Buon giorno...
Ieri mattina ho proposto un "Immaginando" decisamente "complicato", mi rendo conto...
Che pensieri serissimi...
Reminiscenze di quando ero bambino...un bambino spaventato...di dieci anni, che si è trovato su un baratro...un po' come la figura nella fotografia di Erik Johansson su cui ieri vi ho chiesto di immaginare... Questa...
Un baratro...o un'altezza vertiginosa... Che differenza fa? La sensazione è quella di essere perduti ai bordi di un pericolo imminente... Un pericolo che, però, non è reale ma si poggia sulle deboli gambe di un'immaginazione che spesso prende il sopravvento sulla realtà...
Non è chiaro quello che sto scrivendo...neppure a me stesso... Voglio dire che un bambino di dieci anni non dovrebbe farsi assalire nel pieno della notte da pensieri truci e irrisolvibili come quelli dello spazio e del tempo...
Il tempo...già...la mia ossessione più ossessionante... Risale proprio a quei giorni...
Vi ho detto che con il POST di ieri mattina avrei iniziato una serie di pensieri pseudo-filosofici che non mi, e non vi, avrebbero dato tregua...
C'entra sempre il tempo...e, come in questo caso, anche lo spazio... Spazio e tempo sono inscindibili quando si va a indagare certe sfere del nostro esistere universale... E proprio le sfere dell'Universo, ma forse sarebbe meglio dire, l'Universo, hanno fagocitato molte delle mie notti di bambino...
Molti piccoli, di notte, sono visitati dagli spettri degli "orchi"...e per orchi intendo tutte quelle persone cattive che neppure la figura di Sherk, di recente memoria cinematografica, è riuscita a riabilitare nell'immaginario collettivo dei bambini...
Questi orchi, di notte, escono spesso dalle favole per impossessarsi della serenità dei piccoli... Le favole sono nate anche per questo...per insegnare, sotto la forma della metafora, il male che si può incontrare nel corso della nostra vita...
Impossibile scappare dagli orchi...la notte...perché entrano, prepotenti come sono, nel nostro immaginario... Cosa abbiamo di più intimo e prezioso della nostra anima, del nostro mondo interiore? Nulla! Ti possono privare della libertà del corpo ma non della capacità di volare attraverso le finestre della fantasia... Come tu puoi uscire e librarti in volo verso territori da scoprire, così loro, gli orchi, possono venire a trovarti quando meno te lo aspetti...se solo lasci "la finestra" aperta...
A me non è mai capitato tutto ciò... In quelle notti tragiche io ero assalito da altri pensieri...
Ve li riassumo in poche parole...
Con la mia fantasia mi proiettavo fuori dalla mia camera... Visualizzavo perfettamente la strada del mio quartiere... la percorrevo... Poi, da buon regista dei miei incubi, mi vedevo ripreso dall'altro...sempre più piccolo...
La mia immaginazione volava sempre più lontano... Sino a che vedevo il mio mondo...la Terra...così come la vedono gli astronauti... Provavo delle vertigini composte perché, più o meno consciamente, sapevo di essere nel mio letto...
Una volta fuori dal mondo mi guardavo attorno... Vedevo le stelle...non diverse da quelle che si vedono con i piedi ben piantati a terra... A questo punto il corpo si fermava e, in questa corsa sfrenata verso l'imponderabile, lasciava il testimone al cervello che iniziava i suoi ragionamenti... L'Universo dove sta?
Domande vecchie come il mondo...a cui molti scienziati non sono ancora riusciti a fornire risposte esaustive... Domande vecchie come il mondo, sì, che però a un bambino "non attrezzano" facevano molto male... Mi vedevo questa enorme massa buia, tonda e tridimensionale, all'interno della quale c'era la Terra, il Sistema solare, le galassie... Non riuscivo, però, a collocarlo in uno spazio più grande... Perché, "se è una massa tonda dovrà ben 'galleggiare' da qualche parte"...pensavo... E impazzivo preso dall'incapacità di capirlo... Visualizzavo una stanza completamente invasa da questa massa tonda... Ma questa stanza dove stava? Una sorta di scatole cinesi...di Matrioska che continuava a contenere masse...e ancora masse...
Tergiversavo nella speranza di capire... Non era possibile...perché ragionavo solo sulla concezione di spazio e non di tempo... Spazio-tempo...una chiave, certo, di lettura...che però ancora oggi non mi consola... Ai tempi non capivo che dovevo uscire dal concetto di tridimensionalità e pensare ad altre dimensioni che non conoscevo...
Come facevo a pensarle? Un bambino deve sognare altro...piuttosto gli orchi... Si guarisce prima dagli orchi che dalle altre dimensioni che neppure oggi riesco a immaginare...
Alla fine, dopo un bel po' di tempo, sono (apparentemente) guarito... Ma ancora oggi, nonostante quello che ho letto sul big bang e sull'espansione dell'universo, nonostante sia stato attraversato da altri problemi assolutamente più "terreni", e quindi "terrestri", io torno spesso sui miei passi sospesi su un baratro che, a tutt'oggi, non ho ancora compreso se fosse (e sia) da scalare o da buttarcisi dentro...
Buona giornata...
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