Buon giorno...
Eh...sì...sapevo che la fotografia di ieri avrebbe destato qualche interesse... Quel barattolo "morbido", bianco, col tappino rosso è rimasto dentro ognuno di noi che è stato bambino un po' di tempo fa... Partiamo dalla fotografia di ieri...a corredo dell'immaginando...eccola...
Quel barattolino tutti lo conoscono, l'ho detto... Qualcuno tentenna? Ma no, non è possibile! Va beh...avviciniamoci un po'...
Meglio così? Ma come? Pensate...c'è ancora un manipolo di irriducibili che dice di non conoscere quell'oggetto...
E va bene! ECCOLO nella sua intera bellezza!
Oh, ora non potete dire di non sapere cos'è... E' il famoso VINAVIL! Pazienza...ho fatto pubblicità...
Forse, forse...cosa dite...rispetto a quello dei nostri tempi è leggermente più allungato..il che lo rende un pochino più "smilzo", nel complesso... Ai miei tempi il barattolino era un po' più "tarchiatello" e non aveva la scritta in verde "inodore"...
Ecco...era, più o meno, così...
Per il resto è la stessa colla...
Nel mio primo profilo di Facebook, ELENA ha elencato una serie di difetti...tutti sacrosanti e confermati dal sottoscritto:
1: il tappino si stacca sempre col rischio di perderlo
2: finito di usarla sul beccuccio rimane un grumo di colla che si secca
3: ogni volta che devi usarla devi " stappare" il beccuccio con uno stuzzicadenti e una graffetta allungata ...
4: a metà barattolo non viene più fuori da quanto è intasata ....
Subito sotto GRAZIA aggiunge un'altra verità ineccepibile:
Ai tempi, lo spalmavo un po' sulla mano, si formava la pellicina e lo staccavo...
Ancora ELENA:
Infatti a scuola preferiamo il barattolone da 1 kg ....
Ma sì, certo...ottima idea quella del formato famiglia...
Però il VERO VINAVIL è quello della fotografia...quello che, davvero, ti lasciava sempre a piedi nel momento più importante... Come dice Elena, a quei tempi, prima o poi (e comunque prima che il barattolino arrivasse alla fatidica metà), il tappino ti mollava... Si strappava il suo "ombelico" rosso e tu, quasi subito perdevi il copri punta... Sembrava una maledizione!
Io ho già confessato un migliaio di POST fa la mia assoluta negazione per i lavori manuali... Immaginatevi tutti quei regali che le maestre ci facevano preparare con le nostre "manine sante" per la festa della mamma, del papà, dei nonni, delle sorelle, dei fratelli, di Natale, Pasqua...e per la casa... Ogni volta che la maestra arrivava in aula e diceva: "bambini fatevi comperare dai vostri genitori i seguenti materiali" (e da lì partiva una sequela di "ingredienti" che avrebbero sconcertato persino Giovanni Mucciaccia, il solerte conduttore di Art attack)... All'ultimo posto dell'elenco c'era sempre lui, il Vinavil...
ATTENZIONE... Per i contenuti "altamente" umoristici il POST in oggetto cessa di essere un PENSIERO SERIO e diventa una PESCIADE...
Lì cominciava la mia Odissea personale... Mi trovavo naufrago nella mia incapacità... Non riuscivo proprio a coordinare i movimenti... Ricordo una volta la lotta feroce che ho dovuto ingaggiare con un centrotavola fatto con le mollette per il bucato... Ovviamente queste erano di legno... A quei tempi quelle in plastica non c'erano neppure ancora... Tu le dovevi prendere, dividerle in due, togliere la molla che si trovava in mezzo... Successivamente dovevi incollare i dorsi delle due metà...e poi altri due...e ancora...e altri...sino ad arrivare a comporre un cerchio dalle vaghe fattezze stellari...
Che cosa sbagliassi di preciso non l'ho mai capito... Forse mettevo troppo Vinavil... Le due parti di mollette slittavano e si dimenavano come due lucertole spaventate dalla presenza di un essere umano...
Cercavo di far asciugare la colla ma...nulla... Buona parte di questa rimaneva sulle mani... Io non ho mai capito come il Vinavil riuscisse a incollare così bene le mie dita senza ottenere, allo stesso tempo, lo stesso risultato con le mollette! Le mie propaggini più perifriche sì che rimanevano sigillate da una colla che si rapprendeva e diventava, successivamente, come una pelle di biscia dopo la muta... Era persino divertente togliersi quella pellicola dalle dita... Sembravo quasi affetto da una strana dermatite squamosa... La lotta con la colla nelle dita durava qualche minuto...il tempo necessario affinché la punta dell'erogatore del barattolino si cementasse a regola d'arte... Maledizione! Quella colla ti serviva perché il lavoro ristagnava...occorreva finire lo strano accoppiamento di mezze mollette... Allora provavo a premere il barattolino... Nulla...la colla non usciva... Sapete...quell'aggeggio si è rilevato molto utile per fortificare i muscoli delle dita... a forza di premerlo, le mie dita sono diventate più forti... Ottimo viatico per la carriera di un futuro pianista...
Dopo vari tentativi capivo che occorreva prendere qualcosa di acuminato per forare il pertugio... Sì, ma cosa? Una volta ho preso un compasso... Ecco lì mi sono davvero fatto compassione... Nella foga di risolvere il problema la punta del compasso si è rotta ed è finita dentro al barattolino... Il pertugio, in effetti, si era aperto proprio nel momento migliore...
Poco male... Le punte del compasso erano sostituibili... quello che importava ora era fare uscire un po' di colla e terminare il lavoro... Il buco dal quale doveva fuoriuscire il fluido bianco, a questo punto, era più largo... L'impeto della pressione fece uscire una massa oceanica di Vinavil...proprio sul mio centro tavola... Poverino...era già tutto sghembo...ora era pure annaffiato da colla vinilica... Bel guaio! A quel punto dovevo cercare di pulire il manufatto e incominciavo a strofinarlo con carta di giornale... I quotidiani (ma l'ho scoperto con gli anni) non vanno bene per pulire superfici intaccate dalla colla vinilica... Un po' perché una buona parte del mezzo cartaceo finisce irrimediabilmente spalmato sulle mollette...in seconda battuta, la colla vinilica, umida, agisce sull'inchiostro del giornale creando una sorta di decalcomania, non voluta, sul supporto...
Insomma...una tragedia... La maestra cercava sempre di metterci una pezza... Ma nel senso letterale del termine... Cercava di ricoprire lo scempio con un po' di panno lenci... Ancora peggio...
Sapete com'è andata a finire quella volta? Io ho portato a casa il centrotavola... I miei si sono dimostrati molto carini a farmi tanti complimenti... Hanno voluto usarlo subito... Lo hanno scambiato per un poggia pentole... Mia mamma ha posato sul mio "capolavoro" una pentola di trippa bollente... Fu allora che compresi (a mie spese) che il Vinavil non tiene se sottoposto ad alte temperature...
...
D'un tratto mi sveglio... Apro gli occhi...mi trovo davanti allo scaffale delle colle... Ho l'età giusta...sono un uomo e sto cercando un tarmicida... Quel barattolo di Vinavil mi ha fatto andare temporaneamente indietro nel tempo...
A questo punto i "drammi" della mia incapacità manuale sono stati elaborati... Guardo il Vinavil non con orrore, come a quei tempi, ma (quasi) con amore... Bei tempi quelli... C'era solo lui, il Vinavil... Oggi, figuratevi...c'è una colla per ogni gusto: per legno, ceramica, plastica dura e molle, stoffa, ferro... Eh...quanta grazia...ai miei tempi non c'era tutto questo!
Davanti a quello scaffale pieno di prodotti diversi sono sereno...un solo dubbio riaffiora alla mente...solo un secondo... E se i miei quella volta avessero fatto finta di non sapere che il Vinavil col caldo non tiene? Se l'avessero fatta apposta... No...non possono essere stati così crudeli e "geniali" allo stesso tempo...
Pago il conto...esco con il mio tarmicida...un altro lavoro manuale mi attende... Non sono cambiato in tutti questi anni...mi sa che sterminerò tutto...tranne le tarme...
Buona giornata...
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