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giovedì 1 maggio 2014

01/05/2014 Giovedì mattino... PENSIERI SERI... No Slot...No droga

Buon giorno...


Ormai sapete tutto de "la vita in gioco"...e del Flash Mob del 3 maggio... A proposito... Qui sotto trovate il LINK nel quale potrete imparare la coreografia e il testo del brano sul quale si svolgerà l'evento di sabato...




Ma veniamo al POST di oggi...di ieri...

Ieri, nella pagina Facebook dedicata all'evento creato per il mio spettacolo teatrale, "La vita in gioco", un amico ha postato un lungo intervento... Sia chiaro! Parlo di "amico" in senso lato poiché Vincenzo Andraous, l'autore del POST, non è un mio amico nella vita reale, né nel mondo virtuale dei social network.
Vincenzo Andraous è un operatore del "Centro di ascolto della Casa del giovane" di Pavia. 
Dirò di più... Non so neppure se Vincenzo Andraous sia il nome reale dell'amico o un nome fittizio... Dirò ancora di più! Vincenzo, nel suo POST, parla della vicenda di uno dei ragazzi che frequenta il centro... Il nome di  questo ragazzo è Luca... Non so se questo sia il suo nome vero o inventato... Sta di fatto che Luca è anche il nome del protagonista de "La vita in gioco"...
Forse non è un caso... Forse Vincenzo, per il suo ragazzo,  ha scelto proprio il nome che io ho cucito addosso, a colpi di sillabe e vocali, al mio protagonista...
Non ha importanza... Quello che importa sono le parole di Vincenzo, operatore del "Centro di ascolto della Casa del giovane" di Pavia, la città italiana più colpita dalla ludopatia...
Ecco il suo manifesto, il suo slogan...che non è lontano dal nostro, casalesi che stanno facendo ogni giorno i conti sempre più duri con il gioco d'azzardo...e tutto quello che ne deriva...


Ecco le sue parole...

NO SLOT NO DROGA
A volte l’insulto più grave, quello che fa più male, è l’insulto all’intelligenza, a quella oppressa e stordita, all’altra accartocciata su se stessa per umiliazione e violenza.
Quando non c’è scampo per la giustizia e l’ingiustizia la fa da padrona, allora è tempo di mettersi a mezzo, di traverso, occorre farlo senza intendimenti sottobanco, mediazioni di accatto, interessi che rapinano il rispetto per se stessi e per gli altri, soprattutto di quanti non sono più in grado di erigere difesa a un limite che non sia solo quello imposto da una legge, da una regola, un limite che noi riconosciamo e siamo all’altezza di onorare.

Nella vita si può esser anche l’ultimo degli uomini, ma perfino quell’uomo non potrà sfuggire al carico della propria dignità.
Nel mio servizio alla Comunità Casa del Giovane ho la possibilità di incontrare parecchi ragazzi, per quanto nelle mie capacità di contribuire ad accoglierli ed accompagnarli per un pezzo di strada importante.
Luca è un giovane adulto, un bel ragazzone, ma poco consapevole delle proprie potenzialità, assai sbilanciato sul fare meno fatica possibile per arrivare alla meta, tutto teso ad architettare piani strategici per ottenere quanto il proprio desiderio imbizzarrito gli frusta al fianco.
Un ragazzo come tanti altri allo sbaraglio, in famiglia, in classe, in strada, uno dei tanti
al palo e poco atteso al rientro a casa.
Un giorno mi chiama sul telefonino: “Vince devo raccontarti una cosa, ho bisogno di parlare con te, vengo domani”. Lì per lì ho pensato: avrà combinato qualche casino, ne avrà fatta una delle sue, infatti se i guai non lo cercano, è lui ad andare a scomodarli.
Il giorno seguente ci incontriamo, come sempre è tirato a lucido, ma questa volta è più tirato del solito, sembra un foglio di carta posizionato di traverso, non occupa spazio.
“L’altra sera stavo tornando a casa, mentre aspettavo il pulman, tra le dita mi è salita una moneta da due euro, c’era un po’ di tempo, sono entrato in quel bar, l’ho buttata giù, ho pigiato qualche tasto e…….Mi è arrivato addosso per qualche istante un rumore persistente, mi sono ritrovato nelle tasche centonovanta euri, e….. Brava la mia slot mi sono detto”.
Invece di andare a casa, mi sono recato dove gironzolano i plotoni di ragazzi arresi in partenza, quelli come me insomma. Mi sono fatto un bel regalo, ho comprato qualche grammo di coca, qualche bottiglia di birra, e mi sono lasciato naufragare da ogni aspettativa.
Luca è un ragazzo fragile, non gli riesce di inventarsi un piccolo presente, figurarsi un pezzo di futuro, frequenta la comunità qualche ora al giorno per tentare di rialzare la testa, è una fatica immane, un percorso aspro, pieno di sali-scendi, non sempre c’è energia sufficiente per attingere resistenza, per opporsi all’occasione facile di un travestimento, una mimetizzazione, una appropriazione indebita per non risultare inappropriati.
Quella slot con le sue lusinghe, le promesse, le belle bugie, ha reso analfabeta la fatica e i bisogni, il reale intorno, in un attimo ha reso vano il contributo di tanti operatori, ha umiliato il dolore di una famiglia allo stremo, ipnotizzando la necessarietà di una speranza da riempire di contenuti.
Slot che ammicca, che ammalia, che riduce a brandelli quanto quella droga tirata su con ingordigia.
Si tratta di una accoppiata che non fa prigionieri.
Non ci sono tante cose da dire a Luca, che già non sappia, tante liturgie da esplicitare con largo consumo di aggettivi, forse è più consono rammentargli quanto ha detto un mio grande amico scrittore: “ un uomo è ciò che opera, ciò che ha fatto, ciò che ha commesso, se lo dimentica è un bicchiere capovolto sulla tavola, un vuoto chiuso”.
Non dimenticarlo Luca, no slot, no droga.

Grazie Vincenzo...

Buona giornata...


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