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giovedì 22 novembre 2012

22/11/2012 Giovedì mattina... Morire per una questione di principio

Buon giorno...


Questa mattina vi chiedo questo... Il nome Savita Halappanavar vi dice qualcosa? 
Nel dubbio vi racconto la sua triste storia...
Savita era una ragazza indiana di 31 anni che faceva la dentista in Irlanda... Non era quindi né irlandese, né cattolica... Viveva la sua vita con dignità, con la sua famiglia, con i suoi progetti... 


Di certo non si sentiva emarginata... Tra i sogni  c'era anche quello di avere un figlio... Una donna, per un figlio (o anche solo per l'idea di un figlio), darebbe la propria vita...questo è vero... Quello che non è accettabile è il fatto che a decidere dalla  vita o della  morte altrui siano gli altri...
Sta di fatto che Savita, rimasta incinta, giunta alla sua diciassettesima settimana di gravidanza ha incominciato a sentire che qualcosa non andava... Iniziava ad avvertire terribili dolori al ventre,  così forti da indurla a recarsi all'ospedale... I medici, fatte le visite del caso, non si sono pronunciati più di tanto... ma Savita continuava a stare male...sempre peggio... I dolori diventavano davvero insopportabili... Passato ancora qualche tempo Savita, che si sentiva morire, ha chiesto di abortire... Voi potete immaginare la sofferenza della decisione... Una cosa è certa... Se la giovane donna ha chiesto di abortire, lei che quel bambino lo voleva più di ogni altra cosa al mondo, questo significa che la situazione era davvero insostenibile...
Quello che fa rabbia è che i medici dell'ospedale, benpensanti e perbenisti, si sono rifiutati adducendo, come motivo non impugnabile, che l'Irlanda è un paese cattolico... La religione professata ad ampia maggioranza nel loro paese non tollera la soppressione delle vite, anche se ancora "incomplete"... L'aborto è illegale... in realtà la legge dice che, in caso di rischio di vita della madre, è praticabile... Ma i medici irlandesi, benpensanti, perbenisti e, lasciatemelo dire, ottusi, si sono rifiutati...
Savita non poteva certo scappare dall'ospedale e dall'Irlanda, come hanno fatto (e continuano a fare) moltissime donne di quel paese "civile" che, per abortire, sconfinano in Inghilterra... Savita non poteva scappare dall'ospedale e dall'Irlanda, è vero.... Le restava solo una possibilità... Scappare, suo malgrado, dalla propria vita... Se n'è andata cinque giorni dopo il suo bambino... Il feto ha infatti cessato di essere "vivo" il 23 ottobre... Savita è morta, inutilmente, di setticemia... Lei lo sapeva...o sentiva dentro di sé che non c'era speranza... Savita è stata uccisa dal moralismo cattolico di medici che, così facendo, e per evitare di "uccidere" il futuro bimbo, "hanno ucciso" la madre...


Non prendo volutamente posizioni sull'aborto in condizioni  di salute "normale"... Ognuna la pensi  come vuole... Io mi rattristo (e mi indigno) pensando a Savita, giovane donna piena di speranze...buttate via dalla noncuranza di chi, protetto dall'idea di una religione ormai refrattaria all'umana pietà, si sente, sempre e comunque, dalla parte della ragione...



Buona giornata...

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