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giovedì 5 settembre 2013

05/09/2013 Giovedì mattino... PENSIERI SERI... (S)Low Food...

Buon giorno...

Ecco il mio turno... Ieri ho chiesto a voi di immaginare... Troppo facile o troppo difficile?
A volte il troppo facile sembra davvero troppo facile...al punto che si pensa a un inganno...a un tranello... Che cosa c'è da immaginare dietro a una fotografia così esplicita?


Steve McCurry, il fotografo americano autore dello scatto, è davvero un mago nel catturare l'istante... Sì, lo so, qualcuno dice che McCurry "costruisca" i set che, pertanto, finisco per essere artificiali...
Dovete però convenire con me che, se ben fosse così, l'artista dell'immagine riesce lo stesso con grande maestria a darci un pugno nei sensi...o nei sentimenti...o in entrambi...
Dunque che cosa avete visto? Ma è semplice: il Clown della più grande catena di Fast Food del mondo, il McDonald's, saluta e ammicca il potenziale pubblico con un sorriso accogliente... Sotto, ai suoi piedi, quasi schiacciato, un ragazzo, addormentato... Di sicuro non è un "colletto bianco" della City della metropoli in cui è stato realizzato lo scatto... Probabilmente un povero, un senza tetto... E qui c'è la prima immaginazione feroce... Quella fotografia è l'icona del mondo di oggi... Lustrini, luci e sorrisi di plastica per un pubblico che si può permettere il biglietto...il nulla, il grigio, l'indifferenza per la fetta più grande della platea del più grande spettacolo dell'Universo che è la vita...


Il pubblico dei lustrini e del cibo di plastica è misto... In prevalenza sono piccoli, accompagnati dai genitori che, in verità, non disdegnano di andare a mangiarsi un hamburger ogni tanto...


Poi il popolo degli studenti... Il McDonald's è certamente la meta più ambita nelle gite scolastiche... Prima del Colosseo, della Tour Eiffel, dei musei vaticani c'è il McDonald's... E state pur certi che, se provate a consigliare a una comitiva di ragazzi delle scuole medie o superiori di andare a pranzare in una trattoria tipica romana o in un bistrot parigino, questi vi affibiano immediatamente l'appellativo di "antichi" e ZUF...si buttano nel paradiso del brufolo e del fegato ingrossato...


Ci credete vero che in più di vent'anni di insegnamento ho incontrato solo una persona, una ragazza, che si è dimostrata sensibile ai piatti tipici dei luoghi che andavamo a visitare? Si chiama Elena. Ha concluso i suoi studi proprio quest'anno... Ebbene Elena, penna e taccuino alla mano, veniva sempre a chiedere a noi docenti o, meglio ancora, alla giuda locale delle città che visitavamo, quali fossero i piatti più caratteristici e i locali più adatti a gustarli... Nella pausa pranzo sperimentava i gusti di altri paesi... Questo significa viaggiare davvero... Si viaggia con tutti i sensi...non solo con la vista... 
La maggior parte dei ragazzi, invece, si perde in un bicchiere di coca annacquata e in un panino stereotipato... I giovani d'oggi non hanno mai neppure sentito nominare lo "Slow Food"...e si dedicano prevalentemente al LOW FOOD...



D'altra parte i giovani d'oggi sono vittime del loro tempo in cui sembra che si metta in evidenza e si salvi solo l'immondizia... E' la cattiva maestra televisione che li ha cresciuti così, complici molti genitori distratti... Una volta inquinato il senso della vista è stato facile deteriorare anche quello dell'udito... Il gusto è crollato subito dopo... 


Noi a scuola proviamo a combattere una battaglia in apparenza persa... Ma non ci arrendiamo... 
E poi ci prova una certa parte di cinema... Il regista statunitense Morgan Valentine Spurlock, nel 2004, ha realizzato un film dal titolo "Super Size Me", candidato all'Oscar nel 2005 come miglior documentario.


Spurlock si è sottoposto a una dieta ferrea per trenta giorni In quel mese ha mangiato solamente prodotti del McDonald's... E' ingrassato di undici chilogrammi. In quel periodo ha manifestato anche disturbi psichici e disfunzioni sessuali...
Quanti ragazzi conosceranno questo Film?
Nel frattempo la fotografia di McCurry ci ricorda che quelle luci, quei colori, quel "finto" calore, stridono con la realtà in cui questi ristoranti sono spesso ubicati...
Per noi occidentali, per noi europei, i prezzi di quei "panini" sono estremamente "appetibili"... Ma per le popolazioni di certi paesi del mondo quell'oggetto luminoso fin troppo identificato, rimane un semplice "oggetto" del desiderio... 
Ricordo quel dicembre 2002 a Buenos Aires... Laggiù era l'inizio dell'estate... Mi trovavo nella capitale argentina per lavoro... Per quel popolo meraviglioso quello era il clou della recessione dopo l'esplosione del caso dei BOND argentini... Io, italiano, vivevo come un nababbo... Il cambio per noi europei era davvero vantaggioso... Il Pesos argentino era stato svalutato in maniera vergognosa...  Naturalmente ho passato il mese a cibarmi di carne alla brace, di parilliada...stupenda... Quando passavo davanti ai vari McDonald's notavo che non c'era un argentino dentro... erano tutti stranieri...turisti... Il prezzo dei menù era, come il cibo, omologato a tutti i ristoranti della catena... Stesso prezzo, stesso sapore...stesse confezioni... Con la svalutazione della moneta locale gli abitanti di Buenos Aires non potevano più permettersi il lusso di farsi intossicare...


A quei tempi non ho capito perché non si fosse attuata una politica di adeguamento dei prezzi alla situazione economica del territorio... Oggi, vedendo la fotografia di Steve McCurry, non ho bisogno di ulteriori spiegazioni...



Buona giornata... 


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