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sabato 12 settembre 2015

12/09/2015 Sabato mattina... Il cuore pieno...

Buon giorno...


Ci sono due tipi di cuori...uno reale, quello che si contrae...batte...a volte più velocemente...a volte più lentamente...e uno virtuale...quello che è in grado di contenere al suo interno, e all'infinito, nomi, persone, cose, luoghi, suoni, odori, emozioni... Ieri sera entrambi i miei cuori sono impazziti...come mai era successo prima di quel momento in cui, preceduto dall'amico (ormai divenuto fraterno) Francesco Ghiaccio, ho varcato la soglia dell'Auditorium San Filippo di Casale Monferrato...
Dal 25 agosto, dal giorno in cui ho appreso che non sarei stato più un "cittadino" casalese, il mio cuore reale batte come vuole... A volte sembra normale...quando non penso troppo...a volte diventa piccolo piccolo... Per citarmi (e prendo in prestito le parole del mio "ielui"), in certi momenti, sembra chiuso in una noce...
Ieri pomeriggio, mentre viaggiavo verso la "mia città", ripercorrendo quei settanta chilometri che ho fatto, avanti e indietro, per vent'anni, il mio cuore si è stretto fino a rattrappirsi... Avevo un nodo in gola... L'ho anche scritto pubblicando una fotografia su Instagram... 


Non sapevo che stavo correndo incontro a una "trappola" dei sentimenti...fatta di lacrime, amore, devozione, ricordi, abbracci...
Francesco è stato bravissimo a guidarmi verso quel "tranello" preparato accuratamente dalle meravigliose Sabina, Elena e Camilla...e realizzato con l'aiuto immenso di tante persone... Io e Francesco abbiamo tante cose importanti in ballo... E' stato facile, per lui, farmi credere che il nostro incontro a Casale fosse legato al nostro lavoro... Non è stato altrettanto facile per il bravissimo "complice" "ricamare" articolate sfaccettature del "tranello"...in modo che io mi presentassi in città certo di avere di fronte una impegnativa serata di lavoro...


Ecco...quel nodo in gola nasceva anche da questo...dal fatto che stavo entrando nella mia città...senza andare, per la prima volta, nei miei luoghi: a scuola, al Municipale, al San Filippo...
Alle 21:00 Francesco mi ha guidato proprio verso l'auditorium, protagonista con noi del "Lanza" e del "Balbo" di tante avventure artistiche... Non mi sembrava strano... L'amico, da ottimo sceneggiatore e regista qual è, aveva saputo articolare una pianificazione della serata credibile... Solamente varcata la soglia del San Filippo, e tirata la tenda che dà accesso alla platea, ho capito... Era tutto buio...un flash ha tradito i miei occhi, ma soprattutto il mio cuore...anzi...i miei due cuori... Nel buio, illuminate da un lampo brevissimo, ho visto decine e decine di teste... Sapete...ora vi faccio capire cosa ho provato... Il paragone è un po' macabro ma rende l'idea... Mentre varcavo la soglia del San Filippo, convinto di trovare al massimo una o due persone oltre a noi, vedendo tutte quelle teste illuminate velocemente dal flash, ho fatto appena in tempo a pensare: "ma...quelle teste? Cosa succede? Non dovevamo essere?..." In quel momento si sono accesi i riflettori e ho capito tutto... 



E' come (e qui scatta il paragone truculento) quando una persona cade in un'imboscata... Finisce nella trappola, vede persone armate...ma non fa in tempo a dire nulla...capisce solo quello che sta succedendo...ma quando lo capisce il fatto è già accaduto...
Ecco (e torno alla meravigliosa esperienza del San Filippo)...ieri, ancora prima che potessi pronunciare una parola,  sono stato investito da una raffica di emozioni...applausi, abbracci, lacrime, parole, sguardi, sorrisi, pianti.... Non ho avuto il tempo di "difendermi"... I miei due cuori sono impazziti immediatamente... Quello reale batteva il doppio della velocità consentita dalla norma...l'altro, quello virtuale, ha incominciato a gonfiarsi al pari di quelle centinaia di palloncini colorati che circondavano i sentimenti che stavano decollando da ognuno di noi... Una sorta di cardiopatia dilatativa dell'anima...una cosa che fa bene...che fa provare ogni tipo di emozione in un batter di ciglia...





Da quel momento è iniziato uno spettacolo, il più bello di questi vent'anni della mia vita casalese... E mentre ero lì, su quel palco, con il mio pianoforte, ho incontrato gli occhi di questi vent'anni...




Mi sono sentito accarezzato e abbracciato dai cuori di quelle centinaia e centinaia di persone che in questi quattro lustri hanno vissuto con me, in una sorta di staffetta meravigliosa, momenti di vera vita... 




Sono stati, quelli, gli anni più importanti della mia esistenza... Quelli della maturità...della mia definitiva crescita di uomo... Di fronte a me c'erano quei colleghi che ho amato di più...il dirigente della MIA scuola...gli amici più cari... C'erano le/gli ex ex (la ripetizione, ovviamente, è voluta) studenti del "Lanza"...quelle/i che hanno frequentato le aule della NOSTRA scuola prima del mio arrivo...parecchi anni fa... Da qualche anno anche loro sono tornati a far parte della nostra grande famiglia... 
C'erano, soprattutto, le mie ragazze e i miei ragazzi...quelle/i giovanissime/i...dei primi anni di corso attuali...quelle/i delle classi intermedie...quelle/i delle classi "terminali"...e quelle/i degli anni passati...quelle/i che ora hanno l'età che avevo io quando arrivai per la prima volta, un po' guardingo e un po' spaventato, a Casale... 
Da quel giorno...e per venti anni esatti ho imparato ad amare tutto di quel luogo...la mia scuola, le persone, i loro nomi, i loro cognomi, la loro storia, fatta anche di tanta sofferenza e battaglie... Ho imparato a camminare da un capo all'altro della città immerso in quel profumo dolce di Krumiri... 
Per uno come me che non riesce a lasciare, questa partenza è senz'altro una sorta di "morte"... No...non voglio essere così drammatico... Ci riprovo... 
Per uno come me che non riesce a lasciare questa partenza rappresenta un grande cambiamento...(ora va meglio)... 



Certamente da ora non sarò più lo stesso... Non potrò esserlo... Io ero così perché ero in quei luoghi...che si intonavano perfettamente con le corde del mio esistere...
Sono un insegnante...sento di avere la "vocazione" in questo senso... Quindi prometto a me stesso e a tutte/i voi che dove andrò sarò all'altezza della situazione...darò tutto me stesso nelle classi in cui mi troverò a insegnare... Lo devo alle nuove ragazze e ai nuovi ragazzi che mi aspettano...lo devo alle scuole che mi ospitano...ma lo devo anche, e soprattutto, a voi tutte/i... Perché...se sono così (nel bene e nel male) è anche, e soprattutto, per merito vostro... Cercando di continuare a dare il massimo anche per le nuove allieve e i nuovi allievi, io onorerò voi e quello che mi avete dato in questi venti lunghissimi (ma anche brevissimi) anni...






Come ho detto ieri (e torno ancora a utilizzare una metafora), io mi sento come quel calciatore che, dopo lunghi anni di militanza nella propria squadra, si trova a dover giocare con un'altra maglia... Il calciatore non riuscirà mai a esultare quando farà goal nella porta che per tanti anni ha difeso e onorato... Allo stesso modo io non potrò gioire per il cambio di sede, anche se è molto più vicina al luogo in cui vivo, ma cercherò di essere lo stesso di sempre...con le mie battute...le mie spiegazioni, le mie progettazioni...i miei sogni... Cercherò di essere lo stesso insegnante di Casale Monferrato...e cercherò, questa è una promessa, di unire i miei due mondi...quello che ho appena lasciato e quello in cui sto per entrare... Non abbandonerò la terra e le anime che sono state così generose con me...tornerò ogni giorno col cuore in quelle strade dolci... E ci tornerò con tutto me stesso ogni volta che mi sarà possibile...diviso tra ciò che è stato...ciò che è...e, soprattutto, ciò che CERTAMENTE sarà...ancora...





Un abbraccio fortissimo che non finirà...

2 commenti:

  1. Va a finire che,pur cinica e con i piedi saldissimi a terra quale io sono, mi tocca credere che l'amore è più forte di ogni cosa e trascende persone e situazioni...
    Marina

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  2. Mi è sembrato di essere al centro di un immensa famiglia, variopinta da diverse età di generazione, commossa ed emozionata per la vita sentita, il cuore pieno e l'entusiasmo provato. E' così Enrico, hai lasciato all'interno dell'anima di ciascuno di noi un "segno" indelebile.di te. Centinaia di colleghi, allievi, "compagni di viaggio e avventure" li, in quel luogo divenuto magico all'improvviso, per ringraziarti... Sei un essere speciale!
    Be', che dire? Di sorprese ne sei "ricco", ma questa te l'abbiamo fatta grossa! Ce l'abbiamo fatta...

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