano, tradotto in italiano: "t'addento se non stai attento"...erano anche detti i piranha della foresta...conosciuti meglio come la tribù dei mascelloni...
Pasquale era troppo eccitato per essere cauto... Fosse stato tedesco avrebbe potuto almeno tentare di essere crauto...tant'è, essendo italiano, non gli rimase che essere incosciente e si addentrò nella giungla... E siccome si ricordò che quel giorno era Natale si mise a intonare "giungla bells, giungla bells, giungla all the way"...
Tanto cantò che piovve... PARDON... Tanto cantò che la tribù dei mascelloni lo notò... DO RE MI FA SOL LA SI DOOOOOOOO! Lo notò proprio... I mascelloni vivevano allo stato tribale ma conoscevano molto bene la Musica... Grazie a quella non si annoiavano... Diversamente non avrebbero vissuto allo stato tribale ma DU-BALE!
Detto questo il signor Pasquale si vide circondato da un esercito di personaggi piuttosto voraci e mordaci... Iniziarono a comunicare con il loro alfabeto mors...che era simile all'alfabeto morse ma con una differenza... Gli indigeni, infatti avevano sequenze come questa: punto, punto, linea...mors...punto...linea, linea...rimors... Ogni tanto, infatti si pentivano... Mordaci sì...ma con un cuore...
"Ma li mordaci tua...con quei denti mi fai un male cane...anzi...canibale" Apostrofò il signor Pasquale che a ogni morso sentì male da finire all'ospedale...
Non ebbe il tempo di gridare di nuovo che il nostro uomo si trovò, come un uovo, in una pignatta piuttosto capiente riempita di acqua bollente...
Finisce qui la storia del signor Pasquale, quel giorno di Natale... l'uomo col nome sbagliato...nel posto sbagliato...
Concluse la propria esistenza emettendo soltanto più un semplice: "perché? Perché questa fine a un povero cristo, cristiano, il giorno di Natale?"
E il capo cannibale, del tutto convinto, rispose con poche parole...le uniche, plausibili e sole: "perché il 25 dicembre voi bianchi, cristiani e credenti dite sempre, tra i denti, tra pandori e panettoni di essere...più buoni...a Natale"
GNAM GNAM...
Buona giornata...
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