ieri ho studiato il pianoforte...parecchio... Faceva caldo...molto caldo...anche se, bisogna ammetterlo, non c'è stato il sole limpidamente stampato sulle nostre fronti per tutto il giorno... Un po' di nuvole hanno velato il cielo...ma non la nostra giornata perché l'afa era af(f)a-mata del nostro sudore...della nostra pressione corporea...
C'è stato, poi, un vento notevole che ha spazzato via quelle "nuvolette"...un po' di sedie...duecento quintali di foglie dagli alberi...giusto per soffocare il prato già assetato...
In tutto questo caldo evolversi di una estate altamente siccitosa io ho studiato il pianoforte... Il 23 agosto avrò il concerto per la rassegna "Acqu(es)i in Jazz" con un programma un po' diverso dal solito...quindi devo mettere a posto un po' di note... Studiare col caldo, come ho detto, è faticoso... In casa circola meno aria che fuori... Il caldo si fa sentire, l'umido ancora di più... Alla sera è ancora peggio perché quel caldo umido domestico cozza irrimediabilmente con l'arietta fresca e rigeneratrice che si respira fuori...
Stanca molto lo studio del pianoforte estivo...ma da' anche molte soddisfazioni... Sapete cosa succede? Succede che, dopo pochi minuti di studio, ti si attaccano i vestiti alla pelle, il sedere si attacca alla panca, le gocce di sudore finiscono negli occhi che incominciano a bruciare... Le stesse, dopo aver infastidito le pupille, caracollano sulla tastiera rendendola alquanto sdrucciolevole...
Le dita non hanno più la presa di prima... Di per se piuttosto umidicce, avevano già un bel da fare a non compiere "glissati" involontari... Le dita, quando le mani sono sudate, sembrano dei pattinatori sul ghiaccio alla loro prima esperienza...
Anzi no...le dita, quando le mani sono sudate, sembrano dei pattinatori sul ghiaccio...e basta... Li vedete no, durante le gare?
Bravissimi...leggerissimi...eppure....basta un solco un po' più profondo...un punto più irregolare di quella lastra levigata...
...ferita come una guancia di adolescente al primo taglio di barba e...PATATRAC...sei andato...con le gambe in aria...
E tu, lì per terra...a pensare, davanti a un pubblico enorme, magari alle olimpiadi della tua vita, "ma come può essere successo? L'ho fatto mille volte quel SALCHOF! Ed ora...sono qui...con il culo per terra...le gambe in aria e il morale tra lo stesso culo e il ghiaccio!"
E noi pianisti? Uguale! Ore e ore di studio, passaggi studiati in tutti i modi possibili...e poi...PATATRAC...un po' di sudore sulla tastiera...uno spettatore che tossisce...un pensiero estraneo tra le righe della "patetica"... Ci vuole poco...molto poco... E' il bello e il brutto degli sport e delle arti senza reti!
Prima di un concerto io sono sempre ansioso...non ho mai la tranquillità di colui che ha la certezza di fare tutto giusto...perché nessuno ha mai quella consapevolezza! Col tempo ho imparato che non è categorico non sbagliare...è importante, se capita, sbagliare "con classe" senza distogliere il pubblico dalle emozioni. Il pubblico l'errore lo perdona...nel pattinaggio come nella musica... E' meno disposto a perdonare l'interruzione dell'emozione! Infatti io non ho il terrore di sbagliare ma di fermarmi... Il grande pianista Sviatoslav Richter, certe volte, quando sbagliava, si fermava e chiedeva scusa. Una volta, non ricordo più cosa suonasse, ha commesso un errore piuttosto notevole, si è fermato si è alzato in piedi e, con un urlo feroce, ha chiuso con violenza il coperchio sulla tastiera... Uscito di scena, è ricomparso al pianoforte dopo qualche interminabile minuto e ha ripreso a eseguire il brano dall'inizio suonando in maniera magistrale. Solo uno come Richter poteva permettersi il lusso di assumere certi atteggiamenti!
Ma torniamo al sudore della Musica...
Suonare con le mani umide, oltre che "pericoloso", è decisamente fastidioso. Alcuni usano l'espediente di bagnarsi le mani con l'alcool che, evaporando, asciuga (ma solo temporaneamente) le mani... Sconsigliatissimo il borotalco, non stiamo praticando lo sport degli anelli! Tra sudore e borotalco si finisce per fare una "pastetta" e le dita diventano come dei totani prima della frittura!
Chi ha studiato il pianoforte ricorderà con terrore il giorno del saggio...
Tutti a pregare...
A fare gli scongiuri....
...che non capitasse prima di noi il "sudaticcio" o la "sudaticcia" di turno!
Solitamente chi suona prima di te ha sempre le mani fradice e lascia sulla tastiera goccioline di sudore nerastre... Oltre al discreto schifo, c'è da fare i conti con l'eccessiva sdrucciolosità dei tasti...e la tua "per Elisa" si trasforma, parafrasando, in un'improbabile "per Elsa", come direbbe il mio allievo Giò Canepazzo, o "per Ellisse"... o "parallasse"...o altro...
Ora che sono un professionista combatto solo con il mio sudore...delle mani...della fronte...del corpo...tutte minacce ma tutti segni tangibili del "mestiere che entra" in quel frenetico turbinio di note...
Durante le ore di studio, quando la consapevolezza del fatto che le note stanno entrando è direttamente proporzionale ai litri di sudore che il tuo corpo trasuda sullo strumento, provo la stessa soddisfazione, immagino, che vive un atleta durante gli allenamenti i palestra!
E mentre suono, dopo ore, di sudore, dopo ore di mal di schiena, di cervicale, di braccia indolenzite penso che è meraviglioso suonare, sentire che la Musica entra...ed è stupendo avere la consapevolezza che quello sforzo, visibile sul tuo corpo, si trasforma in qualcosa di bello...
Giovani pianisti...non chiudete mai il coperchio sulla tastiera dopo aver suonato...lasciate che il vostro sudore lasci i tasti...o i tasti lasceranno voi...per sempre...
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