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venerdì 7 dicembre 2012

07/12/2012 Venerdì mattina... Possiamo vivere così?

Buon giorno...

Vengo subito al sodo...



L'altro ieri ho effettuato le consuete prove del coro a Casale Monferrato, nella mia scuola... Prove che conduco ininterrottamente dal 1999... Prove pomeridiane con tante allieve... Prevalentemente è (ed è sempre stato) un coro femminile...
Le ore di pratica corale sono sempre piacevoli... Si realizzano progetti...si "montano gli spettacoli"...ci si conosce meglio...
L'altro ieri, però, è successo un fatto assurdo...inconcepibile... Una studentessa del primo anno, non so dire se ingenua, ottimista, o cos'altro, ha abbandonato per trenta secondi il suo iPhone sul pavimento della palestra... 


Era seduta in un angolo...a fianco il suo smartphone...si è alzata quei trenta secondi necessari per andare a prendere le fotocopie dei testi... Tornata al suo posto non ha più trovato il prezioso oggetto...
In palestra c'eravamo solo noi...anzi no...mi correggo...c'erano anche ottanta bambini della scuola primaria...


Ora...dando (ovviamente) per scontato che non sono stati loro, né le loro maestre, salta subito all'occhio il fatto che è stato uno di noi... 
Dunque...ricapitoliamo...
...c'ero io e una cinquantina di ragazze...


La cosa che mi fa inorridire è proprio questa: non possiamo più fidarci della nostra comunità... Voglio dire, dall'alto (o dal basso) dei miei ventisei furti subiti, io non posso credere che all'interno di un gruppo di persone che condividono gli stessi progetti, che vivono nella stessa scuola che respirano gli stessi ideali, ci possa essere qualcuna di loro che abbia commesso un fatto simile...
Eppure non può essere che così... Vedete...io ho subito, e l'ho appena scritto...e lo sapevate comunque già, ben ventisei furti nella mia carriera di "vivente" su questa terra... 


Mi hanno rubato di tutto... Mi hanno svaligiato cinque volte la casa, rubato un'auto, gli strumenti musicali, quaranta bottiglie di barolo, due computer, un iPhone, la bicicletta, cinque cellulari, soldi a palate... Mai però sono stato derubato dagli "amici"...
Una volta, a Vienna, in un hotel cinque stelle, mi è successa una cosa simile a quella capitata l'altro ieri alla mia studentessa... ero in gita scolastica... Nella sala ristorante, a colazione, c'eravamo solo noi...io, le mie colleghe, le mie allieve... Ho appoggiato il marsupio alla sedia...c'erano le insegnanti a presidiare... Mi sono alzato per prendere uno yogurt... Venti secondi... Quando sono tornato non c'era più nulla di mio... Sparito inesorabilmente il marsupio con tre cellulari, mille euro in contanti, la maggior parte appartenevano ai ragazzi, chiavi dell'auto, documenti...ecc...ecc... Abbiamo poi scoperto dalla polizia austriaca che in quei mega hotel si intrufolano, ben vestiti, ladri di altre nazionalità... Gli ospiti pensano si tratti di personale dell'hotel... I camerieri si immaginano che si tratti di insegnati... Così questi "professioni" si servono di quello che più li aggrada e se ne vanno indisturbati... In questi hotel, "divertifici" con tanti lustrini e poca sostanza, non c'è sorveglianza...
La cosa mi ha (ovviamente) ferito, mi ha fatto arrabbiare molto... Era il mio diciottesimo furto....capirete...
... Ne ho subiti altri otto negli anni successivi...
Nulla è però da paragonare all'offesa morale arrecata da qualcuno che vive con te e non ti perdona la "leggerezza" di esserti fidata di chi ti stava accanto... Capite? Sei nella tua scuola...insieme alle tue compagne... Avrai il sacrosanto diritto di commettere una piccola ingenuità!... Invece NO! 


Ma in che mondo viviamo?
Sarebbe già un atto gravissimo se una studentessa avesse trovato a scuola un cellulare smarrito e se lo fosse tenuto... Ma così è davvero un "peccato mortale"... Tu vedi che la tua compagna ha l'iPhone...vedi che si alza e lo abbandona per trenta brevissimi (o lunghissimi) secondi... Tu, verme ignobile, ti sei già prefigurata la scena... 



Stai solo aspettando che la ragazza, ingenuamente, lasci incustodito il suo prezioso strumento e poi ZAC...la colpisci "a morte"...
Come una leonessa (ma così è farle un complimento...anzi...così è offendere le leonesse) che, sorniona, sembra indifferente alla preda che, predestinatamente, si avvicina al suo spazio vitale per non uscirne più...
Ma la scuola non è una jungla...la scuola è una "palestra" di vita... E se tra le sue mura capitano cose simili i casi sono due... O l'istituzione scolastica non è più in grado di educare o l'umanità, non tutta per fortuna, si è imbruttita a tal punto da essere inguaribile...
Perché, vedete, dall'alto (o dal basso) (sì, lo so, mi ripeto...lo faccio apposta!) dei miei ventisei furti posso "umanamente" tollerare di essere colpito da chi non conosco... Io faccio il mestiere di persona onesta...il ladro fa il suo lavoro...quello di bastardo reietto che, dovendo pur sopravvivere a se stesso e alle sue miserie, si appropria indebitamente delle cose altrui... 


E' una lotta ad armi quasi pari tra me e loro... I ladri forzano la porta della mia vita, rubano i miei "mattoncini"...io potenzio gli allarmi, mi armo, mi assicuro...mi predispongo mentalmente a "uccidere"... 



Il ladro tornerà...e, se sarà bravo e avrà fatto i calcoli giusti, riuscirà di nuovo a entrare nella mia vita, a respirarla per qualche attimo, disturbato solamente dal fetore della cacca che si sarà fatto addosso... Perché i ladri, anche se "disumani", provano paura come tutti gli esseri umani... Se non sarà stato bravo mi troverà...e questo potrebbe non renderlo molto felice...o potrebbe non rendere felice me...
....Insomma...io e i ladri "lottiamo" ad armi (quasi) pari...
La ragazza (non c'erano ragazzi in palestra) che si è appropriata del bene altrui in un luogo dove tutti si conoscono e tutti dovrebbero fidarsi gli uni degli altri, è ancora peggio del ladro di "professione"... 

Posso capire quest'ultimo...non lei...e, così come non la comprendo, mi addolora dirlo, ma non posso perdonarla...

assolutamente.....

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