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Ok...ok...sono pronto a tutto... Se c'è da fare il concerto domani sera...lo farò... Da Ferrania arrivano notizie inquietanti...davvero faranno il concerto lo stesso, nonostante la finale Italia-Spagna agli europei di calcio?
Che io sappia, tutte le associazioni che avevano in programma una manifestazione che non prevedesse l'istallazione di un maxischermo per la partita, sono state anticipate al pomeriggio...o, avendone la possibilità, posticipate di un giorno o due...
Io oscillo: non capisco se mi spiace di più fare il concerto e non vedere la partita o fare il concerto senza pubblico.... E' triste ma, d'altra parte, come si fa a non scusare i potenziali spettatori (assenti) di domani?
Comunque...
...in attesa di riscontri definitivi, vi posto la soluzione all'indovinello di ieri, proposto da AMBI e risolto quasi correttamente dall'assidua PINUCCIA e dall'immancabile MARGHY... La domanda era questa:
Che cosa fa Balotelli fermo, assorto, davanti alla porta avversaria?
La risposta è la seguente:
SEGNA AD OCCHI APERTI!
Ed ora, per distrarre il pubblico dalla partita di domani, e rimanere in tema con il clima funereo legato alla conferma del concerto di domani, un altro indovinello di AMBI, extra-calcistico...
Che cosa fa una folla di becchini in mezzo al mare?
A domani...e, per cortesia, in questo sabato caldissimo, non correte, né in macchina, né a piedi...
Questa mattina vi ho raccontato dei fuochi d'artificio della sera di San Pietro e Paolo...ora è giusto che ve li faccia sentire...
Non ho molto tempo, come sapete sono impegnato negli esami di stato. Approfitto della breve pausa per farvi ascoltare il celebre preludio di Claude Debussy, tratto dal secondo libro di preludi: il n. 12, Feux d'artifice. L'interprete è il valente pianista Bruno Canino.
Debussy compose due libri di preludi (scritti tra il 1909 e il 1913) ispirandosi a Chopin che, a sua volta, aveva emulato il Clavicembalo ben temperato di Bach per quanto riguarda l'impiego di tutte le tonalità.
Ascoltate l'onomatopea sonora di Debussy che descrive, pur nel rispetto della più rigorosa asemanticità, l'esplosione vivace dei fuochi...
Cambiando genere, vi posto ora la suite di Geroge Friedrich Händel intitolata Royal Fireworks Music, HWV 351, composta nel 1749 su commissione di Giorgio II di Gran Bretagna che, per festeggiare (a seguito della firma del trattato di Aquisgrana, il 18 ottobre 1748) la fine della guerra di successione austriaca, ordinò grandi festeggiamenti pirotecnici e, al grande compositore tedesco, questa suite. La prima esecuzione ufficiale, il 27 aprile 1749 nel Green Park di Londra, con i favolosi fuochi d'artificio regali, fu funestata da incidenti. Ci furono piogge che compromisero parte della struttura in legno dei fuochi che prese, appunto, fuoco e caracollò sulle persone uccidendone tre... sarà per questo che, dopo la prima esecuzione, alla domanda: "come sono stati i festeggiamenti?" Qualcuno rispose: "UNA CANNONATA!"
Ogni 29 giugno, in occasione della festività di San Pietro e Paolo, dalle mie parti, si organizzano degli spettacoli pirotecnici... E' l'occasione per stare qualche minuto con il naso all'insù...in una calda serad'estate...
Quei fuochi, con l'albero in primo piano che faceva da gambo per surreali fiori pirici, sono stati affascinanti...più del solito...
Eppure...ogni anno si fanno le stesse considerazioni: "erano meglio lo scorso anno"..."no, sono stati meglio questi"... "Quelli blu sono i migliori"..."no, sono più belli quelli verdi...perché "sbarluccicano" di più"... "Questa serie è lunga...mi sa che è l'ultima"... "Ma no, ci devono essere i colpi finali a vuoto!"... "Ecco, uno, due, tre...ora sono davvero finiti!"
Nell'aria il fumo...l'odore di polvere pirica...tutto finito...
I fuochi sono belli perché sono così brevi?
Se durassero un'ora sarebbero così affascinanti? Il bello del fuoco d'artificio è nella sua istantanea e fugace apparizione. Parte da terra come una luce insignificante, quasi un missile terra-aria...poi esplode in tutto il suo fragore luminoso...immediatamente dopo cade a terra in mille rivoli di fumo...ma nessuno lo guarda più perché è già arrivato un altro fuoco, più luminoso e più bello del precedente...
Sarà che penso sempre alla vita, ma nei fuochi ci vedo un'altra metafora... I fuochi come le persone...vanno e vengono...arrivano tra squilli di tromba e festeggiamenti e se ne vanno in sordina...
Questo succede molto spesso nel mondo della televisione, tritacarne umano che fabbrica miti temporanei e li trasforma in poco tempo in stelle cadenti e, se volete, fuochi fatui...
Nella vita "normale" è, fortunatamente, un po' diverso...più "soft"...le persone vanno e vengono...ma senza troppi clamori in entrata e senza il totale menefreghismo in uscita... Così è per i ragazzi "trasparenti"...dopo cinque anni di scuola, e così è per i docenti...che cambiano scuola, o vanno in pensione, o vanno in un'altra "dimensione"...così è per tutto il genere umano...
I fuochi si alzano, esplodono, colorano il cielo e tornano a terra...e noi, con i nostri desideri, con loro...ci alziamo, libriamo in aria... cercando di non tornare più giù...
Eccomi qua, più accaldato che mai...con molto lavoro sulle spalle e molto sonno da smaltire... Il POST di ieri sera ha portato fortuna alla nostra nazionale che è in FINALE. Ora si tratta davvero di capire se il concerto di domenica sera, a FERRANIA, con il CORO PER CASO, si farà o se gli organizzatori saranno così "illuminati" da posticiparlo almeno di un giorno... Si potrebbe anche considerare l'ipotesi di spostare la finale degli europei... Insomma...uno dei due eventi occorre che si sposti. Questa domenica sera è troppo piccola per tutti e due!
Detto questo, non mi resta che postare la soluzione all'indovinello di ieri sera, guarda caso su BALOTELLI...indovinello che ha portato molta FORTUNA alla nostra nazionale.
L'indovinello è stato risolto brillantemente da MARGHY.
Domanda:
Cosa fa Balotelli con un computer in mano in area di rigore?
Risposta:
CERCA LA RETE!
E ora, proprio per cercare di portare fortuna ai nostri colori calcistici, ecco un altro indovinello di AMBI...molto AMBI-VALENTE...
Che cosa fa Balotelli fermo, assorto, davanti alla porta avversaria?
Oggi vi posto un duo d'eccezione, si tratta degli statunitensi Tuck Andress (chitarra) e Patti Cathcart (voce), in arte Tuck & Patti. Coppia inossidabile sul palco come nella vita, nascono (come duo, ovviamente) nel 1978. Da allora, dopo molta "gavetta", riescono a imporsi sulla scena internazionale. La loro fortuna inizia con l'album "Tears of Joy" che contiene la rilettura di Time after Time di Cyndi Lauper che li lancia a livello mondiale... Per intenderci...questa:
La versione che avete appena ascoltato è stata registrata dal vivo a Praga il 3 novembre 2009. In quello stesso anno io ho avuto l'onore di dividere il palcoscenico con loro, più precisamente il 31 luglio 2009, ad Acqui Terme.
Loro arrivavano direttamente da Umbria Jazz dove avevano eseguito, tra gli altri brani, "Better than Anything"...questo:
Tra i ragazzi "trasparenti" dell'esame di stato 2012, ce n'è uno molto interessante... In questi cinque anni sembrava sempre "contro"...contro le opinioni della classe, contro le scelte delle compagne, contro il repertorio che eseguivamo in aula di musica...e, soprattutto, contro le mie battute! Non l'ho mai visto ridere, neppure alle mie più riuscite!
... Eppure...
...Eppure ho sempre capito che era un ragazzo dalle mille sensibilità...
Pensate...ogni anno, per cinque anni, ha fatto il regalo di Natale a tutte le sue compagne...
...E' stato uno dei primi ad acquistare il mio CD "DISTANZE"...
...Avete capito chi è? E' Alessandro, l'autore di quel suo ritratto regalatomi, per qualche giorno, su un banco dell'aula di musica...
Questo...
In cinque anni di scuola si è sempre vestito di nero, con il portafogli con un teschio in bella mostra di sé, ancorato a un passante dei calzoni con una bella catena da "metallaro"... Capelli più lunghi dei miei e un volto da bravo ragazzo, anche più giovane della sua età, che un po' "stonava" con quell'abbigliamento da "duro"...
L'altro ieri, nel giorno in cui si è "esibita" anche Benedetta, si è presentato di fronte alla commissione con una camicia bianca, elegante, impreziosita, sentite qua, da una cravatta!
Il capello, per fortuna, è rimasto lungo, ben pettinato (a differenza dei miei ispidi spaghetti)...
Alessandro ci ha davvero convinti e coinvolti con le sue risposte, ampie, autonome, collegate...
Mai ho visto Alessandro così "in forma"... Sapevo che era tosto...ma così bravo...non lo credevo neppure io...
Al termine della splendida interrogazione, mi ha guardato e mi ha detto: "Ah, prof., devo darle questo"... e ha tirato fuori questo altro ritratto...
...questa volta destinato a rimanere con me...nei miei preziosi ricordi di vita scolastica...
Poi, così com'era entrato, se n'è andato...senza troppe parole...extra...
...Alessandro frequenterà la scuola per disegnatori di fumetti a Torino...e, sono certo, avrà tante soddisfazioni...
...Un altro ragazzo del "Lanza", che esce da questa scuola lasciando tracce visibili...e invisibili...tutte, comunque, dentro di me...
Ecco il saluto nella consueta serata della partita "europea" della nazionale di calcio... Cosa dite? A metà gara pensate che questo 2 a 0 ci basti, ce la faremo? Incrociamo le dita!
Ora vi distraggo un po' con il mio nuovo POST, sperando che qualcuno lo legga, visto che nei 45 minuti del primo tempo il conta accessi non è scattato granché.
Comunque...
Oggi è stata una giornata calda, umida, nervosa... Non ho concluso nulla, o quasi, di quello che dovevo concludere...
Avrete notato, infatti, che il POST pomeridiano è stato pubblicato alle 19:05...proprio a causa dei mille impegni che ho avuto in queste giornate estive di "quasi ferie"...
Speriamo in domani...
Mi mancano le energie...ma...andiamo avanti senza sosta!
Come avrete visto (e se non l'avete visto ve lo faccio notare ora), oggi ho pubblicato il link di YouTube relativo al mio brano "Le cose che non dico", tratto dal mio ultimo CD "Distanze"... Per la spiegazione del brano, vi rimando al POST precedente, quello del (tardissimo) pomeriggio... Per vostra comodità vi ri-linko il medesimo...così, se avete voglia, nella pausa tra primo e secondo tempo, lo ascoltate e lo leggete...
Oggi ho deciso di postarvi la traccia n.8 del mio ultimo CD "DISTANZE". Il suo titolo è "Le cose che non dico", piuttosto complesso e tecnicamente impegnativo. E' costruito nella forma "A-B-A" dove gli "A" rappresentano il momento interiore di angoscia esistenziale, direi anche di rabbia...il tumulto che anima i miei pensieri che spesso non riesco a esternare. Il "B" è, al contrario, più riflessivo...pacato...forse triste? Comunque dura poco, perché quella nota ribattuta (ora SOL, nel primo "A" DO) riemerge al termine del "B" come una goccia ossessiva di tormento che porta alla conclusione del brano...
Vi posto il link a YouTube dove troverete lo spartito (rigorosamente manoscritto) che scorre, più o meno, a tempo con la musica...
Tra gli studenti "trasparenti" c'è una ragazza che lo è stata meno... Anzi...direi che si è fatta molto notare dalla commissione...
E' Benedetta, classe V A Socio Pscicopedagogico... Si è presentata puntuale ieri mattina, come nei tre giorni degli scritti... Era veramente elegante, con il suo tailleur pesca...valigetta alla mano...decisamente professionale...
Si è seduta alla sua postazione e ha trattato il suo percorso individaule con sicurezza e competenza... Certo, molti meriti li ha anche la sua "personal trainer", la Professoressa Miriana Scorza, che ha saputo veramente valorizzare il percorso formativo di Benedetta... Ma Benny, così la chiamiamo da cinque anni, è stata veramente in grado di catturare la commissione con una padronanza del "palcoscenico" degna del più scafato LANZACHENECCO. Benedetta lo è diventata a tutti gli effetti avendo ricevuto, alla fine dello spettacolo di quest'anno (come tutte le ragazze dell'ultimo anno), il diploma di LANZACHENECCO.
La nostra diplomanda ha infatti partecipato per tutto il corso di studi agli spettacoli con la qualifica di corista. Ha fatto decine di spettacoli, in tanti teatri della provincia. Mi ha già detto che verrà anche il prossimo anno, come una vera LANZACHENECCA che si rispetti!
Torniamo all'esame... Benny ha trattato un interessante percorso sull'uomo e il cavallo... Poi ha affrontato italiano, storia... Ha parlato di Leopardi, Verga, Pascoli, D'Annunzio...e ancora Mussolini, Hitler...sempre sicura...sempre concentrata...
...con un pubblico degno di un grande evento...la mamma...i fratelli...gli amici... Sembrava una tesi di laurea...
Benny ci ha insegnato che bisogna dare importanza alle cose. L'esame è una tappa importante della vita di una persona... Ci si presenta preparati ed eleganti...e puntuali...
Alla fine c'è stata un po' di commozione, come alla chiusura del sipario al termine di un grande spettacolo... Applausi, abbracci...fiori...emozioni
Mi mancherai, Benny, anche se ti vedrò ancora...anche se tornerai...mi mancheranno quelle tue forti braccia che mi abbracciavano alla fine di ogni concerto o di ogni rappresentazione teatrale...
Ora andrai altrove...ma questa scuola parlerà ancora di te...a chi resterà... a chi arriverà...
Oggi, mercoledì, avrò le prove con il Coro per Caso, anticipate di un giorno poiché domani, come tutti voi sapete, ci sarà la partita dell'Italia contro la Germania, un classico! Io non sono per nulla amante del calcio, tuttavia devo dirvi, in tutta sincerità, che le partite della nostra nazionale le guardo con interesse!
Pensate: domenica 1 luglio ho il concerto con il Coro a Ferrania (SV)...se domani l'Italia vince, alla stessa ora domenica ci sarà la partita della nazionale. Ma io mi chiedo, e vi chiedo: com'è possibile che gli organizzatori della manifestazione (peraltro molto bella) non abbiano tenuto conto di questa eventualità? noi abbiamo preso l'impegno e ci saremo... MA IL PUBBLICO? Siamo sicuri che ci sarà qualcuno quella sera?
Su questo dubbio amletico, in attesa di vedere come andrà a finire la partita di domani, vi posto la soluzione all'indovinello di ieri, rimasto irrisolto (anche se GIULIA, sempre in privato, ha dato una simpatica soluzione)... anche questo, come il precedente è MADE IN AMBI...infatti è un po' AMBI-GUO!
Perché un calciatore inglese è fermo e immobile nell'area dell'Italia dopo aver sbagliato il tiro dagli 11 metri?
Risposta:
PERCHE' HA IL RIGOR MORTIS!
Cambiamo e usciamo dall'ambito calcistico... Questa sera propongo questa mia perla:
Qual è l'unità di misura per pesare la sovrana inglese?
Oggi vi posterò la quarta puntata dell'interessante saggio di Andrea Gherzi dal titolo Umorismo in musica. Per le prime tre puntate, vi prego di consultare i link qui sotto...
Leggete ora qui sotto...a me fa molto ridere questa parte...
Andrea Gherzi, Umorismo in Musica (quarta parte)
Altre simpatiche voci appartengono al dizionario personale di Chiara e Giovanni Bertoglio, concertisti torinesi che gentilmente mi hanno concesso di attingervi. Eccone un breve campionario.
ALPEGGIO: in teoria della musica, l’esecuzione in forma melodica dei gradi della triade suonata con il corno delle alpi.
CLAVICEMBALO BEN TEMPERATO, IL: ciclo bachiano composto come reazione psicologica allo choc subito quando sorprese tutti i suoi venti figli a decorare artisticamente con colori a tempera il suo clavicembalo preferito.
GRADUS AD FRACASSUM: monumentale raccolta di studi pianistici di Clementi, composti per contribuire a indirizzare ogni giovane pianista verso il vero obiettivo della sua arte.
GUGLIELMO CELL: opera pionieristica di Rossini, che ne compose l’Ouverture destinandola esplicitamente ad essere eseguita da malefiche suonerie dei telefonini. Ha infatti trovato la sua vera realizzazione soltanto alla fine del XX secolo.
MENISCO-WALZER: brano pianistico lisztiano, celebre per il suo intenso virtuosismo, in particolare per quanto riguarda la pedalizzazione. Ha provocato seri problemi ai legamenti del ginocchio destro di molti pianisti.
SERVA LADRONA, LA: intermezzo di Giovan Battista Pergolesi, ispirato dalle gesta di cleptomania della sua collaboratrice familiare, che lo ridusse sul lastrico.
SINFONIA “MORALE”: Nona Sinfonia di Beethoven, detta anche “Sinfonia della Redenzione”, in contrapposizione alla Sinfonia “Erotica”, in cui solisti e coro declamano l’Inno alla Noia di Schiller, dal profondo contenuto edificante.
TETRAGONIA, LA: composta da quattro opere, per un totale di trentasei ore, rappresenta la reticenza di Wagner a servirsi di forme brevi.
Sulle situazioni comiche venutesi a creare negli allestimenti operistici esistono testimonianze scritte, come il recente libello edito su Tutti i disastri all’opera, che sicuramente non può annoverare tutte le bizzarrie accadute in scena, ma ne presenta comunque un gustoso florilegio: dal soprano americano che nel finale di Tosca si lanciò da Castel Sant’Angelo, rimbalzando varie volte su un tappeto elastico che qualche buontempone aveva messo al posto del solito materasso (New York 1960), ai disguidi tecnici dovuti al cattivo funzionamento dei macchinari, o ancora alla sempre rischiosa presenza di animali sul palcoscenico, esiste tutto un repertorio di incidenti irresistibili, giacché nel melodramma le situazioni sono talvolta così prossime all’inverosimiglianza da apparire già di per sé ridicole.
Una quintessenza di spirito farsesco presentano i giochi verbali di certi concertati rossiniani, come il finale del primo atto dell’Italiana in Algeri, definito da Stendhal una «follia organizzata». Un piccolo sottoinsieme del repertorio teatrale è costituito dalle arie di ubriachi, presenti un po’ ovunque, dalla Périchole di Offenbach («Ah, quel diner») al Pipistrello straussiano, al BorisGodunov di Mussorgski (Scena nell’osteria).
Un capitolo a parte si potrebbe compilare con le stravaganze delle regie operistiche allestite a partire dal dopoguerra, quando una vera e propria sorta di follia registica intervenne a stravolgere l’ambientazione dei melodrammi per dar luogo a una gamma inesauribile di letture oltre le righe, di stampo socipolitico o psicanalitico, dove la comicità acquisiva aspetti grotteschi. Di questi assurdi adattamenti che ottengono come unico scopo di tradire il pensiero drammaturgico del compositore e del librettista, avallati dall’ignoranza dei contribuenti e dalle lottizzazioni delle istituzioni politiche le quali in tal modo causano un vergognoso sperpero di denaro pubblico, si potrebbe riempire un’enciclopedia da dedicare alla stupidità e alla presunzione dell’umano agire.
Quanto all’esattezza dei pronostici, ne abbiamo trovato uno abbastanza divertente sul neonato saxofono (il faxofono della Banda Osiris): «L’orribile suono gutturale che questo nuovo strumento produce mi dà la certezza che sarà destinato a sparire fra breve». Un altro di valore ‘storico’ è attribuito al compositore Nicola Zingarelli, che Spohr narra nelle sue Memorie di aver incontrato nel 1817 a Napoli. Parlando della situazione musicale dell’Europa, l’italiano gli disse che a Mozart «non era mancato il talento, ma era vissuto troppo poco per potersi perfezionare in maniera adeguata; se avesse continuato a studiare una decina d’anni, avrebbe potuto scrivere un giorno qualcosa di buono»!
Ma si sa che spesso le previsioni vengono disattese, e anche gli scolari sono giustificati perché stanno imparando, sebbene gli errori che un tempo si commettevano nelle classi elementari oggi avvengano alla scuola media, e domani magari al liceo o all’Università. Ma le corbellerie più grosse, veri spropositi senza remissione, si possono ascoltare nei negozi che vendono dischi di musica classica, sia perché in Italia non esiste ancora una solida cultura musicale di base, sia perché la fascia sociale in possesso della sola istruzione obbligatoria è quella che assorbe più televisione, e proprio dalla combinazione di questi due fattori nascono le occasioni più bizzarre di comicità involontaria. Qualche anno fa, non sappiamo da quale editore pubblicato, uscì “Vorrei e non vorrei”, libro compilato dal titolare di un grande negozio di musica classica milanese e andato a ruba fra gli appassionati: esso comprendeva una serie di incredibili richieste dei clienti, naturalmente rivolte con la massima serietà al personale del negozio. Non essendo riuscito a reperire tale volume, lessi alcuni estratti usciti su riviste, dai quali citerò i “numeri” migliori, accompagnandoli con altri di diversa provenienza, non ultima la nostra personale esperienza.
Certo deve essere un bello sforzo, per il negoziante, rimanere serio di fronte a certe richieste fatte in buona fede: «C’è una Traviata con Bocelli e la Scottex diretta da Von Karian?». Il direttore d’orchestra tedesco, da qualcuno ribattezzato Von Karavan, entrava anche in un’altra chicca: «Avete il disco di Loretta Goggi che canta le musiche di Von Karajan?». Per qualcuno il concerto dei tre tenori comprendeva Luciano Pavarotti, Luis Carlos e Santo Domingo (quest’ultimo già ricercato interprete della “Donna immobile”)! Un famoso soprano è stato diviso in due cantanti diversi: «Monserrat e Caballeros hanno fatto un nuovo album?».
Fra i direttori d’orchestra, non solo Karajan è preso di mira (già direttore dei Berliner Fisarmonicher): da Bruno Walzer a Zubin Menta, da Bastard (Bernstein) a Minkiowski, c’è tutto un repertorio di strafalcioni. Giulini, da qualcuno giudicato bravo perché figlio di Toscanini, spesso si trasforma in Giuliani. Per l’assidua presenza davanti alle telecamere, Previn era stato soprannominato Preview (anteprima) da una rivista satirica. Ma uno dei più colpiti è senza dubbio Claudio Scimone, il direttore dei Solisti Veneti, di volta in volta trasformato in Scipione, Scimione, Scemone!
In campo operistico i travisamenti non si contano, come pure i neologismi, che qualche mente ingenua ha coniato a scapito dei seriosi interpreti del repertorio lirico, arricchitosi così di alcune succulente novità. L’Emistofele di Boito sembra fare il paio con quell’altra perla che si riferisce al grande ciclo di Wagner (che aveva collocato l’orchestra nel golfo persico) intitolato L’Anello dei Ghibellini, la cui prima giornata comincia con L’Oro del treno e termina con L’Opuscolo degli dei. Sapevate che Verdi ha composto il Trovarobe, Bellini la Nottambula e Spontini La Vestaglia? Dalle Notti di Figaro a Così fan tutti, da “Casta Piva” a “Una noce poco fa”, dalla Turandot di Guccini a “O mio babbuino caro” (talvolta sono responsabili i refusi tipografici), dal Gatto nel serraglio a Samson e Dalida, c’è un nutrito repertorio umoristico da conoscere... L’opera di Donizetti Anna Balena invece non deriva dalla svista di qualche sconsiderato, ma è la deformazione ideata dai loggionisti della Scala, invero poco cavallereschi, in occasione di una recita di Montserrat Caballé, soprano allora di aspetto piuttosto corpulento, che come ogni personaggio di spicco aveva i suoi detrattori.
La Semipiramide di Rossini è tratta da un libello di Antonio di Stefano, che cita anche Il debussyano Marito di San Sebastiano, La bella addormentata e Don Bosco di Ciaikovski (pure autore de Il ladro dei cigni), La Carmen di Bidet, oltre ad alcune gustose dichiarazioni e richieste: «Mio nipote suona il fax», «Mio figlio suona il clarinetto e il sarcofago»; «Avete mandorlini?», «Quanto costa un pianoforte a coda di cavallo?».
Quanto a Verdi, accostato forse alla propaganda delle agenzie di viaggio o deformato in uno degli sproloqui di Frassica, è divenuto autore dei Lombardi alla prima crociera. Il più celebre melodramma di Mascagni, già ribattezzato da un’anima candida Artiglieria rusticana, viene considerato il crogiolo di tutta la melopea dell’Italia meridionale: c’è stato chi vi cercava la canzone “Sciuri sciuri”, credendola una romanza dell’opera! Donizetti non ha subìto troppe deformazioni nei titoli operistici; lui venne burlato direttamente nel nome che, per la fecondità e la velocità nel comporre, era stato dai contemporanei mutato, con significativa metàtesi, in Dozzinetti. A dire il vero, già in passato lo spirito umoristico non era mai mancato, solo che veniva esercitato consapevolmente, come quei buontemponi berlinesi che ribattezzarono Ennuiante l’Euryanthe, nuova opera di Weber; oppure Berlioz, il cui genio innovatore non venne subito apprezzato dai suoi conterranei, che lo ribattezzarono Emberlificoz (da “emberlificoter”: ingannare, abbindolare). Berlioz, poverino, fu al centro di un incidente grottesco quanto inconsapevole, il quale dimostra come a volte gli eventi si dispongano da soli per trasformare l’ironia della sorte in umorismo nero. Durante il trasporto al cimitero, la sua salma venne sbalzata a terra perché i cavalli si erano imbizzarriti – udite udite che sorta di macabro contrappasso – per il frastuono della marcia funebre!
Le combinazioni più esilaranti di solito si ottengono allorché un nome, passando di bocca in bocca come nel gioco del “telefono senza fili”, viene gradualmente modificato nel corso del tempo, acquistando un nuovo significato pur rimanendo in assonanza con l’originale: la somiglianza fra i due termini è la forza umoristica che ne collega i significati antitetici. Quando cambia soltanto qualche lettera infatti il vocabolo in questione dà origine ai casi più ridicoli, perché avviene quanto volontariamente creano certi comici della parola, quando con sapienti allusioni sfruttano la forza irresistibile dell’equivoco.
In questa maniera si deve essere arrivati al Barbiere di Sicilia e al Bel Manubrio Blu, il più famoso dei Valzer straussiani. All’inizio non volevamo crederci, ma riflettendo sulle classi della scuola media dove insegnavamo, in cui un alto livello di ignoranza generale si coniugava con la totale irrilevanza conferita alle nostre ore, ci andammo convincendo che molti ragazzi crescono del tutto ignari della cultura musicale. Se stimati professionisti e laureati in carriera non sanno quasi niente di Haydn o Brahms, in quali garbugli non possono cadere menti incolte che hanno seguìto soltanto gli studi obbligatori e qualche Festival di Sanremo? Esiste poi un analfabetismo di ritorno: tanta gente ha frequentato le scuole soltanto per imparare a scrivere il proprio nome. Non c’è quindi da stupirsi se qualcuno mette in rapporto la lisztiana Vallée d’Obermann con qualche specie canina, o se il capolavoro sinfonico di Dvorak diventa la Sinfonia del Terzo Mondo, quasi un inno nazionale degli extracomunitari presenti in Italia, marocchini, slavi, nigeriani, albanesi, e chi più ne ha più ne metta!
Dalla commistione di musica e cinema deriva la Gazza ladra di Rossellini, mentre non saprei fare un’ipotesi su come si sia giunti all’Amore delle tre melanzane di Prokofiev (forse un lapsus botanico), oppure al Cemento dell’armonia e dell’amicizia di Vivaldi (probabilmente per assonanze)! Vivaldi è molto gettonato, specialmente per il Nabucco e le Quattro Stazioni (ma c’è anche chi ha chiesto le Cinque stagioni!). Il Lago di Händel fa il paio con la famosa Pazzaglia (Passacaglia). I Liebig di Schubert devono essere i Lieder, mentre una sola “a” trasforma la Scarlattiana di Casella in una brutta malattia esantematica: figuratevi la persona che entra in negozio e chiede la Scarlattina! Oppure gli Imprevisti di Schubert!
Un acquirente chiese la Pizzicato-Polka di Mozart, già autore di una Sinfonia concentrata (anziché concertante), un altro l’Adagio di Alberoni; un terzo voleva la Sinfonia Erotica di Beethoven (alludeva alla Terza Sinfonia, soprannominata Eroica; esiste invero più di un’Erotica, ad esempio nei “Pezzi lirici” per pianoforte di Grieg). Sempre a proposito di Beethoven, qualcuno cercava la Sonata peripatetica, un altro voleva il Fidelius (o il Sibelio), intrecciando senza saperlo il titolo del melodramma (Fidelio) col nome del musicista finlandese Jan Sibelius. Povero Beethoven: qualcuno gli attribuì, oltre alla famosa Nonna, la Danza delle spade, l’Ouverture Fedora e Monna Lisa! La Notte al chiaro di luna invece è di Bach.
Il russo Stravinski occupa un posto di rilievo nella storia della musica: è autore dell’Uccellodalle piume di cristallo, dei Quadri a un’esposizione, la Corriera del libertino, lo Schiaccianoci ed altro ancora. Mussorgski scrisse invece Una notte sul Monte Carlo: sarà in diretta o in differita? Schönberg invece è l’inventore della musica dodecafona, detta anche dodecacofonia.
E ora mi congedo da voi con l'ascolto del mio brano Ossesso, che in questo POST dedicato all'umorismo in Musica, sta più che bene...
E, infine, un'interpretazione del duo Igudesman & Joo, che voi già conoscete... In questo caso vi posto il link di YouTube nel quale i due valenti musicisti mischiano sapientemente il tema del I tempo della sinfonia n.40 k.550, in sol minore di Mozart con il tema della colonna sonora di James Bond
Molto carina...però preferisco quelle tradizionali...quelle calde, accoglienti...come sanno disegnare solo i bambini...meglio degli architetti...perché le disegnano col cuore...
E poi, io la musica ce l'ho dentro...non devo per forza stare dentro di lei...o meglio...sto dentro di lei quando suono...la possiedo...e lei possiede me in ogni secondo della mia vita, mi cattura, mi assorbe ogni energia...
Sapete che per un musicista è difficilissimo sottoporsi a sedute di Musicoterapia? Questo perché il musicista ascolta sempre con l'orecchio vigile... Dovrebbe rilassarsi, farsi avvolgere dai suoni...invece incomincia ad analizzare il brano... "Questo passaggio è efficace"..."ottima questa modulazione"..."la sezione A è scollegata dalla B"...e via dicendo... Ai "non musicisti" riesce più facile ottenere effetti musicoterapeutici... L'importante è che si sottoponga loro principalmente ascolti di musica strumentale o, in alternativa, brani cantati in lingua straniera, in modo che il "paziente" non si faccia distrarre dalle parole.
E quindi? Noi musicisti non possiamo godere della musica come i "comuni mortali"? Certo che sì! Noi che facciamo musica dobbiamo dimenticarci di essere dei tecnici e dobbiamo godere pienamente delle onde sonore che impattano contro di noi attraverso le centinaia di capolavori musicali esistenti in ogni angolo del mondo. Occorre fare un patto con la Musica: io, tuo sacerdote, mi dimentico di conoscerti intimamente e godo di ogni tua emozionante nota che, inanellata in una struttura semplice o complessa, mi colpisce il cuore e tutti i sensi. E' lo stesso patto che facciamo col regista di un film o di uno spettacolo teatrale quando andiamo al cinema o a teatro; siamo ben consapevoli di stare per assistere a una "finzione" scenica...eppure, per quel tacito patto cui facevo riferimento due righe più sopra, noi ci commuoviamo, ci spaventiamo, ridiamo... Quando muore il protagonista piangiamo...eppure, razionalmente, sappiamo che il fatto non è vero, che l'eroe è un attore che interpreta un copione... E' la magia del cinema, del teatro, della Musica...della catarsi (non della CARTASI con cui, magari, abbiamo pagato i biglietti del teatro...e abbiamo pianto) Noi musicisti, se riusciamo a dimenticarci per il tempo di una ascolto di essere tali, godiamo ancora più di un comune ascoltatore... Basta con questo preconcetto: "tu sei musicista, quindi non ne potrai più di sentire suonare gli altri, di fare concerti, di scrivere musica...preferirai fare altre cose..." Invece no! Io non mi stufo mai e godo sempre, e sempre di più. Scusate il paragone assolutamente privo di stile ma è come sostenere che un ginecologo, a causa della sua professione, non prova più interesse per le donne... Non credo proprio! In realtà tutto dipende dal contesto, dalla predisposizione e, se mi permettete, dalla bellezza...in senso assolutamente lato (scegliete voi quale)...