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lunedì 19 novembre 2012

19/11/2012 Lunedì mattino... Ansia, angoscia...o solo il tempo che passa?

Buon giorno...



...e fieramente mi stringe il core,
a pensar come tutto al mondo passa,
e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
il dì festivo, ed al festivo il giorno
volgar succede, e se ne porta il tempo
ogni umano accidente.

Ieri, nel saluto serale, mi sono infilato in una strada senza uscita... O meglio... ne sono uscito perché mi sono disimpegnato con le mie lettrici e i miei lettori scrivendo che mi sarei occupato della tematica questa mattina...
Ed eccomi qui... Non mi va di venir meno alla parola data...anche se, a ben pensarci, di queste cose ho già scritto nel BLOG... Forse ho già pubblicato un POST apPOSTa... Allora sono ripetitivo? Mah... Vero è che certi argomenti, sopratutto quelli che riguardano la psiche umana, sono ricorrenti... 
Allora dobbiamo solo capire se queste cose vi interessano oppure no... Nel primo caso andate avanti a leggere...nel secondo "Skippate" la pagina...
Come ho già scritto più volte, questo BLOG appartiene a un musicista che, più che far ascoltare la propria Musica, vuole far capire cosa c'è dietro a "quella Musica"... Mi sembra importante tutto questo... Perché se vi piace un brano musicale è anche importante (almeno lo è per me) capire chi ci sta dietro...o dentro...
Ecco allora le mie confidenze...a un pubblico che cresce...sempre di più...senza soluzione di continuità...
La mia vita è meravigliosa...viva, interessante...ma piena di sofferenza esistenziale che mi crea molti disagi... Da questi disagi nasce spesso la mia Musica... Sono convinto (e non sono certo il primo a dirlo) che l'arte non possa prescindere dalla sofferenza, dal tortuoso accartocciarsi del proprio sentire sul proprio vivere...
Un artista, grande o piccolo che sia, ha le "antenne"...capta in maniera sorprendente ciò che succede nella sua vita e in quelle altrui...
Un artista vive costantemente sull'altalena delle emozioni, grandi e piccole... 
Tra le tante ansie che mi assalgono, ce n'è una che non è la più grave ma certamente la più ricorrente... Quella della "festa" che finisce...


E' una cosa che mi porto dietro da quando ho l'età della ragione... Ogni domenica, ogni vacanza di Natale...o di Pasqua...ogni gita scolastica...ogni episodio non ordinario, nel momento in cui arriva, incomincia a farmi provare ansia...direi persino angoscia... 
La cosa non è passata con gli anni...si è attenuata...ma non è scomparsa...
Sta di fatto che anche ora, alla mia veneranda età, provo, più o meno quel disagio...
Ho riportato all'inizio del POST pochi versi de "La sera del dì di festa" di Giacomo Leopardi, tratta dagli Idilli...
Leopardi, meglio di me (e vorrei proprio vedere!) ha saputo con poche parole mettere in evidenza la tematica che attanaglia anche me, povero "essere terreno"...
Nel 1820 lui sentiva ciò che provo io ora e che, credo, provano migliaia di persone "moderne"... 
Alla domenica sera la "festa" è finita... L'indomani riprende la routine..."il giorno volgar"...
Cosa c'è di strano? Perché dovrebbe angosciare?
Tanto più che, fra pochi minuti,  mentre sarò in viaggio, sarà tutto passato... Sarò entrato nella "normalità"...e non avrò più ansie...

Il mio malessere gioca sempre in anticipo... Immaginatevi come passavo le vacanze di Natale quand'ero piccolo...




Ecco...lì era davvero un dramma esistenziale! Dal primo giorno incominciavo a fare il conto alla rovescia... E mentre io contavo i giorni che mancavano alla fine delle vacanze...i giorni passavano davvero... e mi trovavo all'Epifania con un'ansia, una depressione che mi faceva mancare il respiro... Paura della scuola? Paura della normalità?... O forse solo paura di morire?
La festa che passa è certamente la metafora della vita che se ne va... Con la festa in corso io penso a quanto manca alla sua fine...e faccio il conto alla rovescia...e certamente mi diverto meno di quanto dovrei o potrei... Quando la festa è lontana conto quanti giorni mancano al suo arrivo... Quando è passata rimango ancora per un'intera settimana a dirmi da solo "una settimana fa, a quest'ora, avevo una settimana di vacanza da vivere"... Poi, dopo una settimana, o poco più, il ricordo del Natale diventa obsoleto... Anzi...persino fastidioso...e incomincio a pensare a quello che dovrà accadere nei mesi a venire... L'attesa...l'arrivo...la fine...



Metafora della vita... In fondo noi passiamo la nostra esistenza a pensare al giorno della nostra morte... Ce lo ricordano i nostri parenti più anziani, i nostri amici...che ci lasciano in anticipo... E io conto i giorni della festa fingendo di non sapere che quell'esercizio è solo un "allenamento" al countdown più importante della mia esistenza...

Nella mia prima età, quando s’aspetta
bramosamente il dì festivo, or poscia
ch’egli era spento, io doloroso, in veglia,
premea le piume; ed alla tarda notte
un canto che s’udia per li sentieri
lontanando morire a poco a poco
già similmente mi stringeva il core.




Buona giornata...

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