Care lettrici e lettori fedeli, il conteggio di Net-parade,ogni mese, parte da zero. E' mia intenzione posizionare il mio BLOG nel punto più alto possibile delle classifiche. Per farlo ho bisogno del vostro aiuto. Cliccate sul banner qui sopra. Non occorrono dati personali, basta cliccare su "sì, confermo il voto"...SI PUO' FARE OGNI ORA! GRAZIE!

lunedì 5 novembre 2012

05/11/2012 Lunedì mattino... Quella mano farfalla...

Buon giorno...


L'altro giorno, mentre cercavo un libro di poesie da cui volevo trarre ispirazione per una lirica per soprano e pianoforte, mi sono imbattuto in questa raccolta... Trattandosi di composizioni di Bruno Lauzi forse sarebbe meglio definirle "canzoni senza musica"... Il bellissimo libro s'intitola "Esercizi di sguardo", delle Edizioni Marittime, Milano 2002... Ha quindi dieci anni... 
Questo libro mi è stato donato dall'autore, il celebre cantautore genovese, una sera in cui  l' ho accompagnato al pianoforte in una serie di interpretazioni di suoi intramontabili successi...



Non stava bene... Tutti voi che state leggendo questo POST sapete che era malato di Parkinson... e' mancato già da qualche anno... Quella sera, come tutti i giorni dell'anno, scherzava con la sua malattia...soprattutto quando doveva giustificare il fatto che doveva usare il microfono ad archetto poiché non era più in grado di impugnare con fermezza il microfono gelato...



Per un cantante tremare mentre si utilizza il proprio "ferro del mestiere" non è bello... Ma lui, con quell'ironia che l'ha sempre contraddistinto, sdrammatizzava... Anche parlando della sua voce, che rischiava di essere messa in difficoltà dal tremore, diceva frasi come queste: "almeno ho il 'vibrato' naturale"...
Quella sera, oltre a cantare le sue canzoni, Bruno si dedicò ad alcune letture delle sue poesie... Questa che vi recito ora mi ha colpito molto... Anni dopo, Bruno era già morto, l'ho inserita nel mio spettacolo "Anche il pianoforte ha le rotelle"... Eccola...





La mano

La mia mano farfalla
bestiola spaventata
frullo d'ali improvviso
di preda impallinata
di rifugio in rifugio
di taschino in taschino
ha una sola speranza:
che voi dimentichiate
le sue dita agitate
che riempion la stanza
mentre s'inventa il vento
o vi racconta il mare...
Nata per lavorare
sul palco della vita
per farsi perdonare
arranca inutilmente,
eppure l'ho avvertita:
faccia quel che si sente,
io la continuo a amare,
pur se perdutamente.

Bruno Lauzi




Mi permetto di dedicare questa stupenda poesia a tutti coloro che soffrono di malattie "insanabili"...e ai loro parenti...che si trovano a dover lottare tre volte... Contro la malattia del proprio caro, contro se stessi e la propria fragile psiche che minaccia di lasciarli ogni giorno...contro lo Stato italiano che non li aiuta...o che non li aiuta abbastanza... Apprendiamo notizie assurde a proposito della futura tassazione del pur già minimo assegno di "accompagnamento"... Chi ci governa, politico o tecnico, non ha forse proprio idea di cosa deve fare una famiglia che si trova nella disperata urgenza di garantire al proprio caro una vita dignitosa nella pur martoriata esistenza senza speranza... Chi ci governa forse non si è mai trovato in queste condizioni... O forse, dall'alto dei suoi quindimila (più o meno) euro di stipendio mensile, ha gli "strumenti" per mettersi a posto la propria coscienza... Noi, comuni esseri di questo stato malato, non abbiamo la stessa fortuna...



In coda a questo POST voglio dedicare un mio personale pensiero a coloro che soffrono con questo brano, scritto per mia madre... S'intitola "Il tuo sguardo"... 
E' tratto dal mio spettacolo teatrale "Tersa età" ed è cantato dalla bravissima POKER SINGERS Alessia Antonacci...
L'ho composto quel giorno in cui ho purtroppo capito che lei, malata di  alzheimer, non mi avrebbe più riconosciuto... Quegli occhi non erano più gli stessi...anche se, in fondo, sentivo che mi cercavano ancora...
...inconsapevolmente...



Buona giornata...

1 commento:

  1. Ciao, come sai questa malattia, che io dico sempre essere "anche della famiglia" ha colpito mio papà e dal momento che è stata dichiarata, per tutti noi, non c'è più stata serenità....un percorso in discesa, ogni giorno un pezzo di vita in meno, un repentino regredire....e noi, ogni giorno più tristi, sempre più arrabbiati con il mondo....
    Bruno Lauzi è riuscito, uomo grande,semplice e intelligente, a vivere questa dannata malattia con una "magari apparente" serenità e spero che questo sia servito anche alla sua famiglia.
    Mio papà soffre di una forma di Parkinson gravemente degenerativa che non ha dato a lui nemmeno il tempo di scegliere come viverla....e a noi di poterla accettare....
    Grazie di aver trattato questo argomento e grazie a Bruno per le sue canzoni....

    RispondiElimina