Ecco un'altra "storia storta", come ciliegina sulla torta, di una giornata appena nata, per niente morta... Leggetela prima di uscire dalla porta...non è né lunga né corta...
Prologo
Siete mai andati a teatro? Avete mai visto quelle belle cantanti che sembrano degli armadi a due ante…anzi…a due elef-ante? E, pensate, quegli armadi magari devono interpretare la povera Violetta della "Traviata" di Giuseppe Verdi che muore di tisi… Immaginatevi… Ai tempi, quando si moriva di tisi, si era deperiti…consumati… E le nostre cantantone, dall'alto dei loro cento chilogrammi, sul palcoscenico a esalare l'intimo, cioè l'ultimo, respiro… Per finta, s'intende! Oggi, per fortuna, le nuove cantanti liriche sono magre, esili e belle… Ma io vi racconterò la storia di una di quei "pezzi grossi" del bel canto… Signore e signore ecco a voi la storia della Diva recidiva!
La diva recidiva
Nell'ottocento c'era una famosa cantante che calcava tutti i palcoscenici del mondo… Mieteva successi su successi…persino sui cessi… Insomma non conosceva posti in cui non avesse conosciuto la Gloria… Gloria era un soprano come lei… Erano amiche ma anche rivali… Talmente in competizione che non ebbero mai il coraggio di cantare nella stessa opera…
Un bel giorno, però, questo avvenne… Si trattava di dividere oneri e onori, gioie e dolori, profumi e odori nella "Tramviata", l'opera che parlava di una donna uccisa da un tram in piena corsa in Corsica…. Voi direte: perché proprio in Corsica? Semplicemente perché lì è nato il primo pronto soccorso! e anche il primo telefono… Ad ogni incidente, infatti si telefonava all'ospedale e si pronunciava la fatidica frase: "Pronto, Son corso"…trasformato poi, per contrazione, in "pronto so'corso" e, infine, in "pronto soccorso".
Ad ogni modo nella "Tramviata" erano previste due cantanti soliste. Furono scelte Gloria Effimera, la rivale, e la nostra protagonista che nell'ambiente era conosciuta come Iva la diva recidiva… Sapete perché? Ora ve lo spiego…
Da un po' di tempo si era messa in testa, oltre alle strane acconciature che la contraddistinguevano, di eseguire nelle rappresentazioni una serie di "do di petto". E tutti a dirle che il "do di petto" è prerogativa degli uomini. Lo cantano i tenori con voce piena… Ma lei niente, insisteva e diceva: "Io canterò una serie di do di petto!"… E tutti a dirle: "guarda che il do di petto è il Do4, quello sopra il do centrale…per te è basso… Non ti valorizza!" E lei allora replicò, e troncò la discussione: "bene, vorrà dire che io canterò il do all'ottava sopra!". Impossibile dissero tutti…ma lei era sicura. Ostentava una sicurezza perentoria…e anche un petto altrettanto ragguardevole… Una sesta, a occhio…direi anche al tatto… Sta di fatto che Iva, la diva recidiva, si esibiva giuliva andando alla deriva nel tentativo di cantare un do inarrivabile…quasi incandidabile... E ogni volta che ci provava esplodevano i bottoni del suo corpetto, tanto era lo sforzo e lo sfarzo che ci metteva! Era certo un po' preoccupata per la sua salute tant'è che si decise a fare TETTAMENTO…"non si sa mai"…diceva.
E tutti a dirle…"non farlo più…potresti finire male"… Ma lei, Iva, la diva recidiva, nessuno sentiva né si compativa e sempre partiva alla ricerca di un Do inarrivabile, piuttosto incandidabile, talmente irraggiungibile che proprio la sera del "duello" con la Gloria Effimera Iva, la diva recidiva, esplose in un fragoroso DO5 di petto…ma esplose sul serio… Iva la diva recidiva così finiva la sua carriera in una sera estiva… Non riuscì più a pronunciare una parola…il petto diventò piatto a causa di quell'irraggiungibile, assolutamente incandidabile, do di petto…un sicuro dispetto del destino… E prima di perdere per sempre la voce, destino atroce, riuscì solo a dire a coloro che le chiedevano perché non si fosse fermata prima: "eh...col SENO di poi…."
Buona giornata...
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