Buon giorno...
Ieri vi ho chiesto di immaginare... L'ho fatto con una bellissima poesia di Kostantinos Kavakis tratta dal libro "Che siano tanti i mattini d'estate" (Prima edizione BUR Classici moderni, ottobre 2013), con le nuove e accurate traduzioni di Massimo Scorsone.
E' avvenuto ciò che temevo...ciò che sapevo... Il POST è stato letto pochissimo...
La poesia spaventa? Annoia? Inquieta?
Chissà...forse un po' tutto questo...e...o altro...
Siamo troppo "imbastarditi" dalla televisione per trovare il tempo per leggere una poesia... Non tutto il mondo...non tutta l'Italia è così... Pensate che dalle mie parti ci sono ben due premi prestigiosi di poesia...il "Concorso di poesia e narrativa Guido Gozzano", organizzato a Terzo (dove io e i miei eroici amici organizziamo da ventisei anni il concorso nazionale pianistico), e il "Premio nazionale di poesia Città di Acqui Terme" (da quest'anno internazionale), a cura dell'Associazione "Archicultura" (con cui abbiamo appena messo in scena il mio ultimo spettacolo "Se io fossi un angelo"). Entrambi sono "progettati" e realizzati da giovani, giovanissimi, intellettuali locali.
Detto questo, passo a riproporvi la poesia di ieri, "Assai di rado"...
Non è che un vecchio. Sciupato e ingobbito,
guasto dagli anni e dai tanti stravizi,
camminando lemme lemme attraversa il vicoletto.
Eppure, non appena entra in casa per celare
quello sfascio di vecchiume, considera
che cosa ancora egli abbia da spartire con i giovani.
Adolescenti, oggi, dicono i suoi versi.
Nei loro occhi vividi scorrono i suoi miraggi.
Quella loro anima integra, lasciva,
quelle loro carni compatte, scultoree
si avviano ai bei sogni che lui seppe immaginare.
Che cosa ho immaginato io? Beh, tante cose... Mi ha colpito quell'immagine descritta come "sfascio di vecchiume"...che incede sciupato, ingobbito, corrotto da anni di fatica e di vita smodata...quella che spesso si concede l'artista e si concede all'artista... Uno sfascio di vecchiume che parrebbe non avere nulla da spartire con i giovani...protesi verso quella vita che a lui è già (quasi del tutto) sfuggita... Eppure...eppure c'è qualcosa che li accomuna: i suoi versi... I versi del poeta che generazioni distanti anni (luce) da lui leggono ancora...e amano... E lo faranno anche quelle che verranno quando queste saranno, a loro volta, molteplici sfasci di vecchiume...o non saranno più...
E' l'unione dell'arte e nell'arte... L'arte salva dall'incanutimento...dal logoramento...dall'imbruttimento... Perché nell'arte si rimane giovani per sempre... E' quell'immortalità che ha salvato dalla miserrima condizione umana artisti come Mozart, Beethoven, Van Gogh, Munch, Baudelaire, Leopardi... Quanti ne devo ancora scrivere di nomi di artisti incommensurabili che si sono salvati e ci hanno salvati dalla morte cerebrale e del cuore?
L'arte da' vita alla vita...ma anche ai sogni...quei sogni che si fanno belli e forti da giovani e che rimangono imperituramente salvati sulla carta, sul pentagramma, sulla tela...quei sogni che l'artista "seppe immaginare"...più di altri....
Così, pur vecchio e decrepito, l'artista, come peraltro ogni uomo (e ogni donna), rimane se stesso... L'uomo, pur cambiando tremendamente nel corso della propria vita, rimane sempre lui... Lo è quando è un bimbo...lo sarà ancora quando avrà cent'anni...
I giovani dovranno guardare colui che è schiacciato dal peso della propria lunga esistenza con sommo rispetto...perché quel peso sarà il loro, quando sarà alleggerito dai sogni che saranno volati in altri cuori pulsanti di giovane ambizione... L'artista ha la fortuna di invecchiare lasciando se stesso giovane nelle opere che ha creato...un miracolo che appare ancor più miracoloso quando si ripete in altri e in altri tempi...
Buona giornata...
Buongiorno prof! Io credo che l`artista che crea Arte sopravvivera` sempre e comunque; una qualsiasi, altra forma espressiva che non sia vera Arte, e` destinata sfortunatamente a non sopravvivere. Candy
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