I conti si fanno sempre alla fine…
...e poi ricominciano...
Ieri, con il nostro “Pierino e il Lupo”, la mastodontica favola in musica di Sergej Sergeevič Prokof'ev, abbiamo chiuso un altro ciclo…di studi…di vita…
Ogni anno il rito di passaggio si ripete…un esercito di ragazze e ragazzi esegue l’ultimo canto con i propri strumenti, calca le scene con i più giovani, quelli che hanno terminato il primo anno dei cinque previsti dal nostro corso di studi. Sono tanti, sono pochi? Quando arrivi ti sembrano eterni…quando te ne vai sembra che il tempo sia volato in un istante. Quando accogli quelle ragazze e quei ragazzi, incontri sguardi e cuori ancora acerbi…quando li saluti, lasci donne e uomini ben strutturate/i, irriconoscibili…
E tu? Tu che sei sempre lì, anno dopo anno, sei sempre lo stesso?
No…ogni anno sei diverso…sei più grande…sei più esperto…sei più vecchio…perché, ogni anno, il tuo carico emotivo si arricchisce di nuove vite che hai vissuto per un po’, si arricchisce di nuove vite di cui ti sei impossessato, per qualche tempo, artisticamente, didatticamente e umanamente… Ogni anno sei quindi più ricco…
…e più povero…perché quei pezzi di cuore, del tuo cuore, se ne vanno… Sì, certo, molti li incontrerai ancora, molti torneranno per qualche tempo a suonare nell’orchestra del liceo…ma non possiamo negare che da oggi sarà tutto diverso…come ogni anno… E allora…li rivedi tutti davanti a te quei volti che si sono succeduti in oltre trent’anni di insegnamento…e come se fossero ancora lì a salutarti…ti passa tutta la vita davanti, come se stessi per morire…perché, in fondo, ogni distacco è un po’ come se fosse una dipartita…
Ora…non voglio drammatizzare troppo…non fraintendetemi…ma, almeno per me, questi momenti sono un po’ così… Li rivedo proprio tutti quei volti…quelli delle centinaia e centinaia di ragazze e ragazzi di Casale Monferrato dove ho lavorato per vent’anni, con le quali e con i quali ho realizzato progetti immensi, teatrali, musicali, cinematografici e UMANI! Rivedo tutte le ragazze e i ragazzi del liceo musicale che rappresentano, certo, “ferite” più recenti ma non meno profonde… E rivedo tutte le mie allieve e tutti i miei allievi di pianoforte…di ogni città dove ho insegnato…e rivedo tutte quelle giovanissime voci bianche del coro…e, in fondo a questa processione di vite vissute, vedo anche me stesso a quell’età…un ragazzo in bilico tra la timidezza e la sfrontatezza, alla vigilia del mio esame di maturità…la notte prima di un esame difficile da superare… Ai miei tempi la commissione era ancora costituita interamente da membri esterni… Avevi solo un “avvocato difensore”, un membro interno… Il mio mi odiava…era un uomo cattivo, anafettivo che noi studenti di quinta avevamo ereditato proprio l’ultimo anno… Il suo esordio nella nostra classe fu disastroso…appena entrato si presentò con il suo nome e cognome e disse testualmente: “Io mi chiamo ………e del vostro esame me ne sbatto i coglioni”. Abbiamo riso tutti, noi poveri studenti ancora inconsapevoli della sua pochezza. Non c’era da ridere…era proprio così…lui, uomo senza palle, aveva detto che del nostro esame “se ne sarebbe sbattuto i coglioni”…uso il virgoletto perché mi vergogno di fare mie queste orrende parole ma, per onestà intellettuale, le devo riportare così come ci sono state sputate in faccia a quei tempi…le mie ex compagne e i miei ex compagni di scuola potranno confermare qui, pubblicamente, la mia testimonianza… Ad ogni modo…io, studente secchione, rappresentante di classe e d’istituto, abituato a confrontarmi con i docenti, personale e compagni con stima e rispetto reciproco, non ho sopportato il sopruso del nuovo docente e l’ho pagata cara… Ho subito un anno di mobbing, ho perso i capelli (poi ricresciuti, fortunatamente, ma l’”incidente” me lo porto ancora dietro e dentro, tant’è che oggi, nonostante l’età, li porto ancora lunghi )...per un anno mi sono sentito dire: “se hai qualche velleità di prendere 60/60, sappi che, se sarò io il membro interno della tua commissione, non lo prenderai mai”.
Il professore, naturalmente, fu il membro interno della mia classe…non mi aiutò all’esame…anzi, dietro mia richiesta di innocue delucidazioni sul testo della seconda prova, mi rispose: “se dici ancora una parola ti denuncio alla presidente”. Alla fine il 60/60 l’ho preso comunque…lo volevo, lo sognavo con tutte le mie forze e l’ho ottenuto… Da quel giorno ho imparato che, per realizzare i nostri sogni e i nostri bisogni, occorre pensare in grande…paradossalmente, la mia crescita di consapevolezza è stata anche “merito” suo…da quel giorno ho deciso la mia vita…ho accantonato tutte le mie paure e ho intrapreso la mia carriera di musicista e di uomo… Da quel giorno ho giurato a me stesso che, semmai avessi fatto (anche) l’insegnante, mi sarei comportato diversamente con i miei allievi…li avrei amati, rispettati, appoggiati… Così ho fatto (o ho cercato di fare)…
Ieri sera avrei voluto salutare meglio quelle ragazze e quei ragazzi di quinta…avrei voluto ringraziarle e ringraziarli per questi anni meravigliosi vissuti (non passati) insieme…non sono riuscito a trovare le forze emotive per farlo e quindi lo faccio ora qui… Andate, ragazze/i, volate alto, vivete bene, come avete dimostrato di saper fare in questi bellissimi cinque anni…ma tornate, ogni tanto, “a casa”…perché io faccio un’enorme fatica a lasciare andare per sempre tutti questi bellissimi pezzetti di cuore…
Questa mattina, con ben poche ore di sonno alle spalle, viaggiavo in mezzo ai soliti campi...un anno li coltivano a grano, un anno sono invasi dalle zucchine...un anno sono lasciati a riposo...sempre diversamente uguali o ugualmente diversi...come queste decine di anni di scuola, sparsi tra le menti e i cuori di migliaia di ragazze e ragazzi che hanno saputo crescere e rinnovarsi...questa mattina, mentre contemplavo i paesaggi esteriori e interiori del mio viaggio ho preso una decisione: martedì mi taglierò i capelli…penso sia arrivato il momento..