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lunedì 6 agosto 2012

06/08/2012 Lunedì mattino... L'incredibile caso di Dorando Petri...

Buon giorno...



vi ho già detto che  non guardo più la televisione. Faccio un'eccezione quando, come in questi giorni, c'è una manifestazione importante come le Olimpiadi... Per la verità avrò visto un paio d'ore di gare... La scherma femminile sì, l'ho guardata... mi piace "vincere" facile... Solitamente mi appassiono all'atletica...il nuoto non mi dispiace affatto... Il tempo però non è dalla mia... Ho troppo da lavorare, da studiare, da scrivere... Alla sera, poi, mi piace cenare all'aperto...e senza "rumori di fondo"...ad eccezione di quello tutto naturale dei grilli...

L'agonismo, la "lotta" leale per vincere mi appassiona... Osservo le scene di gioia delle vincitrici e dei vincitori dopo uno sforzo enorme...mi ricorda la fine di un concerto dov'è andato tutto bene... Poi guardo le atlete e gli atleti sconfortati per il risultato che non è arrivato...o è stato addirittura catastrofico...




Quel pianto disperato della spadista coreana Shin A Lam, che io capisco perché - pur essendo una "semplice" competizione questa rappresenta, in quel momento, la ragione di vita più importante per un'atleta-, mi ha fatto tornare indietro di centoquattro anni, al caso incredibile di Dorando Petri (o Pietri, se guardiamo l'anagrafe e non i rotocalchi)...



Perché ve la racconto? Perché è il chiaro esempio di ciò che la vita ti da' e ti riprende...senza che tu possa far nulla per cambiare lo stato delle cose. Non vi è mai capitato di dare per scontato un qualcosa che sembra assolutamente acquisito e poi, per casi imponderabili del destino, o della vita, o di tutti e due, quel qualcosa cambia...e quasi sempre in peggio?

Abbandonate i fragori delle olimpiadi attuali e tornate indietro con me...al 1908... Alla Londra di un secolo fa...stessa città...olimpiadi, per forza di cose, tutte diverse...

Dorando Petri era nato a Correggio il 16 ottobre 1885 (io sono nato l'11 ottobre...stesso segno zodiacale...forse stesso carattere?), in quella terra d'Emilia che oggi, cent'anni dopo, soffre per essere stata in parte distrutta dal recente terremoto... Quante similitudini... Oggi, a consolare quella regione martoriata dal tremore della terra ci ha pensato Jessica Rossi, vent'anni, medaglia d'oro al tiro a volo con record olimpico e mondiale "frantumati" col punteggio di  99 su 100.



A quei tempi, a risarcire tutti gli immigrati italiani a Londra e in giro per il mondo, avrebbe dovuto pensarci Dorando, un panettiere di Carpi che si allenava con metodi naïf...in bicicletta, a portare il pane, da un parte all'altra.. Amava lo sport ed era spericolato, al punto da sfidare un grande campione "blasonato" nella maratona... Lo vinse, batté il record italiano e staccò il biglietto per le olimpiadi di Londra... Era, l'ho detto, il 1908. Le ultime due edizioni, a Parigi e Saint Louis, vuoi perché le competizioni erano distribuite in periodi lunghissimi, vuoi perché le Esposizioni Universali allestite in contemporanea rubavano la scena allo sport, non erano andate molto bene come audience.
A Londra però era diverso. Tutta l'attenzione era sull'evento e sugli sportivi. Potete immaginare l'emozione che avrà provato il nostro omino Dorando Petri, umile, gracile (sembrava sempre denutrito e malato)...con un nome strano come sono spesso strani i nomi dei figli dell'Emilia (e della Romagna).
Tutti gli occhi erano puntati su di lui... Ma lui non si curava del Look...correva con la sua tenuta "improbabile"...e comunque accettabile per quei tempi, con un fazzoletto legato in testa... Sembrava forse più un muratore che un atleta...al massimo ricordava un "panettiere"...
...Eppure correva Dorando Petri...e non ha fallito neppure nel giorno più importante della sua vita... O meglio...non avrebbe fallito... Ma il destino, troppe volte, molto ti da' e molto ti toglie...
Dorando Petri quel giorno distaccò tutti... Il 24 luglio 1908, alla maratona olimpica di Londra, Dorando diete a tutti gli altri maratoneti un consistente distacco... Entrò alla stadio olimpico per primo...ma sbagliò il senso della corsa... Paura di vincere? Stanchezza? Sta di fatto che incominciò a correre nel senso contrario. I commissari di gara riuscirono ad avvisarlo e a rimetterlo sulla "retta via"... Ma il nostro era esausto...cadde più volte...  In una sorta di "via crucis" sportiva Dorando cadde, si rialzò, ricadde, si rialzò di nuovo... Ai tempi degli antichi romani il pubblico avrebbe goduto di quella difficoltà...avrebbe aspettato con sadismo il momento della fine della "vittima" designata... Ma il 1908 non era più quel tempo...anche se di lì a poco sarebbero arrivate due conflitti peggiori delle guerre puniche... I commissari, sollecitati dal pubblico tutto schierato con l'esile italiano, lo aiutarono e questo gli valse la squalifica.



Lui non aveva chiesto nulla a nessuno, cadeva, si rialzava, ricadeva...e si rialzava... Ma, come spesso avviene ai ciclisti nelle più ardite salite, c'è sempre qualcuno disposto a dare "una spinta"... Fu eliminato... Certo divenne un idolo per le folle... La regina lo volle risarcire con una coppa tutta d'oro... 




La stampa inglese gli organizzò altre gare, altre rivincite con Hayes, l'americano giunto secondo e ingiustamente premiato con l'oro.   Il primo confronto con Hayes fu nello stesso anno, il 25 novembre. Vinse Dorando. L'atleta statunitense lo volle ancora sfidare e perse ancora...l'anno successivo... Ma i veri sconfitti furono gli immigrati italiani che avevano puntato tutto su quell'omino che li rappresentava... E il vero sconfitto fu lui Dorando Petri...passato alla storia sì, ma con quel "peso" di aver perso in quel modo assurdo...
Il panettiere di Carpi smise di correre a Buenos Aires, nel 1910... Aveva anche messo da parte una bella sommetta... Ma non riuscì mai a dimenticare e a elaborare il torto subito... La vita non lo aveva trattato bene...e non lo trattò bene neppure in seguito... Dorando, l'uomo dal cuore d'acciaio, morì il 7 febbraio 1946, a soli cinquantasei anni e mezzo...a Sanremo...d'infarto...




1 commento:

  1. Lottare per un "ideale", voler portare a termine un importante compito affidato, volere e credere in una persona "a tutti i costi", amare incondizionatamente, vuol dire impegnare energie, mettersi in gioco innanzitutto, non porre limiti al "dare" e soprattutto non farsi MAI condizionare dagli ostacoli, dai silenzi e dai, taciti o meno taciti, rifiuti!
    Solo un destino avverso o la cattiveria d'altri....può incrinare la nostra volontà, ma la speranza e la voglia di "arrivare" NON DEVONO MAI VENIR MENO...... =)

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