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sabato 28 giugno 2014

28/06/2014 Sabato mattino... PENSIERI SERI... Siamo nelle canne!

Buon giorno...


Un'immagine oscura...no...diciamo meglio...un'immagine scura... La bisbeticissima signora ha subito trovato da dire: "NON CAPISCO UN TUBO! Involontariamente ha fornito un "assist" alle amiche lettrice e ai cari lettori...

Torniamo alla fotografia di partenza...questa:


Capite cosa intendo quando dico (scrivo) che la bisbetica (poco domata) ha aiutato voi lettrici/lettori pronunciando la fatidica frase: "NON CAPISCO UN TUBO?"
Non è un mistero ormai: quelle raffigurate poco più sopra non sono altro che canne di un organo, nella fattispecie quelle dell'organo custodito nella chiesa parrocchiale di San Nicolò, a Novi Ligure. Forse le canne non sono tubi di metallo? Beh...ci sono anche quelle di legno. In passato sono stati utilizzati i più strani materiali...
Ad ogni modo...le canne di metallo non sono forse tubi, come ho scritto poco più sopra?
Ora vi spiego il mio pensiero...
Non molto tempo fa mi trovai a suonare un bell'organo nella chiesa di San Nicolò a Novi Ligure... E questo l'ho già scritto (ho perso un'altra occasione per stare zitto!)
La targhetta sopra la tastiera indicava il nome del suo costruttore: "Lingiardi Giovanni Battista e figli Giacomo e Luigi. Pavia, 1841".



Un ottimo strumento, niente da dire... La tastiera era in ordine... Il resto no... Sia chiaro... Probabilmente ora, proprio mentre sto scrivendo, sarà in perfetta forma... Allora, poco più di un mese fa, no di certo... Vi ripropongo la fotografia dell'"immaginando" di ieri senza "fotoritocco"... Eccola...


Svelato l'arcano... L'organo era in fase di restauro... Anzi...il lavoro era praticamente finito. Lo strumento era nella fase di accordatura... Per accordare un organo bisogna intervenire su ogni canna... Ecco perché, dopo il restauro, si montano poco alla volta e si intonano... Ovviamente, durante l'operazione, non si possono usare tutti i registri... Mancano le "corde vocali" di uno strumento che, con quelle poche canne ricollocate, è già un miracolo che emetta qualche suono...




Ora vi faccio vedere un primo piano...



Ed ecco una panoramica dalla quale si vedono chiaramente gli spazi vuoti causati dall'asportazione delle decine di canne...



Guardiamo lo strumento dall'altro lato...




Mi sento come un dentista che sta facendo la "panoramica" a un proprio paziente... Già... Quelle canne, anche se servono per produrre il suono (e possono quindi essere assimilate più alle corde vocali di un essere umano che ai suoi denti), mi ricordano i denti di una persona... I denti di una persona vecchia... Beh...quel Lingiardi è nato nel 1841...può avere ragione a essere sdentato...
Ad ogni modo...quel Lingiardi mi ricorda un signore di quasi duecento anni, quasi senza denti... I suoi preziosi "accessori" li ha persi nel tempo... Eccoli lì...caduti...uno dietro l'altro...a terra... Nessun topolino porterà un soldino...



Sono finiti i tempi in cui la mamma ti raccontava, per consolare la perdita del tuo prezioso dente da latte, che quella notte sarebbero arrivati il topolino o la fata dei dentini e ti avrebbero risarcito della grave perdita...
Ora non è più necessario... Tu, vecchio, ti sei abituato a elaborare in autonomia il lutto del distacco... Hai perso i genitori, i fratelli, gli amici...la moglie...hai perso (quasi) la vita... Figurati se ti impressiona la perdita di un dente!
E quelli, i tuoi denti, stanno lì, a terra...lontani da te...


Così va la vita, scandita inesorabilmente da un dente che, precipitevolissimevolmente,  cade a terra, senza l'aiuto di una guerra...se non quella degli anni che, senza altri danni, sconfiggono le tue velleità, dopo che, irrimediabilmente, son cadute, ad una ad una, le tue felicità...
D'un tratto, poi, un'illuminazione mi coglie proprio mentre sto scrivendo... E se questo pensiero fosse da capovolgere? Se questa idea diventasse migliore? Se il punto di vista cambiasse e tornasse indietro di decine d'anni?
Insomma...se quell'organo non disegnasse il destino corto e triste di un vecchio sdentato ma, al contrario, raccontasse la vita di un palato giovane, un afflato affilato dalla tenera età... Se quello strumento fosse, in realtà, un bimbo sdentato per il solo fatto che i suoi dentitni non sono ancora nati?
Un destino di topolini e fatine ancora da scrivere...una vita da progettare... In fondo quell'organo, appena restaurato, in attesa di essere intonato alla nuova vita, non potrebbe essere foriero di un destino nuovo, vero, pieno di cose belle, pieno di stelle?
E se fosse davvero così?
Ma, dunque, mi chiedo....e mentre mi pongo la domanda la sottopongo anche a voi, amiche e amici, che vi siete insabbiati in questo mio contorto ragionamento...dunque...mi chiedo: sarà questa la vera lettura da dare a un organo senza "denti"? Una visione più buddista che cristiana... Un organo (più o meno vivente), già nato...già stato, che torna ad antichi splendori, fatti di pochi argenti e molti ori... Dunque quello strumento, già nato, già stato, rinasce e torna a cantare le note di altri che furono e ora non sono...
Ma allora, e chiudo, e vi chiedo...
vedere un organo antico che torna moderno...
un uomo che teme l'inferno 
(o almeno l'inverno) 
e, nel farlo, ritorna bambino privato di tarlo... 
Allora, e chiudo davvero, 
si può tramutare ogni nero 
in colori più tenui? 
Si può trasformare con gioia la vita più trista? 
Rispondo, sicuro, questioni di punti di vista...



Guardate lontano, 
amiche ed amici a cui tengo davvero, 
guardate lontano...
sappiate guardare in avanti...
ma anche voltarvi all'indietro...
sappiate guardare la vita...
come fosse di vetro...

Buona giornata...

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