Buon giorno,
Non ci sono parole per raccontare la storia di Clarisse, eppure io le voglio trovare, le devo trovare... Clarisse è stata mia allieva due anni fa, iscritta alla classe I A Socio Psicopedagogico del "LANZA"... C'è stata solo un anno...poi, con la famiglia, se n'è andata negli Stati Uniti, in cerca di fortuna... La crisi non era solo alle porte, aveva già bussato con prepotenza, aveva spalancato gli usci delle case di tutti noi... L'Italia era diventata troppo piccola per Clarisse e la sua famiglia... Forse l'America rappresentava, comunque, una possibilità...in più...
Certo, anche il grande continente a ovest del'Europa non era più quello del "sogno americano"...però...
Però...laggiù c'era una buona parte della sua famiglia...si poteva tentare... E quando ce lo raccontava, a scuola, eravamo tutti attenti...perché vedevamo che Clarisse era felice... Faceva progetti, sapeva già in quale scuola sarebbe andata, conosceva i programmi, sapeva quale materie avrebbe dovuto integrare per passare dalla nostra scuola italiana alla San Paul Public School...
Lo confesso, un po' la invidiavo... Dopo l'università mi si era presentata l'occasione di trasferirmi negli Stati Uniti...non ho avuto il coraggio...per tanti motivi... Ma Clarisse, con i suoi 15 anni, aveva tutto dalla sua...
L'abbiamo salutata alla fine dell'anno scolastico...qualche sua compagna, tra quelle che erano già sue amiche fin dai tempi delle elementari, è rimasta in contatto.
...Sappiamo che ognuno di noi ha una strada segnata... Almeno lo crediamo, lo ipotizziamo. Mia zia mi racconta quasi tutti giorni che il sacrestano del suo paese diceva sempre: "quando nasciamo abbiamo già un cartellino attaccato al culo su cui c'è scritto dove andiamo e fino a quando"...
Chiamatelo destino, fortuna, sfortuna, casualità, coincidenza...ma, a ben vedere, sembra proprio che ognuno di noi abbia una strada segnata, un percorso delineato a priori... Ovunque si vada...il destino, o chi per lui, ti raggiunge e, al momento opportuno, ti presenta il conto da pagare.
Clarissa Grime è andata sino laggiù, negli Stati Uniti, per fare i conti col proprio destino. La fortuna economica non era, o non era ancora, arrivata...ma la serenità sì... D'altra parte, con la sua bellezza, con quegli occhi intelligenti e bellissimi, poteva permettersi di essere felice a prescindere...
Clarissa il 5 luglio scorso era seduta su una piccola altura erbosa nei pressi della "Harding High School" di San Paul.
Era con un suo amico.. Non faceva nulla di male se non esistere... Era lì, in attesa di qualcosa...in attesa del suo futuro...che è arrivato... Solo che il futuro di Clarissa Grime, quando è arrivato, era già finito... Un SUV, uno di quelle automobili simbolo del "potere stradale" di chi si crede un Padre Eterno al volante, si è letteralmente scagliato contro quel corpicino inerme e l'ha concluso, l'ha cancellato con i sogni che aveva al suo interno...
Qualche giorno dopo ci hanno raggiunto le fotografie del suo funerale...
accompagnate da quelle del dolore della madre e dei famigliari...
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..irreali, così lontane dal nostro sentire... Sarà perché siamo abituati ai film americani, ai funerali "cinematografici"...ma a noi, a me, non sembrano reali...non sembra possibile... Due anni fa Clarissa era ancora nei banchi del LANZA...ora quelle foto inesorabili...
Sarebbe stato diverso se fosse rimasta a Casale Monferrato? Si sarebbe salvata?
Anche la morte, a volte, ha paura di mancare l'appuntamento con la prossima "vita" ma alla fine, purtroppo, vince sempre...
Era con un suo amico.. Non faceva nulla di male se non esistere... Era lì, in attesa di qualcosa...in attesa del suo futuro...che è arrivato... Solo che il futuro di Clarissa Grime, quando è arrivato, era già finito... Un SUV, uno di quelle automobili simbolo del "potere stradale" di chi si crede un Padre Eterno al volante, si è letteralmente scagliato contro quel corpicino inerme e l'ha concluso, l'ha cancellato con i sogni che aveva al suo interno...
..irreali, così lontane dal nostro sentire... Sarà perché siamo abituati ai film americani, ai funerali "cinematografici"...ma a noi, a me, non sembrano reali...non sembra possibile... Due anni fa Clarissa era ancora nei banchi del LANZA...ora quelle foto inesorabili...
Sarebbe stato diverso se fosse rimasta a Casale Monferrato? Si sarebbe salvata?
Ti aspettavo qui per oggi, a Samarcanda,
eri lontanissimo due giorni fa.
Ho temuto che, per ascoltar la banda,
non facessi in tempo ad arrivare qua
Anche la morte, a volte, ha paura di mancare l'appuntamento con la prossima "vita" ma alla fine, purtroppo, vince sempre...
Ciao Clarisse
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