Buon pomeriggio...
Ieri sera Rai 5 ha trasmesso in diretta la Turandot di Puccini sotto la direzione di Riccardo Chailly che inaugurava il suo primo impegno come Direttore principale dell'Orchestra della Scala di Milano...
Grandissimo successo della rappresentazione...
Purtroppo non posso ancora guidarvi alla visione integrale di questa bellissima edizione del capolavoro pucciniano che ha ricevuto undici minuti ininterrotti di applausi...
Posso invece indicarvi l'ascolto della rappresentazione della medesima opera nella stagione 2010 dell'Arena di Verona...
Ecco il CAST
Maria Gulegniha (Turandot)
Salvatore Licitra (Calaf)
Tamar Iveri (Liu)
Luiz-Octavio Faria (Timur)
Carlo Bosi (Imperatore Altoum)
Orchestra, coro e corpo di ballo della
fondazione Arena di Verona
Direttore: Giuliano Carella
Regia: Franco Zefirelli
Costumi: Emi Wada
Coreografie: Maria Grazia Garofoli
Luci: Paolo Mazzon
Ecco l'opera...
Ecco la trama...
Introduzione
Dramma lirico in tre atti e
cinque quadri su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, dalla
omonima trama teatrale di Carlo Gozzi. Prima rappresentazione: Milano, Teatro
alla Scala, 26 aprile 1926.
Trama
ATTO PRIMO
Pechino, in un mitico “Tempo
delle Favole”.
E’ l’ora del tramonto e gli
spalti delle mura della Città Imperiale si stagliano nella luce sfolgorante; su
di essi, quasi a monito, una serie di pali su cui sono infissi i teschi dei
pretendenti fatti decapitare dalla crudele principessa Turandot.
Dalle mura, un Mandarino si
prepara ad annunciare al popolo di Pechino la “Crudele legge” di Turandot: la
Principessa sposerà colui che, di sangue reale, risolverà tre enigmi da lei
proposti; in caso contrario, il boia Pu-Tin-Pao provvederà a decapitare coloro
che falliranno il tentativo. La folla, in preda all’eccitazione, travolge il
vecchio Timur, spodestato principe Tartaro ormai cieco, sorretto dalla piccola
schiava Liù che chiede per lui soccorso ed è in questo momento che incontrano
Calaf che riconosce, dal racconto dei due, l’ormai vecchio padre e la fanciulla
a cui un giorno, nella reggia, aveva regalato un sorriso.
Si fa notte e nel cielo
campeggia la luna, la folla esaltata invoca Pu-Tin-Pao.
Tra la calca avanza il corteo
con il condannato a morte Principe di Persia e dall’alto appare la figura della
Principessa, illuminata dal bagliore lunare, che con un gesto imperioso ricusa
le richieste di grazia per il giovane Principe ormai condannato. In quel
momento Calaf vede la misteriosa figura incantatrice della Principessa Turandot
e se ne innamora perdutamente tanto da voler, a sua volta, affrontare la prova
dei tre enigmi. Invano Timur, Liù e i tre ministri tentano di dissuaderlo dall’insano
proposito; preso dall’enfasi, Calaf percuote per tre volte il gong invocando il
nome della principessa Turandot.
ATTO SECONDO Quadro Primo
I tre ministri si trovano a
dover preparare sia le nozze che le esequie per il nuovo pretendente; a seconda
dell’esito che avrà la sfida proposta dal principe ignoto.
I tre si lasciano andare ai
ricordi di felici tempi passati prima della nascita della giovane Turandot e
quasi in preda a sogno, immaginano di preparare il giaciglio per la prima notte
d’amore della principessa di “Ghiaccio” ormai vinta dall’Amore.
ATTO SECONDO Quadro Secondo
Si appronta la cerimonia degli
enigmi.
La Corte Imperiale si accomoda
sulla altissima scalinata della Reggia; persino il vecchio Imperatore Altoum
tenta di dissuadere il giovane dall’affrontare la prova, ma il Principe,
ostinato, per ben tre volte chiede di affrontar la prova.
Il Mandarino proclama nuovamente
la Legge di Turandot.
Si avanza la Principessa, in
tutto il suo gelido splendore, fino ai piedi del Trono ove intona il suo canto
dichiarando i motivi della sua ferocia (In questa reggia).
E’ il momento degli enigmi; Il
Principe, con saggezza ed arguzia, li risolve vincendo la prova tra le
acclamazioni del popolo e della Corte, ma Turandot non è domata; la ragazza
implora il padre di salvarla dalle braccia dello straniero ma sarà Calaf stesso
a rinunciare alla vittoria ponendo, a sua volta, un enigma da risolvere prima
dell’alba alla Principessa: se riuscirà a conoscere il suo nome, egli
abbandonerà ogni pretesa nei suoi confronti e accetterà di morire.
ATTO TERZO Quadro Primo
E’ notte, nel giardino della
Reggia.
Gli Araldi diffondono la volontà
della Principessa: ognuno vegli e cerchi di conoscere il nome del Principe
ignoto. Anche Calaf veglia pregustando la sua dolce vittoria (Nessun dorma).
Anche i tre ministri tentano,
con generose offerte, di carpire il segreto del Principe ma all’ennesimo
rifiuto, le guardie introducono il vecchio Timur e la piccola Liù sospettati di
essere a conoscenza del segreto; la giovane schiava, torturata, fronteggia
allora la Principessa di gelo (Tu che di gel sei cinta) e, felice di morire per
la vittoria del suo amato Principe, si uccide ai piedi di Turandot.
Timur, straziato dal dolore,
inveisce contro la crudeltà della Principessa ed accopagna mestamente il
feretro della fanciulla morta.
Con questa scena si chiude la
versione di Giacomo Puccini che morì prima di aver terminato l’intera stesura dell’opera;
la parte successiva, è stata elaborata da Franco Alfano basandosi su carteggi
del Maestro.
All’uscita del corteo funebre,
Turandot ed il Principe rimangono soli; in uno slancio impetuoso, Calaf riesce
ad abbracciare la Principessa ed a baciarla; immediatamente la donna appare
trasfigurata, vinta.
Si levano le prime luci dell’alba
e Calaf, dopo il brivido confessato dalla Principessa, svela il proprio nome.
ATTO TERZO Quadro Secondo
Nel Palazzo sfolgorante, l’Imperatore
e la Corte sono circondati dall’intera popolazione; nel momento culminante,
Turandot annuncia a suo padre ed alla folla, di conoscere alfine il nome dello
straniero: il suo nome è “Amore”.
Brani celebri
•
Atto Primo
◦
Signore ascolta, Liù
◦
Non piangere Liù,
Calaf
•
Atto Secondo
◦
In questa reggia,
Turandot
•
Atto Terzo
◦
Nessun dorma, Calaf
◦
Tu che di gel sei
cinta, Liù
Buon ascolto...
Nessun commento:
Posta un commento