Buon giorno...
Torno ancora sulle candele, sperando di non bruciarmi (troppo)...
Ho cercando di rispondere ai miei pensieri con la poesia del grandissimo Costantinos Kavafis...
Che dire?
Alla fine il messaggio del grande poeta greco, vissuto per vari motivi quasi sempre in un esilio volontario, è positivo...
Quali sono le candele spente?
Quelle del passato...
Il passato non torna...
Ciò che rimane è un ricordo sempre più sfuocato di quello che è stato...
Come il fuoco delle candele... Una volta spente, quelle che sono "morte" da meno tempo emettono ancora un fumo più o meno intenso...fumo che, poco a poco, svanirà nel nulla...
Il nulla è l'oblio?
Si trova la pace nell'oblio?
O quelle candele spente rimangono comunque a significare quello che è stato, bello o brutto che sia?
...Il passato può essere felice o, per il fatto stesso di essere irripetibile, si macchia di tonalità malinconiche?
E quello drammatico...può diventare sfumato grazie al passare del tempo?
Si può combattere la tristezza per quello che non c'è più guardando quello che deve ancora venire...
Prospettiva...
Aspettativa...
Bastano per rimpicciolire un dolore che pare incolmabile?
Ma...allora...come le dobbiamo interpretare quelle candele che hanno una fiamma esilissima? Come il passato che arriva o il futuro che può tornare?
Maria, nei COMMENTI, parla del coraggio di accendere tante candele per quante cose belle incontriamo nel resto del nostro cammino...
Fanni, sempre nei COMMENTI, ci va giù più pesante: la felicità non esiste: è solo un momentaneo stato d'animo...la candela ne è la metafora...
Un'anonima lettrice condivide il pensiero di Fanni...
"Se", ancora nei COMMENTI, cerca di farci tornare l'ottimismo: a volte una candela pare spegnersi ma basta il leggero sfogliare di un libro con la sottile aria che smuove e la candela riprende a splendere...
...
Parto dalle parole di "Se"...e difendo le mie candele dal soffocare inesorabile della loro stessa cera, sciolta da troppi errori e da troppi drammi...
Buona giornata...