Buon giorno...
...e buona domenica... Oggi inizio questo giorno di festa con un "pensiero serio"... Più che un pensiero serio è un "pensiero bello"... Ecco, dovrei inventare una nuova rubrica, quella dei "pensieri belli"...
Tutto nasce dalla fotografia dell'"immaginando" di ieri mattina... Anzi, a essere proprio sinceri, il tutto nasce da un brevissimo colloquio avvenuto fra me e alcuni signori del pubblico del mio ultimo concerto, quello tenuto con ACROSS DUO nella bellissima Villa Faraggiana di Albissola, Marina (SV), complesso barocco ora monumento nazionale di proprietà del comune di Novara (che buffo, vero? Una villa barocca in Albissola, in piena Liguria, di proprietà del Comune di Novara... Se volete sapere perché, digitate la parola chiave "Villa Faraggiana" nel motore di ricerca del BLOG e troverete tutte le informazioni al riguardo)...
Partiamo dall'inizio...dalla fotografia oggetto del dibattere...
Come ho scritto ieri, questa fotografia è stata scattata dall'amico Andrey Kustov di Magnitogorsk alla fine del mio recital pianistico tenuto nel bellissimo teatro cittadino, il teatro "Glinka"... Io l'ho un po' ritoccata e, per questo, mi scuso con Andrey...
Quella sera ho suonato bene... C'era parecchia gente... Molte di quelle persone, com'è consuetudine da quelle parti, alla fine del concerto si sono messe diligentemente in fila nella zona dei camerini e hanno aspettato che uscissi per farsi firmare l'autografo sul mio CD appena acquistato, sul biglietto del concerto... Un po' di persone hanno voluto che posassi con loro in una foto ricordo...
Ebbene... Ogni volta che firmavo un autografo, o facevo una fotografia io ringraziavo quelle persone, per la loro gentilezza e disponibilità... Loro, in realtà, facevano altrettanto con me e, a dire il vero, avevano la faccia di chi non capiva completamente il motivo dei miei ringraziamenti...
Faccio un salto di tre mesi...un salto in avanti di tre mesi e di migliaia di chilometri...eccomi ad Albissola Marina al termine del concerto di ACROSS DUO... Quella sera, cioè tre giorni fa, io e Claudio Gilio abbiamo suonato il programma che conteneva i miei arrangiamenti relativi a una decina di arie d'opera settecentesca riletti nel mio stile crossover o, se volte, pescesco...
Alla fine dei miei concerti a me non piace ritirarmi nei "camerini" e stare lì isolato in attesa di decongestionarmi dallo stress della performance... A me piace molto incontrare il pubblico, sentire i loro commenti, scambiare due parole...
Mentre mi spostavo da dietro le quinte e andavo verso la platea (è tutto relativo perché abbiamo suonato nel giardino della splendida villa...non c'erano sipario, quinte...né, tanto meno, una vera platea) ho incontrato una coppia di signori di Milano con una loro amica... Li ho riconosciuti... Erano gli stessi che lo scorso anno avevano assistito al mio concerto di pianoforte nella stessa villa, gli stessi che erano venuti a sentirmi nel mese di ottobre a Milano... Mi sono fermato qualche istante con loro e gli ho detto che nel pomeriggio mi ero proprio domandato se li avrei rivisti in quell'occasione... Il signore si è stupito e mi ha domandato: "ma lei si ricorda di noi?"
Gli ho risposto di sì...e gli ho dato l'arrivederci al mio prossimo concerto...
Io credo che ogni esecutore debba essere profondamente riconoscente al proprio pubblico... Il pubblico va "coltivato", coccolato, rispettato...amato... Noi musicisti non saremmo nulla senza il pubblico... Uno spettatore che non torna a vedere il tuo concerto dopo aver assistito a una tua performance è un punto perso... E' come il cliente di un ristorante che entra nel locale e, dopo la prima cena, esce mettendo metaforicamente una bella croce sopra al nome del locale...
Ecco, uno spettatore che non ritorna nelle tue platee è una tua sconfitta... Noi musicisti creiamo e riproduciamo la nostra arte proprio per loro, per quelle persone che investono soldi e tempo in una cosa che fai tu... Questo implica un sentimento di grandissimo rispetto nei loro confronti... Io personalmente mi sento profondamente grato a quelle persone ed è per questo che mi fermo volentieri a parlare con loro, le riconosco, le considero parte della mia vita artistica...
Io che suono e loro che ascoltano, insieme, siamo una squadra...un gruppo in grado di creare, in un momento preciso, in un luogo preciso, una magia... Ecco perché tutti i concerti non sono uguali... Dipende da chi suona, da come sta, da dove suona...ma anche, e soprattuto, da chi sta ad ascoltare... Un pubblico che non si emoziona (ed è comunque sempre colpa di chi suona se questo non avviene) è come la folla di tifosi allo stadio muta e senza bandiere... Senza quel calore umano la squadra non riesce a dare il massimo... Così è per noi musicisti...
Quindi... GRAZIE... Grazie a quei signori di Milano, grazie a tutte le persone di Savona che vedo ogni volta che suon da quelle parti...grazie al magnifico pubblico di Magnitogorsk...a quello della mia città natale...a quello della mia città di adozione...a quello sparso in ogni città d'Italia sono stato e dove tornerò, prima o poi...
Andando via dalla villa Faraggiana ho incontrato qualche ultimo drappello di spettatori... Una signora, col marito, mi ha fermato... Io mi sono fatto "dirottare" molto volentieri... La cara signora mi ha fatto molti complimenti e, alla fine, mi ha detto: "lei, signor Pesce, non è un maestro come tutti gli altri...lei è diverso"... Dopo un primo momento di panico ho appreso che il suo era un grande complimento... Le ho risposto che a me non costava nessuna fatica essere così...
Che poi non so neppure se sono davvero diverso...o anticonformista...o (troppo) espansivo, o semplicemente...come sono...
Grazie al mio pubblico...dal profondo del mio cuore... Grazie alla Musica che mi permette di starci dentro...e di vivere queste emozioni...prima...durante...dopo i concerti...
A più tardi...
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