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domenica 3 giugno 2012

Paese mio che stai sulla collina...

Buon giorno...


Questo che vedete non è il posto in cui vivo...è un paese che vedo tutti i giorni mentre vado a lavorare... All'alba, in ogni stagione, immerso nel buio (nei mesi invernali) o ben illuminato dai primi raggi del sole (in primavera ed estate), al tramonto, con i più svariati colori, da quelli della vendemmia, a quelli della primaverile rinascita, a quelli imbiancati di un gelido inverno, lui è sempre lì, ben arroccato sul suo piedistallo di tufo!
Non sembra, ma quel paese che si chiama Orsara Bormida, mi da' sicurezza...mi dice, senza parlare, "ciao Enrico, ben tornato anche questa mattina, io sono qui e ti aspetto anche domani...e fin che mi vedrai vorrà dire che va tutto bene per te...e tutto bene per me"...
Un paese così grazioso, così ordinato, poetico, imponente e intimo allo stesso tempo, trasmette quel non so che di sereno... C'è...dunque ci sono anch'io...
...Non posso non pensare a tutti quei paesi dell'Emilia, e ancor prima dell'Abruzzo...e ancor prima dell'Irpinia, del Friuli, del Belice...e tutti gli altri...distrutti, cancellati dal qualche secondo di terremoto...


Non ci sono più...e, se esistono ancora, si sono trasformati in un monumento alla precarietà... Non ci sono più...o sono andati irrimediabilmente distrutti...quindi anche io, che lo abitavo, almeno con gli occhi, durante i miei viaggi in auto,  andando al lavoro (che forse non esiste più), non sono più vivo. 
Il tempo si è fermato da quando le lancette dei campanili dei nostri paesi, simboli perenni della nostra esistenza sociale, si sono fermate nella polvere dei detriti inerti e informi...
La certezza di esistere nasce anche dalla certezza della sopravvivenza delle cose che sembrano immortali... 


1 commento:

  1. Le due immagini raggiungono la nostra sensibilità così come le tue parole: tanto rassicurante e protettiva la prima....fino a quando succede l'imprevedibile e l'irreparabile, fino a quando niente sarà più come poco prima....

    Black cat

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