Buon giorno...
Ieri hoi provato a farvi volare con la fantasia fin su...fino all'asteroide 14831 altrimenti detto “Gentileschi”...
Come mai ho sentito l'esigneza di parlarvi di questo piccolo corpo dell'universo, scoperto dall'astronomo Elst nel 1987?
C'è un motivo molto semplice e, allo stesso tempo, drammatico... Un motivo che risale a più di quattrocento anni fa...
La vicenda riguarda la pittrice italiana Artemisia Gentileschi, nata a Roma nel 1593 e morta a Napoli nel 1653...
Artemisia era una pittice molto brava, figlia d'arte... A quei tempi, per emergere nel mondo dell'Arte e della Musica, dovevi per forza essere figlia/o di qualcuno del “settore”...non tanto perché imperasse già la triste e sempre attuale legge del “paraculismo” ma perché in quegli anni non era facile mettersi in mostra nel campo delle arti per il semplice fatto che non c'erano ancora le scuole e le accademie come le intendiamo noi oggi...
Gli artisti, a quei tempi, sviluppavano il loro talento lavorando presso le botteghe dei grandi maestri riconosciuti come tali...
Il padre di Artemisia, Orazio Gentileschi, era appunto un pittore di una certa fama... Artemisia e altri artisti, tutti uomini, si addestravano per diventare grandi. Tra questi c'era un certo Agostino Tassi che, colpito dalle “grazie” di Artemisia, nel maggio 1611 la violentò...
Artemisia reagì e denunciò il suo stupratore... Pensate che coraggio! Una donna dell'inizio del 1600 rompe gli indugi e denuncia colui che aveva abusato di lei... Per le donne quel periodo (come i precedenti e, purtroppo, anche i successivi) non era facile! Fare la pittrice o la musicista era pressoché impossibile... Pensate alla vita piuttosto infelice che fecero, secoli dopo, Nannerl, la sorella di Wolfgang Amadeus Mozart, e Fanny, la sorella di Felix Mendelssohn!
Ebbene...Artemisia si ribellò alle convenzioni, denunciò l'uomo e si mise a disposizione del tribunale che aprì un processo a carico di Agostino Tassi...
Artemisia dovette deporre sotto tortura... Un tempo le cose andavano così... Anche se eri dalla parte della ragione ti venivano inferte sofferenze piuttosto intense, giusto per evitare che ti venisse la voglia di dire qualche menzogna... D'altra parte...pensate quante “streghe” innocenti hanno confessato a quei
tempi colpe inesistenti...
Ad Artemisia furono applicate torture alle dita...le vennero schiacciati i pollici e tirate le dita...che per una pittrice non era il massimo! Lei rimase, stoicamente, ancorata sulle sue sacrosante verità... Vinse il processo anche se, a ben vedere, ad Agostino Tassi non furono comminate pene trascendentali...
Da allora Artemisia è considerata la paladina delle femministe... La sua pittura, dopo quell'esperienza, divenne più truce... Nei suoi quadri incominciarono a spiccare soggetti maschili barbaramente uccisi dalle donne... E' vero che in quell'epoca i canoni barocchi consigliavano di riprodurre la morte di Cristo e dei santi con efferata veridicità (un modo come un altro per avvicinare, attraverso il pietismo, i fedeli della chiesa cattolica, sempre più attratti dal dilagante successo del protestantesimo)...tuttavia appare evidente che Artemisia, in chiave artistica incominciò a mettere in atto in ogni sua opera una vendetta nei confronti del genere maschile che tanto l'aveva ferita e umiliata...
Tornerò sulla storia di artemisia...l'8 marzo...o nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne... Per il momento mi piace sapere che c'è un corpo celeste, duro, resistente, volitivo e perenne che ricorderà a noi uomini quanto siamo stati (e, purtroppo, lo siamo ancora) ingiusti e vigliacchi nei confronti delle donne...
Buona giornata...
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