Buon giorno...
Ieri, nella ormai consuetissima rubrica dell'"Immaginando", ho postato questa fotografia che, naturalmente, ripropongo...
Eccola...
Eccola...
Sedie in un giardino, semi abbandonate... L'acqua piovana ha invaso ogni centimetro del loro legno... Quei rivoli di nuvole si sono addentrati in ogni crepa di tavolo e sedie... M'immagino quei poveri tarli, qualora ce ne siano... Tutti in apprensione per una sorta di piccola grande alluvione...
Ho ritoccato l'immagine, l'ho colorata di verde... Non so a voi...a me da' quel senso di retrò-gusto...che rimanda l'immagine "moderna" a tempi diversi, antichi...
Magari sono io che m'immagino troppo le cose... Quelle sedie e quel tavolo mi ricordano gli "accessori" di un giardino di quella belle époque che oggi riviviamo solo nelle cartoline, nei libri...nei sogni di gente antica...
Inoltre m'immagino un periodo dell'anno...settembre...direi... Fine settembre...al termine di una stagione ardita ed eroica, fatta di feste, di sole, di molte lucciole e poche lanterne...di cicale...eccole quelle sedie, monumenti al godereccio che fu...
La pioggia, caduta dalle nuvole, sa di benedizione... Un viatico per un'estate che se n'è appena andata... Un buon augurio per un autunno che, molto probabilmente, sarà coloratissimo... Lo è ogni anno...perché non dovrebbe esserlo in quella circostanza?
Cosa c'è che stride?
E' molto semplice: quella fotografia appartiene ai nostri giorni...i giorni di un mese di luglio che si traveste ogni giorno da marzo...o da ottobre...
Un mese di luglio in cui la pioggia, grande o piccola che sia, ci accompagna sempre...ogni giorno...
E tu t'illudi e continui a uscire non prendendo l'ombrello.
Il farlo sarebbe come ammettere che ha vinto lui...il luglio capriccioso che ti vomita addosso tutte le frustrazioni di un universo piagnucoloso...
E tu?
Tu non puoi che assistere inerme alla debacle di un'estate stordita dal freddo, come quei calabroni che a fine settembre perdono la loro aggressività frantumando le loro aspettative contro la solita luce della solita porta di casa...
Tu, che rinunci a priori all'idea di ripararti da una potenziale pioggia (perché a luglio si dovrebbero usare gli ombrelloni...non gli ombrelli), te le prendi di santa ragione e ti devi arrendere al pugno acquoso di un'estate che non c'é (ancora)...
Così, guardando il calendario, non è difficile comprendere che, fra esattamente cinque mesi, sarà di nuovo Natale...con tutte le implicazioni che porta la festa più importante dell'anno...
In tutta sincerità vi dico che in questi giorni mi sento più vicino ai giorni di Natale che a quelli di un luglio che non ruggisce...
Poveri noi...
Un sole che a luglio tramonta, nascosto com'è dalle nuvole sempre più numerose e volitive - e che non trova la forza di farsi rispettare-, è sinonimo di sconfitta...
Sarà per questo che ci sentiamo tutti un po' depressi...
Ma lo sapete che io non mi sento per nulla in ferie?
Passo i miei giorni a provare la sensazione di dover subito tornare a scuola per le prime riunioni di inizio anno... Non riesco a programmare le ferie... Non mi sembra possibile immaginare un periodo di sano relax senza sole...e senza un caldo feroce in grado di far evaporare l'acqua in un bicchiere...
Sì...non mi vedo proprio "libero"... LIBERO di sognare l'estate...
Provo a passeggiare nella campagna che culla il mio sguardo quando sono a casa...
Colgo tanti aspetti del territorio dove abito da un po'... Colgo molto...tranne l'estate...o meglio...considero quest'ultima come appartenente a un mondo lontano, fatto di ombrelli, prati sempre verdi, cieli plumbei... Ecco, sì, mi sembra di essere in Irlanda...
Ma quanto dura questo sogno di essere altrove? Lo spazio di una pioggia...che arriva o che cessa... Dipende dai giorni, da come sono io dentro... Dipende dal mondo...ma non (necessariamente) dall'uomo...
E, allora, sperando in un prossimo mese di agosto carico di un meraviglioso bagno di sudore e di calore (oltre che di colore), vi saluto...convinto (ma forse più che altro vinto) che la nostra estate ci è stata tolta dal destino che si diverte a piangerci addosso ogni sua frustrazione...mentre le giornate si accorciano inesorabilmente, e con esse anche la nostra vita, carica di gocce versate in quel luogo a cui non è possibile accedere...un luogo che si chiama speranza...
Buona giornata...
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