Buon giorno...
Ieri ho postato un "immaginando"...
La foto profumava di vecchio...non di antico... Cent'anni di passato non rappresentano l'antichità...sono ancora molto, ma molto vicini a noi... Rappresentano l'età dei nostri giorni...
Ecco la fotografia alla fotografia...
Da quello sguardo...da quell'immagine è nata questa breve "Storia corta", la terza della mia carriera di inventore di vite realmente inventate...
Eppure quel sogno...
Chi sono?
Bisogna sempre dare un nome a tutto e a tutti?
Non vi basta sapere che sono un uomo d'altri tempi...tempi non remoti eppure distante...molto distante da voi che vivete in un'era dove tutto corre...sulle strade...sui fili...sul mondo...
No, non vi dico il mio nome... Vi basti sapere che sono stato un capitano dell'artiglieria italiana...un militare che ha servito la propria bandiera in quel terribile macello che è stata la grande guerra...
Appartengo alla generazione dell''85...ovviamente 1885! Quando sono andato al fronte, in trincea, avevo quindi trent'anni... Molto più fortunato di quei "bambini" del '97, 98 e '99...buttati alla mercè di altri "bambini" che parlavano lingue diverse ma usavano, e male, le stesse armi, strumenti di una morte crudele e terrificante...
Se ero sposato?
Certo che sì...
A trent'anni, ai miei tempi, se non eri sposato voleva dire che eri un prete!
Se avevo figli?
Due...
No...i loro nomi non ve li dirò...e neppure quello di mia moglie...
Sì, è vero, avevo solo due figli... Non c'è stato il tempo di farne di più...e meno male... La guerra, in quegli anni, aveva come primo obiettivo quello maledetto di dividere le famiglie, separarle per sempre... Quanti fratelli, quanti padri, quanti mariti sono partiti per il fronte e non sono mai tornati? Stiamo parlando di milioni di persone!
Quella notte, l'ultima passata a casa prima della mia partenza, ho fatto l'amore con mia moglie e ho fatto un sogno... Il sogno era confuso... Era solo chiaro un fatto: non avrei mai più visto i miei figli...
I sogni, si sa, vanno e vengono... Ho dato un peso relativo a quell'incubo... Peraltro sapevo che la probabilità di non tornare a casa, per uno come me destinato al fronte di Caporetto, era elevatissima...
Ho lottato con tutte le mie forze...non tanto contro il nemico...ma contro lo sconforto, la puzza di cadaveri in decomposizione...contro la paura...contro la sorte...
Ho combattuto e ho vinto...
Mi sono aggrappato con tutte le mie forze alle lettere che scrivevo a mia moglie e ai miei fratelli... Eravamo in nove... Siamo partiti in guerra in sei... Sono tornato solo io...
Capite? Il sogno non era vero! La realtà è stata dolorosissima...ho perso cinque fratelli in trincea...ma sono tornato... Avevo il cuore pesante e i piedi leggeri mentre tornavo a casa... Mi teneva in vita la gioia di rivedere la mia famiglia... Il miracolo era compiuto...
...
No...non è stato un buon ritorno... Ho trovato mia moglie invecchiata di trent'anni...e i figli non li ho mai più visti... La spagnola li aveva portati via per sempre... Maledetta spagnola! Ne ha uccisi più della guerra...
Sono rimasto per mesi immobile a fissare il nulla che si spalancava davanti alle mie pupille...
Quel sogno maledetto era vero...
...drammaticamente vero...
Ho imparato a non fidarmi più dei sogni e del destino... Ho passato il resto della mia vita a cercare di essere vivo... Lo dovevo a mia moglie...e ai miei figli... Ma il mio sguardo è rimasto, per sempre, quello che oggi vedete nell'immagine che, giorno dopo giorno, incontra i piedi della gente che passa...non sapendo...
Buona giornata...
Nessun commento:
Posta un commento