Buon pomeriggio,
Ieri vi ho postato la versione di "La mia storia" il primo brano del mio CD "DISTANZE".
Oggi procedo facendovi ascoltare il brano n.7 dello stesso album, "La collina delle donne", ispirato dalla omonima poesia della Dottoressa Daniela Degiovanni, responsabile dell'Hospice di Casale Monferrato.
Mi sembra doveroso postarvi la sua poesia:
La collina delle donne
Daniela Degiovanni
Sorgerà una collina nuova,
là vicino al fiume,
dove bambini giocheranno
e vecchi sosteranno a ricordare.
Sorgerà una nuova collina,
e su quella una lapide,
fredda, come tutte le pietre.
Si leggeranno parole di ricordo e di dolore
Non nomi.
Troppi, non basterebbe una collina
Sorgerà sopra i resti dell’inferno,
là dove colpevoli uomini e impuniti
bruciarono speranze, cuore, tempi,
di altri incolpevoli uomini
L’inferno dove la vita di Mario, Giovanni, Michele, Lucia
Non contava più dei sacchi di amianto
Che svuotavano ogni giorno,
o del muro di polvere
attraverso cui i loro occhi faticarono a riconoscersi
Sorgerà una collina nuova
E dovrebbe avere un nome.
Perché i nomi restano,
parti vive delle idee e delle emozioni
LA COLLINA DELLE DONNE;
la chiamerei:
delle operaie che non sono più, di quelle che non dimenticano,
delle madri, delle mogli, delle figlie e delle sorelle,
di tutte le compagne di vita,
che con cuore straziato e mano ferma,
mai hanno cessato di lanciare nel silenzio,
l’urlo di dolore che non finisce.
Per chi non è di Casale (ammesso che qualcuno nel mondo non conosca ancora il drammatico problema) dico che questa poesia parla di donne vittime dell'amianto, killer silenzioso che, nei decenni passati ha mietuto migliaia di vittime innocenti facendole morire di mesotelioma pleurico. Purtroppo ci dicono che i prossimi decenni saranno ancora peggio poiché il mesotelioma pleurico uccide subdolamente impossessandosi della vita delle sue vittime stando ben nascosto nei loro polmoni per vent'anni e più...
Le donne spesso sono morte a causa del contatto casuale con il polverino d'amianto, depositato sulle tute dei mariti che lavoravano all'Eternit. L'amianto non ha guardato, e non guarda, in faccia a nessuno...giovani, vecchi, uomini, donne, lavoratori del settore, estranei al mondo del polverino. Basta essere casalese, o abitare da molti anni nella splendida città del Monferrato, per assumere la consapevolezza di vivere su di una bomba a orologeria... Oggi la legge ha dato ragione alle vittime...ha condannato i carnefici...ma nulla potrà davvero consolare un popolo martoriato nel fisico di chi non c'è più e offeso nell'anima di chi resta...
Ho cercato di raccontare il dramma di Casale nello spettacolo "come in una clessidra" e in questo brano...
Buon ascolto...
è il mio pezzo preferito, dolce e malinconico nello stesso tempo..
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