Buon giorno...
Ieri mattina vi ho invitate/i a immaginare con una fotografia piuttosto decadente...ANZI...piuttosto decaduta!
Insomma...l'immagine era questa...
Alcuni mattoni crollati drammaticamente a terra... Si capisce che quella riprodotta nella fotografia è una costruzione...ma...che tipo di struttura è? Sono certo che le mie concittadine e i miei concittadini avranno riconosciuto subito quel luogo...
Si tratta del Teatro "aperto" di Acqui Terme intitolato a Giuseppe Verdi... E' un teatro estivo, dotato di circa cinquecento posti a sedere sulle gradinate... Si arriva agevolmente a settecento con le sedie nel parterre...
Il "Verdi" è nato per ospitare la stagione di danza "Acqui in palcoscenico"... Prima della sua costruzione, l'importante festival nazionale era svolto in piazza della bollente... Non era facile gestire la biglietteria in quel luogo molto bello e pieno di "ingressi"...
Ecco, allora, la nascita del Verdi... Quanti anni fa? Venti? Venticinque? Vediamo un po'...
Ho fatto l'amministratore comunale nella mia città per dieci anni, a partire dal 2002... Il "Verdi" c'era già... Direi che il teatro ha una ventina d'anni...
La casa di mio padre (e, quindi, anche la mia negli anni di "cattività" famigliare) si trova a venti metri dal "Verdi"... Dal terrazzo dell'appartamento di mio padre, all'ultimo piano, si vedono i due terzi del palcoscenico...quindi due terzi di spettacolo...
Da amministratore comunale ho organizzato un bel po' di cose... L'evento più prestigioso è stato il recital del grande tenore Josè Carreras... E poi, in quei dieci anni, tante edizioni del festival nazionale di Jazz, "Acqui in Jazz"...e il concerto di Sergio Cammariere...e quello di Pacifico..."Acqui in palcoscenico"...
Tanto altro...
L'altro giorno, mentre transumavo dalla casa di mio padre al centro cittadino, mi sono fermato proprio davanti all'ingresso del "Verdi"... Come ho scritto poco più sopra, la distanza tra la mia abitazione e il "tempio" della cultura estiva acquese è di circa dieci passi... Quel giorno mi sono fermato è ho visto ciò che non avrei mai voluto vedere: La parte superiore del perimetro esterno del teatro era crollata...
La zona "disastrata" era delimitata, almeno nelle intenzioni, da una di quelle fasce bianco-rosse che delimitano le zone off limits... Questa era "abbattuta" come una pernice nel periodo di caccia...
Quei mattoni a terra mi hanno preoccupato subito... E se ne cadessero altri? Magari sulla testa di un passante?
Poi ho fatto un altro pensiero: che ne sarà di questo teatro? Del nostro teatro, quello che risuonava di Musica alta per tutta l'estate?
Poi ho fatto un altro pensiero ancora: dove sono finite tutte le iniziative che si svolgevano in quelle estati ruggenti acquesi? "Acqui in Jazz" è sparito nel nulla da un po' di anni... Concerti non se ne sono mai più fatti dai tempi di Carreras, Cammariere e Pacifico... D'altra parte, gli abitanti di quella zona cittadina hanno denunciato un sacco di volte noi amministratori comunali per "disturbo alla quiete pubblica"... "Acqui in palcoscenico", dopo trent'anni di gloriosa attività, non si farà...
Ecco...ora si spiega il crollo del "Verdi", metafora neppure troppo simbolica di una cultura, quella italiana, abbandonata a se stessa... Come possiamo sperare di risorgere, di rinascere in un paese che non alza la testa...non alza il cuore...e alza solo le mani?
Italia arrendevole...menefreghista e cinica... Italia che non toglie neppure i cocci delle proprie sconfitte... Italia che, supinamente, non difende i suoi figli dai crolli, fisici, psichici, reali o immaginari...
L'Italia non potrà rinascere perché non si risorge dal coma... Più facile farlo dalla morte... Ma...io mi domando, e vi domando: quante volte l'Italia deve ancora morire prima di provare di nuovo a essere un paese normale?
Se è vero, come scrive Fabrizio De André, che "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori", allora c'è ancora speranza...perché in Italia siamo proprio nella M....!
Buona giornata...
Nessun commento:
Posta un commento