Buon giorno...
Che strana che è la (mia) vita... Avevo pensato di non pubblicare più "storie storte" per un po' perché volevo concentrarmi su quelle già scritte per realizzare un'idea che mi era balzata in mente...e che ancora rimbalza in quella scatola cranica lasciata troppo libera dal mio cervello... L'altra mattina, però, andando alla Scuola primaria "Martiri" di Casale Monferrato per colloquiare con le mie amiche maestre e discutere del futuro "artistico" delle nostre due scuole, mi sono imbattuto nella mia cara amica Michela e nella mia cara ex allieva Sonia che passeggiavano con i bimbi della classe prima, alla ricerca di foglie da guardare, da far scricchiolare sotto ai piedini, da classificare...
Ad un certo punto ne è caduta proprio una davanti al nostro naso... Un bimbo ha chiesto: "perché cadono le foglie?"... Io ho risposto d'impulso: "perché sono foglie paracadutiste"... Poi sono andato dalle mie alunne...più grandi...ho fatto altro...ma la storia della foglia paracadutista mi è rimasta in testa... E oggi ci scrivo su una storiella...
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Strana è la vita con le sue stagioni...con i colori che sembrano doni... La primavera con l'arcobaleno...di fiori, di erba che ancor non è fieno... Ma prima è l'inverno di bianco vestito...freddo, assai candido, quasi smarrito... Segue l'estate caldissima e gialla...con i secchielli, le pinne e la palla... Infin l'autunno arriva più mesto, finita l'estate giunge assai presto. E' tempo di mettere tutti a dormire...i fiori, sfioriti, son pronti a morire... C'è ancora qualcuno che ancor non ha voglia di andare a riposo...chi è? E' Quella foglia....
La foglia svogliata...
"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"... Diceva il poeta riferendosi ai soldati in guerra... "Ma cosa ci farà un soldato in guerra su un albero!" Signora...guardi che è una metafora... "E meno male che è solo metà...perché se fosse stata intera...chissà che castroneria sarebbe uscita fuori..." Signora...lei è insensibile e oltremodo ignorante... Quella poesia, minimalista, è un capolavoro di pragmatismo, di essenzialità...né troppo ermetica, né troppo decadente... "Senta un po' lei, giovanotto, come si permette di dirmi che sono decadente... Intanto io ho tutti i denti in bocca...e poi pragmatico sarà lei e tutta la sua famiglia, INTESI!"
Va bene signora...lasciamo stare! "Lasciamo stare cosa, io non ho nulla con me...cosa deve lasciare stare...anzi...sì...mi lasci stare...IN PACE!"
Uhm questa storia storta è nata più storta delle altre... Fortuna che la signora se n'è andata...
Dunque ero partito citando la poesia "Soldati" di Giuseppe Ungaretti... L'ho citata solamente per tirare in ballo una fogliolina di faggio che, ad autunno inoltrato, non aveva proprio alcuna intenzione di cadere a terra...
La foglia si chiamava Lino, Foglio Lino, era nato dall'unione del papà, una bella foglia di faggio tosto e saggio, e dalla mamma, una foglia di quercia un po' guercia ma tanto affascinante... L'unione tra i due era avvenuta dopo mesi di corteggiamento...un po' dopo era nato Lino...dopo un'intera nottata di foglie... Fu un parto abbastanza difficile...
A fine ottobre, quando ormai quasi tutte le foglie del bosco erano cadute in tronco, lui, Floglio Lino, se ne stava ancora ben attaccato al suo ramo e non ne voleva proprio sapere di venire giù...
"Dai Lino, vieni...buttati!" Urlavano tutti...ma lui "Non ci penso proprio...non voglio essere a terra come voi...voglio essere allegro e starmene qui a godere di questa ottima vista..."
"Su lino, lo sai che non puoi stare lassù per tutto l'inverno!" "E chi l'ha detto...e poi, mammina, io di venire giù non ne ho proprio foglia!"
Allora irruppe il papà, severamente: "INSOMMA, ora basta! Devi buttarti... Accetta i consigli di chi è più faggio di te!"... Ma Lino, imperterrito: "No, no e no... La mia amichetta Flora ha lasciato il suo salice e ora devi vedere com'è piangente... No, no e no...a terra non ci sto!"
I suoi amici studiarono uno stratagemma... "Ah ah ah ah ah...Lino ha paura di buttarsi... Sei proprio un pauroso...attento che a forza di tremare ti stacchi!" E Lino, sempre più irritato: "IO NON SONO PAUROSO...e guarda che se scendo di ap-pioppo un pugno così forte che ti faggio diventare un ago di abete!
"Eh beh?! Cosa c'è di male a essere un ago?!" Rispose risentito Pino che aggiunse: "inoltre, mio caro foglione, sappi che io non cado mai...io resto sempre sul mio bel ramone...ah ah ah ah ah...e tu no..."
Lino accusò il polpo... Come signora? (Nel frattempo quella rompiscatole della signora è tornata nella mia storia storta...ma non poteva starsene in qualche altro meandro della mia fantasia?)... No signora...non c'è nessun errore... Foglio Lino non accusò il colpo...accusò il POLPO...proprio lui... il POLPO! Accusò il polpo perché nell'estate appena trascorsa il proprietario del bosco mise a essicare un polpo sul ramo dov'era posizionato lui... Il polpo, prima di eSALARE l'ultimo respiro (ma poi il polpo respira? Ha i polponi...PARDON...i polmoni?) mise in testa a Lino strane idee... "Non devi cadere in tentacolazione...non farti convincere a scendere a terra... A terra diventi inerme tra gli inermi e cibo per vermi... Qui, invece, continuerai a farti dondolare dall'aria..." Lino si convinse e perse ogni foglia di lasciarsi andare... Così, ora, si ritrovava solo su quel ramo del lago di Como... SIGNORA CARA! Non sto declamando i "Promessi sposi"...il faggio della nostra storia, con Lino e tutto il resto, era collocato nel bosco vicino al lago di Como, INTESI?!
DICEVO! Così, ora, Lino si ritrovava solo su quel ramo del lago di Como tra color che son sospesi...e le dico già, SIGNORA, che non sto declamando la "Divina Commedia"... Cosa fare? Scendere e rischiare di diventare Humus in fabula (perché, in fondo, le storie storte sono delle favole)...oppure restare solo appeso sul proprio ramo senza amor... Mentre pensava la mammina continuava: "caro Lino...se scendi ti preparo una torta mille foglie"... Niente... Lino non si decideva... Al papà, da faggio qual era, venne una grande idea...quella vincente... "Lino...se ti butterai, e volteggerai come ora ti farò vedere, sarai la prima foglia paracadutista della storia e diventerai fumoso...cioè scusa...FAMOSO" (non era una novità che le foglie cadute a terra, una volta secche, spesso venivano bruciate)... Si corresse in tempo... Il babbo faggio conosceva bene il suo figliolino...cioè...PARDON...il suo Foglio Lino... era ambizioso e foglioso di gloria... In men che non si dica si buttò, volò per un bel po' di secondi...fece alcune capriole...il che rese furenti di gelosia alcuni caprioli, già visibilmente dotati di corna... Dopo alcuni attimi di felicità...eccolo a terra...uno tra i tanti...il panorama non era per niente bello... Certo era di nuovo con mamma, papà...fratelli (ne aveva 150.000)...amici (almeno un milione)...ma non era più lui... Rimase lì pensoso...Un bel giorno arrivò la neve...bianca, soffice...troppa... Coprì ogni cosa...ogni casa...figuriamoci le foglie...
Così finì la storia di Lino...
A primavera su tutti gli alberi del bosco spuntarono di nuovo le foglie... Non ci crederete ma Lino era di nuovo lassù...al suo posto...tra mamma e papà... Solo che non si ricordava di essere già nato e caduto...
Così è la vita...si nasce...si muore...si rinasce... Dalla vita precedente Lino, pur non ricordando nulla, aveva ereditato la voglia di buttarsi... Così per tutta l'estate mamma e papà ebbero un bel da fare a trattenerlo... "Lino non farlo... Lino non è ancora ora... Lino stai qui..."
... I genitori, si sa, anche nel mondo vegetale, la pensano sempre diversamente da te...in poche parole sono proprio dei grandissimi rompi foglioni...
Buona giornata...
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