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mercoledì 30 aprile 2014

30/04/2014 Mercoledì mattino... PENSIERI SERI... Il caffè come metafora della vita...

Buon giorno...


L'altro ieri un "immaginando" su una tazzina che stava per regalarmi il primo caffè della giornata...


Ieri un "pensiero serio" sull'incapacità tutta mia di assaporare, con la calma che si merita,  un semplice caffè nel corso delle mie convulse giornate...
Al termine del POST, ieri vi salutavo dicendo che avevo fatto una scelta...semplice ma concreta...
Sapete quale?
Nulla di eclatante: ho smesso di bere il caffè con lo zucchero!
SIGNORA! La sento, sa?! Ho udito chiaramente il suo "tutto qua?!"
Possibile che non capisca la portata della mia decisione?
Ora cerco di spiegargliela...


Qualche mese fa, in uno dei miei viaggi in auto in giro per l'altrove, ho seguito una trasmissione radiofonica dove si parlava del caffè. I conduttori, molto esperti, affermavano che un caffè va gustato amaro perché solo in questo caso si riesce a riconoscere i tipi di miscela, la loro provenienza... In definitiva lo zucchero, specie se impiegato in grandi quantità, snatura il gusto della nostra bevanda più amata... Due cucchiaini di zucchero impediscono di distinguere tra il caffè buono e quello cattivo...tra quello perfetto e quello, per esempio, bruciato...
Gli stessi conduttori radiofonici sostenevano che è molto difficile passare dall'assunzione di un caffè zuccherato a quella senza alcuna traccia di edulcorante... Suggerivano di abbassare gradualmente il dosaggio... Secondo loro, chi introietta due cucchiaini di zucchero in ogni tazzina e vuole passare al caffè amaro, dovrebbe provare a bere per una settimana il caffè edulcorato da un solo cucchiaino e mezzo... La settimana successiva dovrebbe scendere ulteriormente a uno... Quella seguente dovrebbe essere in grado di bere il caffè "nature"... Allora sì che il nostro "ero" potrebbe godere di tutta la bontà del caffè! Con un po' d'esperienza un bevitore abituale e consapevole di caffè dovrebbe essere in grado di riconoscere la sua provenienza, la presenza al suo interno di cacao amaro o cioccolato... Se non altro dovrebbe saper comprendere la bontà o meno della bevanda più amata dagli italiani e fare le scelte consapevoli dei bar professionali e di qualità...


In questi giorni ho pensato a queste cose... Ho pensato che per capire se un caffè e buono oppure no occorre avere il tempo di berlo...degustarlo...gustarlo...farlo girare in bocca...come si fa con il vino... Ho imparato che il caffè, soprattutto se amaro, deve avere il tempo di stare in bocca e impregnare ogni angolo del palato... Questo, poco dopo, sarà in grado di trasmettere quelle "atmosfere" sensoriali che solo la calma può permettere di provare...
Ho pensato che, se è vero che io non sono allo stato attuale in grado di godermi la vita con la dovuta calma, è anche vero che posso incominciare da qualche suo piccolo aspetto...
Un buon caffè, gustato con lentezza, è come un attimo di vita vissuto con i suoi tempi...
Allora ho pensato, e deciso, che avrei incominciato a rallentare la mia vita dal caffè... 
E' poco ma, per me, è un atto estremamente significativo...


Sapete come sono fatto...per me non esiste il grigio... O c'è il bianco o c'è il nero... Così sono passato da due cucchiaini di zucchero a zero nel giro di un giorno... Non è stato facile e non lo è tuttora... Tuttavia sento già la differenza tra il caffè "artefatto" e quello che si presenta a me ora in tutta la sua sincerità... Inoltre quel caffè mi ricorda molti aspetti della vita...bella...amara...ma che sa regalare tante sfumature...avendo il tempo per coglierle...

Buona giornata... 

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