Buon giorno...
Qualche giorno fa, scrivendo dei nostri due papi e dei due marò italiani implicati in quella vicenda tremenda in India, ho parlato di stelle doppie e stelle binarie...
Stelle doppie, non realmente legate tra loro dal punto di vista gravitazionale... Stelle binarie, indissolubilmente legate dalla stessa sorte...
Questa mattina due stelle avranno lo stesso destino...si congederanno da tutti e se ne andranno oltre...via...in un altrove fatto di speranze, tristezze, commozione e rimpianti...per chi resta...
Le due stelle sono quelle di Enzo Jannacci e Franco Califano... Buffo il destino non vi pare? Due artisti così diversi, così lontani per vita e stile, accomunati dal medesimo destino...quello di lasciare il nostro mondo insieme...
Stelle binarie, dunque, non doppie...binarie, legate, inscindibili... benché una sia a Milano e una a Roma... Nell'altrove non esistono le capitali, le regioni, le distinzioni, le ideologie leghiste, quelle coatte... Nell'altrove esiste solo quello che ognuno di noi si immagina o non si immagina... Chi crede vede chi passa la soglia...e lo vede sereno... Sereno è l'aggettivo giusto per chi è altrove? Forse è meglio dire "luminoso"... Beh, ad ogni modo, chi resta, e chi crede, vede chi va oltre in una luce tutta sua e tutta nuova... Chi resta e non crede non vede e non sente nulla... Non avverte i segnali che arrivano dall'altrove...
Enzo Jannacci e Franco Califano il passo lo hanno appena fatto...insieme... Lontani ma vicini... e noi che restiamo, noi che non li conosciamo personalmente ma attraverso le loro canzoni, rimaniamo immobili e coperti da un rimpianto che, senza offendere nessuno, è simile a quello di parenti abbastanza prossimi... Perché, come ho già detto, la televisione, la radio, il cinema, i media di ogni tipo insomma, ci hanno avvicinato a quelle stelle che sembrano irraggiungibili e immortali...
... Una volta appresa della morte di entrambi sono precipitato nei miei ricordi più reconditi...
Vedo i miei quarantacinque giri di Jannacci...
Ascolto quel "Vengo anch'io, no tu no" che, ai tempi, mi aveva stupito moltissimo... Che strano quel pezzo... Ho voluto saperne di più di quel Jannacci... Mamma mia com'era stonato... Eppure cantava il nuovo... Stonato...ma nuovo... E che brani "forti"... "Vincenzina e la fabbrica", "Ho visto un re", "Quelli che", "Se me lo dicevi prima"... Che forte quel Jannacci... Stonato e irriverente con se stesso quando cantava "Ci vuole orecchio".... Che tipo...cantante, medico, cultore delle arti marziali... Anche io facevo Karate... Non mi spiegavo come potesse far coesistere l'attività di karateca e quella del musicista... E poi...il medico lo faceva proprio o era solo laureato? E ascoltavo i suoi brani... Com'era stonato...anche fuori tempo...ma era un "genio"... Un precursore di Jovanotti...direi...in fatto di intonazione almeno...
Poi c'era Califano...
Meno simpatico, per me... Coatto davvero...troppo spavaldo...troppo sbruffone... Poi quei problemi con la giustizia... Uhm...non mi fidavo di lui... Poi ho scoperto che nel suo repertorio fatto di migliaia di canzoni c'erano dei capolavori straordinari come "Minuetto", cucita addosso alla personalità di Mia Martini con una maestria incredibile... E poi..."La Musica è finita", scritta con Bindi e Nisa, "E la chiamano estate" (con Zanin e Bruno Martino)...e tantissime altre... Ecco...allora ho capito chi era Califano...
Non appariva in tutta la sua bellezza interiore quando cantava in televisione... Prevaleva la sua spavalda bellezza di uomo ruvido e spocchioso...
... Gli anni passano... Alla mia età ogni giorno si fa i conti con la morte...degli altri...e della propria... Passa il tempo ogni giorno... Muoiono i nonni, i genitori, gli amici, le stelle... La presenza costante del pensiero rischia di soffocarti... devi trovare la speranza nell'altrove per salvarti...
Questa mattina, nel giorno dei funerali di entrambe le nostre "stelle", ho voluto dedicare questa nota di merito...
Ho preso Enzo e Franco, li ho fatti incontrare sulle note di due loro bellissime canzoni... Le ho fatte contrappuntare... Mi immagino che sia stato così nel giorno della loro morte... Che sia così oggi...che sia così per sempre...
Pensandolo di loro lo penso anche di me...e di chi mi è vicino...
Pensandolo...pensandoli...resto ancorato a quell'altrove in cui ora sono certo che Enzo e Franco stanno arrivando...cantando...
Buona giornata....
Ogni grande che muore è un pezzo di "patrimonio" che non si evolverà mai più, anche se il ricordo e i capolavori lasciati, rimarranno sempre vivi!
RispondiEliminaIl rammarico è che oggi sono pochi gli artisti che possono riempire il vuoto lasciato dai grandi che non ci sono più...