Buona sera...
Non c'è il limite alla caduta libera verso il baratro...
Alla fine di ogni giorno di questo viaggio, facendo il riassunto interiore della giornata, mi convinco di aver raggiunto il punto più basso di una discesa negli inferi umani di un'Africa comunque meravigliosa... Il giorno dopo vengo smentito dalle immagini, devastanti, che mi si presentano davanti...
Oggi, senza ombra di dubbio, sono convinto - davvero - di aver visto il fondo dell'inferno...
La gigantesca baraccopoli di Korogocho, con le sue microstrutture disumane in lamiera e/o cartone e una discarica di rifiuti grande come una città - costantemente in fiamme -, mi fa credere di non poter vedere nulla di più infernale...
Ma voi lo sapete che per quelle baracche di lamiera (ma anche per quelle di cartone) queste povere anime pagano un affitto? Queste PERSONE non hanno neppure il privilegio di possedere un metro quadrato di detriti sotto i quali posare le loro membra...
A Korogocho c'è il "plusvalore" di essere circondati da una città di rifiuti incendiati... Le ore che abbiamo passato in quel luogo pestilenziale ci hanno riempito il naso e la bocca di un amaro acido che assona con l'amaro morale che ci ha sovrastato...
Nella chiesa, bellissima, nella quale abbiamo assistito alla messa di padre Maurizio, c'erano centinaia di bambine e bambini delle scuole circostanti che hanno cantato per tutta la funzione... Canti bellissimi, allegri...
Non esistono canti religiosi tristi in questi posti...come non esistono occhi tristi negli sguardi di quelle bambine e di quei bambini che convivono, quotidianamente, con un odore acre di morte e disperazione... Tutti, a Korogocho, ripetono costantemente questa frase: "Non sappiamo quando moriremo ma sappiamo sicuramente di cosa".
Ovunque ti giri, a Korogocho, vedi fumi pestilenziali che ti invadono il naso, gli occhi...la vita...
Vista sulla discarica dalla chiesa di St. John...
...dal campo giochi della scuola attigua alla chiesa di St. John...
...Vista dall'unica biblioteca di Korogocho, a Baba Dogo...vicina alla chiesa di St. John...
Dalla chiesa di St. John (completamente aperta, se non fosse per una provvidenziale tettoia che ripara i fedeli dal sole, dalla pioggia, sicuramente acida, e - parzialmente - dall'odore) vedi solo baracche e fumi della discarica...
Non fatevi confondere da questo fiume...è una fogna a cielo aperto...e le donne ci lavano i loro panni...
...e le simpatiche caprette non hanno altro da brucare se non rifiuti...
Eppure i sorrisi sono sempre quelli...già visti...già vissuti...in questo paese dalle mille facce e dai medesimi, bellissimi, occhi...
A guidarci in questo inferno che non ha nulla di dantesco (il sommo poeta, nel suo capolavoro, non si è neppure lontanamente avvicinato a quello che ho visto in questi giorni) è stato Padre Maurizio (che ho già citato prima), un Comboniano italiano che ha davvero gli "attributi"...
E' un uomo di chiesa che della chiesa che conosciamo noi non ha proprio nulla (so di fargli un complimento in questo momento)... Vent'anni a Chicago (naturalmente negli ambienti malfamati e derelitti), da quasi cinque a Nairobi, Maurizio combatte ogni giorno contro ogni tipo di povertà... "Io non posso combattere contro la povertà economica, posso solamente fare qualcosa per sensibilizzare il resto del mondo" ci dice...e aggiunge: "non posso neppure impedire che si iteri giornalmente il crimine della discarica, posso solo denunciare il fatto"...aggiunge: "io, però, posso combattere con tutte le mie forze contro la povertà interna, dell'essere umano...quella che annienta l'autostima, abbassa le difese esistenziali, quella che ti fa passare la vita in mezzo ai rifiuti fumanti, sniffando colla o carburante per aerei...quella che ti fa fare sesso con donne, uomini, bambini, capre, maiali... Quando non c'è autostima non c'è rispetto per se stessi, né per gli altri... Il sessanta per cento dei bambini di strada di Nairobi subiscono violenze sessuali fin dalla tenerissima età...crescendo diventano loro stessi carnefici di altre generazioni...
Così, a poco poco, il senso della vita, quella bella, quella profumata, quella "normale", rimane solamente negli occhi di quei bambini delle scuole... Per quanto?
Padre Maurizio lotta contro la povertà interiore andando a prendere, strada per strada, quei ragazzini che hanno un'età sufficientemente "adulta" per essere già dei delinquenti... La sua organizzazione non accoglie bambini ma ragazzi tra i 13 e i 19 anni, l'età in cui un essere umano, qui - a Nairobi -, decide di diventare ladro e assassino... Nei centri di Boma (più soft) e in quello ancora più all'interno della baraccopoli (aperto davvero a delinquenti) - Napenda Kusishj -, Padre Mario recupera sessanta ragazzi al giorno e, in un anno di riabilitazione, li restituisce alla vita "pulita"...
La struttura di "riabilitazione" di Boma in Korogocho...
Ci sono pochi ragazzi in questo momento perché, in questo inizio di anno, gli ospiti sono stati "restituiti" alla vita "pulita"... Gli operatori di Padre Maurizio, in questi giorni, sono tutti in strada a cercare nuovi ragazzi di strada allo sbando...
La cucina di Boma...
Il centro di "riabilitazione" per ragazzi più grandi e più "gravi"...
Quando entrano in struttura i ragazzi di strada abbandonano le loro armi e le loro droghe...
Ma può una vita come quelle che ho incontrato qui (e che non ho fotografato per rispetto al percorso importante che queste PERSONE stanno compiendo) restare "pulita", una volta tornata nell'"inferno" che vi ho appena descritto? Qualcuno ci riesce...qualcuno no...
E noi, comodamente seduti sulle nostre paturnie quotidiane, cosa facciamo per impedire uno scempio simile?
Padre Maurizio, lotta...combatte...con un manipolo di "formatori" locali... La sua febbrile attività ricorda il lavoro che sta facendo da oltre trent'anni, in altro ambito, Gianfranco Morino al Neema Hospital...
Abbiamo chiesto a Maurizio fino a quando resterà... Non ha saputo rispondere... "Sino a quando riuscirò a scherzare, a fare lo 'stupido' con questi ragazzi, rimarrò a Nairobi...quando troverò noia in quello che farò capirò che sarà il momento di andare"...
Dove?
Non lo sa...i Comboniani, per "vocazione", agiscono solamente nelle periferie più periferiche del mondo in mezzo ai più poveri dei poveri... Sono milleseicento in tutto il mondo... I Gesuiti sono venticinquemila...giusto per darvi un'idea delle proporzioni...
Di certo Maurizio non tornerà a fare il parroco in qualche cittadina del nord Italia... "Un missionario arriva quando non è voluto ma necessario e se ne va quando è ben voluto ma non è più indispensabile".
Altra lezione di vita che chiude questa giornata di grande viaggio interiore che, in parte, ha scosso le mie "povertà" più recondite...
Ormai è sicuro...quando rimetterò piede in Italia non sarò più lo stesso del giorno della partenza...
Buona serata
Parole e immagini coraggiose, tremende e bellissime, che scavano l'anima. Grazie!
RispondiEliminaSono profondamente commosso, tutto ciò fa pensare e al pensiero dovrebbe seguire un azione....grazie Enrico.
RispondiEliminaCiao caro... Questo viaggio mi è servito per capire davvero come va il mondo... Lo so che dovremmo saperlo tutti ma, credimi, se non ci metti il naso, gli occhi, le orecchie e il cuore non lo comprendi completamente... Sento l'urgenza di fare qualcosa di importante...quello che faccio in questi giorni è troppo poco...spero di tornare in Italia con il coraggio di impegnarmi di più per questa causa e per le altre, innumerevoli, in giro per questo mondo malato...
EliminaA falchetto 47 corrisponde il tuo amico Bruno da Milano. Grazie
RispondiEliminaSenza parole, non ho mai letto nulla di così profondo e vero... Grazie prof.
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